Home  »  Mi metto in proprio   »   Partita IVA: serve un conto corrente dedicato?

Partita IVA: serve un conto corrente dedicato?

La domanda sul conto corrente dedicato per un professionista o per un’impresa commerciale o artigiana è per noi consulenti una delle più ricorrenti. Quando si valutano i costi dovuti all’apertura di una attività in proprio, i costi del conto corrente “business” non possono essere tralasciati perché per molti professionisti alle prime armi non sono indifferenti.

Mettiamo subito in chiaro che per i professionisti (consulenti, web designer, formatori, coach,ecc), titolari di partita IVA, avere un conto corrente dedicato non è obbligatorio. Ad oggi non vige alcun obbligo, per il titolare di partita IVA, di detenere un conto corrente dedicato all’espletamento della propria attività professionale. Ma vediamo cosa è successo nel tempo e come siamo arrivati a questa affermazione e quali potrebbero essere i cambiamenti nei prossimi mesi.

Sommario

Conto corrente dedicato per i titolari di partita iva

Alcuni vantaggi se sei un professionista con un conto corrente dedicato

La differenza tra impresa e professionista

consulenza-partita-iva
Consulenza GRATUITA e senza impegno
con un consulente esperto di Partitaiva24

Conto corrente dedicato per i titolari di partita iva

Con il Decreto Legge del 4/7/2006 n.223, il cosiddetto decreto Bersani, veniva istituito l’obbligo per le persone fisiche che esercitano arti e professioni, quindi, per chi possedeva più in generale una partita IVA, l’obbligo di avere un conto corrente bancario o postale dove dovevano confluire “le somme riscosse nell’esercizio dell’attività” e dai quali dovevano essere effettuati i prelievi per il pagamento delle spese relative all’esercizio dell’attività stessa.

Il decreto Bersani 4/7/2006 n.223 stabiliva inoltre l’obbligo di effettuare i versamenti fiscali e previdenziali attraverso sistemi di pagamento telematici (banca online con servizi home banking). Ciò implica, indirettamente, la necessità per ogni professionista o imprenditore di possedere almeno un conto corrente personale per effettuare i versamenti relativi alle imposte ed i contributi.

Nel 2008, l’art.32 del D.L. n.112/2008 ha abrogato il comma che istituiva l’obbligo del conto corrente esclusivo. Da quel momento, quindi, non c’è più nessun disposizione normativa sul tenere o meno un conto corrente al di fuori di quello personale usato per le operazioni quotidiane.

A partire dal 2008 ne segue che il conto corrente dedicato non è più obbligatorio né per i professionisti né per le imprese iscritte in camera di commercio.

Ricordiamo però che, ad oggi, imposte e contributi devono essere versati da un conto corrente intestato al titolare di partita IVA. È impensabile quindi per ogni contribuente non poter essere titolare di partita IVA e non avere un proprio conto.

Il conto corrente per pagare gli F24

Come abbiamo detto sopra, per legge non è più obbligatorio avere un conto corrente dedicato esclusivamente alla propria attività ed utilizzare solo quello per le movimentazioni professionali, ma, soprattutto in certe situazioni, è vantaggioso possederlo.

Vuoi saperne di più? Richiedi una consulenza gratuita ad un esperto di Partitaiva24

consulenza-partita-iva
GRATIS e senza impegno

Se sei titolare di una partita IVA è obbligatorio pagare con modalità telematiche imposte e contributi tramite i modelli F24 (cioè, ad esempio, tramite il tuo home banking o con addebito predisposto dal tuo commercialista tramite i canali web dell’agenzia delle entrate). La norma vieta di pagarli cash allo sportello. Se non hai bisogno di un conto dedicato, sicuramente,  hai bisogno di possedere almeno un conto corrente a te intestato.

Attenzione: con molte carte prepagate fornite di codice IBAN (assomigliano ad un conto corrente ma non lo sono al 100%) spesso non è possibile addebitare il pagamento dei modelli F24 per versare le imposte e i contributi.

Solo se sei un privato la legge ti consente di essere esonerato da questo obbligo e ti permette di pagare le tue imposte tramite il modello F24 cartaceo direttamente allo sportello di poste o banche.

Alcuni vantaggi se sei un professionista con un conto corrente dedicato

Avere un conto corrente dedicato esclusivamente all’attività professionale ha, diversi vantaggi. Vediamone alcuni:

Un conto corrente dedicato, però, come detto all’inizio, implica ulteriori costi. Le banche solitamente hanno dei costi più elevati per i conti correnti Business per i titolari di partita IVA, a cui si aggiungono ulteriori costi a seconda delle diverse esigenze e servizi offerti.

La differenza tra impresa e professionista

A differenza del libero professionista (che anche con un conto corrente personale se la potrebbe cavare nel pagare imposte e contributi relativi alla sua partita iva), riteniamo che una ditta individuale iscritta alla Camera di commercio non possa non avere un conto corrente dedicato ed esclusivamente utilizzato per la movimentazione aziendale. Spesso il commerciante o l’artigiano apre una ditta dando anche un nome di fantasia alla stessa; ad esempio “Bla Bla Bla di Rossi Mario”.

Ecco, se riceverete un assegno o un bonifico intestati al nome completo della ditta, molte banche non saranno disponibili a far transitare le somme sul conto intestato soltanto alla persona fisica come privato, “Rossi Mario” nel nostro esempio. Chiaramente la banca anche per motivi legati all’antiriciclaggio non consentirebbe una movimentazione di migliaia e migliaia di euro su un conto personale e una segnalazione per operazioni sospette potrebbe essere dietro l’angolo.

Per una ditta quindi consigliamo fortemente di avere un conto business.

Vuoi saperne di più?
Richiedi una consulenza gratuita e senza impegno
Autore:
Pubblicato il: 26/01/2021
Prima di andare via ti suggeriamo di leggere anche questi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    27 commenti
  1. Amos Corridori ha detto:

    Buongiorno, avrei bisogno di sapere se utilizzando un conto bancario intestato ad una società, per scopi privati, dunque non legati all’attività della società, si può incorrere in sanzioni, ed è legale. Grazie

  2. Alessandro ha detto:

    Salve,
    sono una partita IVA in regime forfettario. Per la mia attività, uso il c/c personale cointestato con mia moglie. Ricevo esclusivamente il pagamento delle fatture emesse tramite assegno o bonifico e pago le imposte da questo c/c. Posso continuare così non essendoci obbligo e non avendo necessità di pos o altri strumenti inerenti la mia attività? Grazie

    • Michele (Partitaiva24.it) ha detto:

      Buongiorno Alessandro,

      si, potrai continuare in questa maniera tuttavia ti consigliamo comunque di avere un conto personale a te intestato.