Da quando è nato YouTube a quasi tutti sarà capitato di caricarvi almeno un video. I più audaci e visionari, col tempo, hanno creato dei veri e propri canali seguiti da moltissimi visitatori. Attraverso le moltissime visualizzazioni, diversi youtubers si sono trovati per le mani un vero e proprio business guadagnando attraverso la pubblicità.Se alcuni di voi però, pensa di cominciare a pubblicare con regolarità dei video e cominciare subito a guadagnare è totalmente fuori strada. Affinché si possa guadagnare e creare un vero e proprio business attraverso la pubblicità è necessario prima di tutto che il vostro canale abbia moltissimi visitatori. Inoltre, ritornando ad un tema che ci compete, come tutti i guadagni, anche quello derivante dalla pubblicità su YouTube deve essere dichiarato e quindi tassato. Per essere completamente in regola anche gli youtubers dovranno aprire la loro partita IVA.
Per i youtubers, la principale fonte di guadagno è rappresentata dalla pubblicità che tutti noi vediamo prima che cominci il video e dai diversi banner pubblicitari che compaiono man mano che il video va avanti. L’introito che si genera deriva dai click sui diversi banner oppure dal numero di visualizzazioni della pubblicità stessa.
Affinché si possa effettivamente inserire la pubblicità all’interno dei propri video però è necessario aderire al programma partner di YouTube oppure ottenere delle partnership con le aziende per la promozione di alcuni prodotti o servizi. Attenzione che come regola generale per accedere a questi programmi di pubblicità è necessario che il vostro canale YouTube sia molto frequentato.
Dal punto di vista fiscale, la gestione dei banner pubblicitari comporta l’apertura della partita IVA poiché i video ed i banner sono accessibili a qualsiasi ora del giorno 365 giorni l’anno. L’’attività quindi si conforma come continuativa ed abituale e di conseguenza qualora se ne tragga profitto sarà necessario aprire partita IVA per dichiararne i guadagni. Inoltre, come la gestione di attività pubblicitarie tradizionali, la gestione di banner online è un’attività commerciale e quindi iscrivibile in camera di commercio e di conseguenza alla gestione commercianti INPS.
Per gli Youtubers che ospitano banner pubblicitari ma che hanno un introito molto basso, regolarizzare la propria posizione attraverso l’apertura di una ditta commerciale spesso e volentieri porta a delle perdite. In questo senso è necessario capire se il business è sostenibile o è meglio lasciar perdere. Se però vi state chiedendo se sia meglio lasciar perdere, la nostra risposta è no.
Se i vostri guadagni, almeno all’inizio sono molto esigui, il consiglio è quello di tenere bloccati i pagamenti sull’account Adsense di Google, non appena avrete fatto un bel gruzzoletto in modo da ripagare almeno i costi d’apertura di una partita IVA, la prima azione da fare è contattare il proprio consulente di fiducia e valutare insieme quale sia la soluzione migliore.
Come abbiamo detto, l’introito degli Youtubers deriva dalla vendita di spazi pubblicitari durante la messa in onda dei propri video. Questa attività, per analogia, può essere associata alla gestione di spazi pubblicitari e quindi un’attività commerciale a tutti gli effetti.
Giunto il momento di aprire la partita IVA, sarà necessario scegliere quale sia il regime fiscale migliore al quale assoggettarsi. Qualora il contribuente fosse in possesso dei requisiti d’accesso, il regime fiscale più conveniente in assoluto è il regime forfettario. Aderendo al regime forfettario infatti, lo Youtuber, oltre a godere di moltissime agevolazioni di tipo contabile, dal punto di vista prettamente fiscale sarà tassato attraverso una sola imposta sostitutiva del 5% o del 15% a seconda se contribuente start-up o meno. Dal punto di vista previdenziale invece, lo Youtuber avrà diritto ad uno sconto sui contributi INPS del 35%, sia sui contributi fissi che su quelli in percentuale.
Benché l’attività di gestione di spazi pubblicitari sia un’attività commerciale, la situazione che viene a crearsi nello specifico per l’attività dello Youtuber è al limite tutte le attività di ultima generazione.
Come attività commerciale, l’attività dello Youtuber rientra nell’attività d’impresa.
L’attività d’impresa tuttavia, per essere definita tale, richiede un investimento di capitale consistente rispetto all’attività del lavoratore stesso. È chiaro però che lo Youtuber non ha bisogno di grossi investimenti in capitale per svolgere la propria attività se non una connessione internet ed una telecamera.
La questione che tuttavia fa propendere ad un’attività commerciale piuttosto che un’attività di lavoro autonomo è dovuta alla modalità di guadagno del contribuente ovvero in percentuale rispetto alle visualizzazioni.
Concludendo, è doveroso scrivere che nella stragrande maggioranza dei casi è molto difficile inquadrare le nuove attività nate grazie all’avvento di internet ed i social poiché si tratta di figure molto a limite tra quelle disciplinate dalla legge.
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