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Regime dei minimi e regime forfettario a confronto

L’obiettivo di oggi è quello di fare una panoramica tra il vecchio regime dei minimi e il nuovo regime fiscale agevolato: il forfettario. Ricordiamo ai nostri lettori che oggi non è più possibile aderire al regime dei minimi aprendo una nuova partita IVA in quanto l’unico regime agevolato è il forfettario.

Sommario

Regime forfettario: più semplice da gestire

Regime forfettario: molti vantaggi soprattutto per chi non ha costi deducibili

Gli elementi di confronto tra regime dei minimi e regime forfettario

Regime forfettario vs regime dei minimi

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Regime forfettario: più semplice da gestire

In prima battuta, se dovessimo fare un paragone generale tra il regime dei minimi e il regime forfettario, il secondo risulterebbe più semplice da gestire. Questo perché rispetto al primo non sarà più necessario contabilizzare le fatture di acquisto e dedurre i relativi costi per abbattere l’ammontare di imposte da pagare. Inoltre,  dato che nel regime forfettario è lo Stato a definire per legge le percentuali forfettarie di abbattimento del reddito (attraverso i c.d. coefficienti di redditività), anche se non si hanno praticamente costi inerenti l’attività, ci sarebbero numerosi vantaggi rispetto al regime dei minimi.

Regime forfettario: molti vantaggi soprattutto per chi non ha costi deducibili

Facciamo subito un esempio per essere più chiari.

Un consulente marketing che aderisce al regime forfettario godrebbe di un coefficiente di redditività pari al 78%. In parole semplici se fatturasse in un anno 10 mila euro in realtà pagherebbe le imposte non sul fatturato complessivo ma soltanto sul 78% di questo (ovvero 7800 euro).

Questo chiaramente si verifica per legge, anche se il professionista non ha effettivamente sostenuto alcun costo inerente la sua attività. Nel vecchio regime dei minimi invece, lo stesso professionista avrebbe pagato le imposte sull’intero fatturato in assenza di costi deducibili non documentati da fattura.

Gli elementi di confronto tra regime dei minimi e regime forfettario

  1. l’imposta sostitutiva;
  2. la durata del regime agevolato;
  3. l’agevolazione contributiva.

Naturalmente, si ricorda che il confronto risulta utile oggi solo per i contribuenti minimi che vogliono rinunciare a tale regime e passare al forfettario. L’ipotesi contraria non è possibile. Alla luce delle caratteristiche illustrate pertanto, risulta utile riepilogare le caratteristiche del regime forfettario rispetto a quello dei contribuenti minimi attraverso lo schema qui di seguito.

Regime forfettario vs regime dei minimi

Requisiti \ adempimentiRegime forfettario Regime dei minimi
Limite ricavi \ compensi€ 65.000   Unico per codice attività€ 30.000
 Limite beni strumentali nessuno (dal 1°Gennaio 2019)Max € 15.000 in ogni triennio di attività
 Limite costo del lavoro nessuno (dal 1°Gennaio 2019) 0
 Possibilità di effettuare esportazioniSI NO
Incompatibilità regime con:   Regimi speciali IVA Soggetti non residenti Cessioni fabbricati e terreni o mezzi di trasporto nuovi Partecipazione a società trasparentiSISI
Applicazione IVANONO
Detrazione IVANONO
Ritenute subite se si ricevono fatture da professionisti in regime IVANOSI
Ritenute da effettuarsi nelle fatture emesseNOSI
Determinazione redditoForfettariaAnalitica (ricavi – costi)
Agevolazioni contributiveSI (-35%) per impreseNO
Deducibilità contributiPrioritariamente dal reddito d’impresa\lavoro autonomoPrioritariamente dal reddito d’impresa\lavoro autonomo
Deducibilità costo beni strumentaliNOSI
Imposta sostitutiva15% (5% per start up)5%
Applicazione studi di settoreNONO
 Nuovo spesometro\comunicazione delle liquidazioni periodicheNONO
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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 09/11/2017
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    5 commenti
  1. Mario ha detto:

    Ok, ma è poco user friendly.

  2. Mario ha detto:

    Da PC la terza colonna è tagliata.

    • Michele (Partitaiva24.it) ha detto:

      Buongiorno Mario,

      alla fine della tabella trovi la possibilità di scorrere a destra e sinistra.