Quando si decide di avviare una nuova attività la scelta del nome da dare alla partita iva è fondamentale. È infatti possibile dare un nome alla partita iva in modo da associarlo al proprio business ed essere immediatamente riconoscibili. Per scegliere al meglio il nome della partita iva però è necessario effettuare delle valutazioni e approfondire concetti come la differenza tra la ditta e il professionista, tra ragione sociale e denominazione sociale.
Sommario
Il nome della partita iva per chi ha una ditta
Il nome della ditta
Il nome della ragione sociale
Il nome della denominazione sociale
Il nome della partita iva per un professionista
Come si sceglie il nome della partita iva?
Nome della partita iva domande frequenti
Una partita iva può avere più nomi?
Una partita iva può avere un nome già esistente?
Conclusione
Il nome della partita iva per chi ha una ditta corrisponde al nome commerciale dell’imprenditore e lo individua come soggetto di diritto nell’esercizio di un’attività d’impresa. Ad esempio, Mario Rossi che svolge l’attività di idraulico può svolgere la sua attività commerciale sotto il nome di Mario Rossi oppure come di consueto e come spiegheremo più avanti potrà utilizzare un nome di fantasia seguito dal suo nome e cognome: Idraulica di Mario Rossi. Commercialmente, quindi, Mario Rossi l’idraulico è riconosciuto come la ditta Idraulica di Mario Rossi.
Nel caso di ditta individuale il nome della ditta coincide con il nome dell’imprenditore oppure deve essere associato un nome di fantasia seguito dal nome e cognome dell’imprenditore così come viene espressamente indicato dal Codice civile all’art. 2563. Se invece ci troviamo di fronte a delle società, si tende a creare un po’ di confusione e vale la pena approfondire anche i concetti di ragione sociale e denominazione sociale.
Il nome nella ragione sociale rappresenta il modo con cui vengono identificate le società di persone. Tale nome, così come per la ditta individuale può essere costituito da un nome di fantasia seguito dal nome di uno o più soci e dall’acronimo della forma societaria.
BAO BAO SAS di Rossi Mario e co., CHICHIRICHI SNC di Scotti, sono esempi di ragioni sociali. Come puoi vedere, per le società di persone sono presenti i nomi dei soci e nello specifico dei soci illimitatamente responsabili. Si tratta di elementi imprescindibili in quanto stabiliti dalla legge. Per le società di persone quindi la parola ditta e la ragione sociale sono la medesima cosa. Andiamo avanti e parliamo della denominazione sociale
Per denominazione sociale si intende il nome associato sempre alle società di capitali ovvero quegli enti che godono di personalità giuridica. Tali enti sono gli unici a poter assume un nome di fantasia, sempre seguito dalla sigla societaria, senza che siano presenti i nomi delle persone fisiche facenti parte della società stessa. Certe volte, dietro una società potrebbero anche non esserci effettivamente persone fisiche in quanto le quote potrebbero essere possedute da altri enti o società stesse ma oggi non ci soffermiamo su questo.
Il nome della partita iva per il professionista è una questione più articolata. Anche in questo caso possiamo affermare che è possibile avere un nome per la propria partita iva ma con alcune postille.
In prima analisi possiamo dire che il professionista svolgendo attività di lavoro autonomo la propria attività per forza di cose deve essere legata alla propria persona e affinché possa godere dei diritti di tutela regolati dal Codice civile si dovrebbe provvedere all’iscrizione della propria attività al registro delle imprese costituendo appunto una ditta individuale o una società. In questo caso però verrebbe meno l’attività professionale stessa che diventerebbe un’attività d’impresa anche di fatto.
In secondo luogo, aprendo una piccola parentesi, anche se nel certificato di attribuzione della partita iva rilasciato dall’agenzia dell’entrate, alla voce soggetto, il professionista viene definito come ditta individuale questo, nel senso inteso da noi fino ad ora non lo è.
Per meglio dire, si tratta di una ditta individuale perché svolge un’attività in forma individuale ma non ha i canoni della ditta perché la sua attività non deve essere iscritta in camera di commercio.
La denominazione o il nome della partita iva per il libero professionista deve essere quindi rappresentato solamente dal suo nome e cognome tuttavia ciascun freelance per distinguere la sua attività da quella di un proprio concorrente può tranquillamente chiamare la propria pagina Facebook, il profilo Instagram, avere la targa del proprio ufficio, un logo distintivo di fantasia ecc.…
Può anche denominare volendo la propria partita iva, dando in fase di apertura i riferimenti come per le imprese: blablà di Mario Rossi tuttavia tale nome di fantasia non sarà tutelato civilisticamente come se fosse un’impresa iscritta in camera di commercio.
A conti fatti, il professionista potrà utilizzare tale nome di fantasia solo a scopi pubblicitari ma non sarà tutelato. Se si vorrà quindi essere tutelati per l’utilizzo del segno distintivo si dovrà procedere a quello che è il deposito del marchio di cui abbiamo già parlato in un contenuto al quale ti rimandiamo: come registrare un marchio.
È importante sapere che in fase di scelta del nome della partita iva devono essere rispettati due semplici principi.
All’interno del territorio italiano ci si può tranquillamente imbattere in ditte con nomi perfettamente identici, non è rara come cosa.
Affinché il nome della nostra impresa sia completamente regolare inoltre non deve contenere parole che non sia in contrasto con la legge e il buon costume e che tale nome non sia ingannevole nei confronti dei propri clienti. Ci sono inoltre alcune casistiche particolari di nomi che possono essere utilizzati solo per specifiche attività, basti pensare al nome banca o simili all’interno della ragione/denominazione sociale che possono essere utilizzati solo da attività bancarie autorizzate.
Prima di terminare è bene rispondere ad alcuni dei dubbi più frequenti sul nome da dare alla propria partita iva.
Uno dei dubbi più frequenti è se una partita iva può avere più nomi, questo capita spesso per le imprese che svolgo attività diverse tra loro. Una partita iva non può avere più nomi, tuttavia, attraverso un esempio possiamo introdurre un nuovo concetto che è quello dell’insegna che implica anche la possibilità di avere più “nomi” con la stessa partita iva.
Facciamo sempre un esempio.
Supponiamo che Mario Rossi decida di avviare un’attività di vendita online e decida che la sua ditta si chiamerà Le Scarpe di Mario Rossi. Come si intuisce dal nome il suo business sarà incentrato sulla vendita di scarpe. Mario Rossi potrà decidere tranquillamente di avvalersi di più siti web a seconda del tipo di scarpe che vorrà vendere.
Potrà chiamare infatti i suoi siti scarpesportive.com, scarpedilusso.com, ecc… Sui social inoltre potrà avere un profilo chiamato le fantastiche scarpe e potrà eventualmente avere anche un punto vendita con insegna Mega Scarpe.
Il nome della ditta, infatti, come scritto sopra è il nome commerciale dell’imprenditore nell’esercizio dell’attività d’impresa mentre il marchio e l’insegna, i quali sono altri elementi identificativi e tutelati dal Codice civile possono essere differenti.
Detto questo però, è importante ricordare che sulla carta stampata, durante il processo di fatturazione, sul footer del sito e nei dati aziendali devono essere presenti tutti i riferimenti della ditta perché è essa che svolge attività economica. Stiamo ben attenti.
Un secondo dubbio molto frequente riguarda la possibilità di sfruttare un nome già esistente.
È frequente che molte attività vengano chiamate allo stesso modo o con un nome molto simile. In questi casi, il Codice civile ci riporta che in situazioni del genere quando c’è il rischio di confusione il nome della ditta più giovane deve essere modificato o integrato. Possiamo quindi dire che tale nome è tutelato già dalla disciplina civilistica e quindi non può essere utilizzato. È consigliato, se si vuole utilizzare quindi un nome che si teme che sia già esistente controllare nel registro delle imprese tenuto dalla camera di commercio l’esistenza di tale ragione sociale.
Concludendo abbiamo visto che è possibile dare un nome alla propria partita iva e quali sono le differenze nel caso di nome per la ditta iscritta in camera di commercio, il nome quando la nostra partita iva è di tipo professionale oppure nel caso si tratti di una società di persone e/o di capitali. Inoltre, abbiamo visto quali siano i modi di poter svolgere il nostro business con un’unica partita iva con un unico nome ma che abbia più “nomi commerciali” attraverso l’utilizzo dell’insegna.
Ricordiamo inoltre che la tutela del nome da parte del Codice civile non è esaustiva e se si vorrà disporre economicamente e avere una tutela al 100% del n
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