Nel contenuto di oggi vogliamo fornire una guida su come aprire la propria partita IVA da nutrizionista.
In questo periodo, dove la bella stagione è alle porte e moltissimi stanno cercando di rimettersi in forma per non sfigurare sulle nostre belle spiagge, c’è chi si rivolge al proprio personal trainer di fiducia e chi invece ricorre ad una dieta per cercare di perdere quel chilo di troppo. Se siete dei nutrizionisti possiamo dire quindi che non c’è periodo migliore per aprire la vostra partita IVA e fatturare.
Quella del nutrizionista è una figura da sempre molto importante in quanto l’alimentazione sta al centro del nostro benessere psicofisico.
Ma come si diventa nutrizionista, che tipo di lavoro è, e quali sbocchi professionali ha un nutrizionista.
Il nutrizionista è un professionista molto versatile in quanto può collaborare con strutture sanitarie, palestre, scuole, comunità, centri estetici ecc… Il suo compito è quello di elaborare dei veri e propri piani alimentari per i propri assistiti.
Il nutrizionista infatti ha la possibilità di creare delle diete personalizzate ad i propri assistiti in modo che quest’ultimi possano raggiungere i propri obiettivi nel caso degli sportivi o che aiutino a dimagrare coloro che sono sovrappeso.
Ma come si diventa nutrizionista?
Il nutrizionista è lo specialista dell’alimentazione umana e per diventarlo la strada da percorrere è lunga ed occorre molto studio.
Per essere abilitati alla professione però non basterà semplicemente la laurea. Una volta superato questo scoglio infatti, sarà necessario iscriversi all’albo dei biologi e superare l’esame di stato.
Terminato il corso di studi ed ottenute le autorizzazioni necessarie, il biologo nutrizionista avrà la possibilità di elaborare dei veri e propri piani alimentari per i propri assistiti. Inoltre, il nutrizionista potrà occuparsi anche di gruppi di persone curando l’alimentazione di un collettivo. Il nutrizionista ha la facoltà di definire quali saranno i pasti per le mense aziendali, ospedali, case di riposo, scuole ed asili.
Dopo aver sostenuto con successo l’esame di abilitazione ed essersi iscritti all’albo nazionale dei biologi, per operare sarà però necessario scegliere il proprio assetto ovvero se come lavoratore dipendente presso per esempio delle strutture oppure come libero professionista. Nel secondo caso, come ben sappiamo è necessario aprire la propria partita IVA.
Come spesso ricordiamo, aprire la partita IVA, specialmente da libero professionista, può sembrare semplice tuttavia, è sempre meglio affidarsi ad un professionista.
In ogni caso, come per tutti i liberi professionisti, la partita IVA per biologo nutrizionista potrà essere aperta compilando e consegnando il modulo AA9/12 allo sportello dell’Agenzia delle Entrate più vicino. È importante compilare in maniera corretta il modulo, perché dalle informazioni in esso contenute deriveranno tutti gli adempimenti contabili e fiscali. In questo senso, sono decisivi la scelta del codice attività e del regime fiscale per la partita IVA per nutrizionista.
Ricordiamo che il fai da te in questa fase potrebbe risultare molto pericoloso; inoltre noi di Partita iva 24 apriamo gratuitamente la partita iva a tutti i nostri clienti.
Nel momento della compilazione del modulo AA9\12 una delle scelte cruciali sarà quello della scelta del codice ATECO, il quale determinerà il campo di attività della nuova partita IVA. La scelta del codice ATECO quindi, rappresenta uno dei motivi per cui è buona cosa rivolgersi ad un esperto. Si potrebbe correre il rischio di ritrovarsi con un codice ATECO non compatibile con l’iscrizione all’ordine o di sbagliare inquadramento con tutte le conseguenze derivanti.
Per la professione di biologo o biologo nutrizionista i codici ATECO che possono essere utilizzati sono diversi ed alcuni di essi non possono essere utilizzati per la l’attività da freelance. Ancora una volta, consigliamo di rivolgersi ad un esperto in modo da non ritrovarsi brutte sorprese da parte del fisco e dell’INPS.
Altro punto importante da non sottovalutare è la scelta del regime fiscale nel momento di apertura della partita IVA. La scelta è ormai limitata pressoché a 2 modalità: o si sceglie il regime forfettario o un regime tradizionale IVA. La scelta non è così scontata ed un buon professionista saprà consigliare quale è il migliore a seconda del caso.
In generale però, per chi intraprende una nuova attività, il regime forfettario comporta spesso migliaia di euro di risparmio per imposte e contributi.
Per i professionisti che sono iscritti ad un albo professionale, spesso esistono delle casse previdenziali professionali alla quale occorre iscriversi. Per i nutrizionisti, essendo prima di tutto biologi occorrerà iscriversi ad ENPAB.
La disciplina contributiva ENPAB prevede il un versamento di diverse tipologie di contributi. Abbiamo i contributi minimi che dovranno essere versati a prescindere dal fatturato del nutrizionista, ci saranno poi contributi che saranno calcolati sul reddito prodotto, la quale percentuale viene determinata annualmente (peri il 2019 è il 15 %) e per finire il contributo integrativo che viene addebitato nella misura del 4 % su ogni fattura emessa.
È importante affrontare questo tema perché l’attività del nutrizionista professionista è in generale un’operazione esente IVA.
Citando il D.P.R. 633/72 all’art. 10 al punto 18) riportiamo: “le prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell’esercizio delle professioni e arti sanitarie soggette a vigilanza, ai sensi dell’articolo 99 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modificazioni, ovvero individuate con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro delle finanze;”.
L’attività del nutrizionista, con il decreto ministeriale del 17/5/2002, è stata inclusa nelle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione alla persona. Ne segue che l’attività del biologo professionista rientra tra le operazioni esenti IVA.
Nella prassi operativa quindi, nelle fatture del nutrizionista professionista dovrà essere presente il riferimento alla normativa in questione.
Teniamo a precisare che anche le prestazioni del biologo professionista in regime forfettario sono esenti IVA infatti, come spesso detto negli articoli precedenti, questo regime è esente IVA.
Nella fattura del biologo professionista forfettario, come in tutte le fatture dei contribuenti forfettario, quindi, dovrà essere inserito il riferimento normativo dell’adesione al regime agevolato a prescindere dalla norma del D.P.R. 633/72.
Ecco di seguito un esempio di fattura di un biologo nutrizionista in regime forfettario.
Mario Bodoni
Via dei ciclamini 3
Milano (MI)
CF
P. IVA:
Nome e cognome/rag.soc. Cliente
Via Tommaseo 10
5131 Padova
CF:
Documento: FATTURA Numero: 1 Data: 01/01/2019
Attività svolta
compenso € 100
contributo ENPAB 4% € 4,00
Totale € 104,00
bollo € 2,00
Netto a pagare € 106,00
Operazione senza applicazione dell’IVA ai sensi dell’art.1, comma 58, Legge 190/2014, regime forfetario; operazione senza applicazione della ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’art.1, comma 67, Legge 190/2014
Applicata marca da bollo da 2 euro sull’originale se l’importo della fattura supera 77,47 Euro
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