Avere un conto corrente estero con una partita iva italiana non è più una situazione rara. Oggi infatti è possibile gestire i propri incassi e pagamenti attraverso conti corrente di istituti sia italiani che non. Per chi opta per un conto corrente estero associato alla propria partita iva ci sono però degli accorgimenti da tenere ai fini dichiarativi ed è anche necessario essere in possesso anche di un conto corrente italiano.
Possedere un conto o più conti correnti esteri è diventato molto comune. Negli ultimi anni sono nate diverse banche online che offrono dei servizi molto competitivi e conti anche a zero spese che semplificano molto la gestione finanziaria dei professionisti e delle imprese.
Il più delle volte, queste banche, non sono società italiane ma estere e i servizi di conto corrente non forniscono dei conti con IBAN italiano. Il conto è a tutti gli effetti estero, con un IBAN chiaramente del Paese in cui ha sede la banca.Cosa succede in questi casi? Per i titolari di partita iva italiana cambia qualcosa? È possibile operare con questi conti esteri o avere più conti? Si tratta di alcuni dubbi che chi lavora online ha poiché, spesso, l’esigenza di aprire un conto corrente all’estero per gestire in maniera più economica la propria situazione finanziaria è vitale.
Vediamo quindi come ci si comporta nel dettaglio.
Chi possiede un conto corrente estero è tenuto a dichiararne il possesso annualmente e, in certi casi anche al pagamento di alcune imposte per la detenzione di capitali all’estero. Nello specifico sarà necessario procedere alla compilazione del quadro RW della dichiarazione dei redditi e se necessario al versamento dell’IVAFE (l’imposta patrimoniale sulle attività finanziarie).
Attraverso i conti esteri non è possibile procedere al pagamento delle tasse. È dunque questo ad oggi il problema di fondo del gestire la propria attività attraverso un conto estero.
La questione, per i titolari di partita iva e non, nasce dal fatto che è obbligatorio pagare con modalità telematiche le tasse. Il pagamento dei modelli F24 infatti deve essere effettuato tramite il proprio home-banking e l’istituto bancario deve essere inoltre accreditato sui canali telematici di agenzia dell’entrate. Di seguito trovi il link diretto per valutare quali sono gli istituti accreditati con agenzia dell’entrate: Elenco banche.
La norma non permette di pagare gli F24 allo sportello.
Quindi, oltre ad avere un conto corrente che potrebbe anche essere estero, per gestire incassi e pagamenti della propria attività è necessario avere un conto corrente italiano personale che permetta di pagare gli F24.
I conti esteri, almeno ad oggi, non danno questa possibilità.
Terminando, possiamo dire che a livello fiscale non c’è problema per la gestione di un conto all’estero. Un titolare di partita iva italiana può liberamente decidere di operare anche solo con conti correnti esteri per incassare le proprie fatture.
Ovviamente, occorrerà sempre tenere anche un conto corrente dedicato o meno italiano, in quanto i pagamenti di imposte e contributi tramite F24 possono essere effettuati solo tramite questo.
Il possesso del conto estero, ricordiamo, porta con sé anche degli obblighi dichiarativi per ciò che riguarda il monitoraggio fiscale delle attività finanziarie detenute all’estero. Guarda il video per saperne di più.
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