In una prima fase, tali misure erano previste solo per i cosiddetti cervelli in fuga e quindi: ricercatori, professori, medici o comunque individui con alcune specifiche competenze a livello universitario. Di recente invece, con le ultime disposizioni, tali agevolazioni sono concesse a tutti (a patto che vengano rispettati i requisiti). Impiegati, operai ma anche sportivi (italiani e non) che decidono di spostare la propria residenza in Italia potranno godere delle agevolazioni fiscali previste.
Sommario
Regime impatriati come funziona
I vantaggi del regime degli impatriati
L'INPS nel regime degli impatriati
Ottenere l'agevolazione impatriati
Come avere i benefici se sei lavoratore dipendente
Come avere i benefici se apri partita iva
Aprire partita iva con il regime degli impatriati
Regime degli impatriati domande e risposte
Conclusione
Il regime degli impatriati pemette di tornare in Italia pagando meno tasse a quei contribuenti che stabiliscono la propria residenza sul territorio italiano dopo un periodo all’estero. Si tratta di un regime agevolato studiato dagli ultimi governi per incentivare il rientro in Italia dei tanti emigrati e attirare nuovi talenti attraverso uno sgravio fiscale non indifferente.
In questo contenuto vediamo come funziona, come si aderisce ma soprattutto quali benefici a livello fiscale godrebbe chi da espatriato o cittadino non italiano decidesse di trasferirsi in Italia per lavoro aprendo la propria partita iva (l’agevolazione comunque vale anche per chi venisse assunto con un contratto di lavoro dipendente).
Il regime per i lavoratori impatriati è un regime di tassazione agevolata temporaneo stabilito dall’articolo 16 del 147/2015. Per temporaneo si intende che vale per un periodo limitato nel tempo per coloro che ne posseggono e rispettano i requisiti nel tempo.
Tale regime è utilizzabile dai lavoratori che trasferiscono la loro residenza in Italia e possiedano i seguenti requisiti:
Rispettando quindi i requisiti, sia cittadini Italiani che stranieri possono aderire a tale regime agevolato. Nello specifico la tassazione agevolata di cui potranno disporre i contribuenti sarà riferita a:
Il legislatore attraverso questa manovra, ancor di più delle precedenti (il cosiddetto rientro dei cervelli di qualche anno fa) punta sul risparmio fiscale per il contribuente con la speranza di rilanciare la competitività del nostro paese attirando da un lato i talenti in fuga ma anche cittadini stranieri a prescindere dal “talento in sé”.
Per usufruire di questa agevolazione infatti a differenza delle precedenti non è necessario avere specifiche qualifiche. È sufficiente che l’interessato non abbia risieduto in Italia nei due precedenti periodi d’imposta, che l’attività sia prestata prevalentemente in territorio italiano e che il contribuente risieda nel nostro Paese per almeno due anni.
I vantaggi del regime degli impatriati per coloro che hanno i requisiti non sono indifferenti. Per l’anno di trasferimento e i successivi 4 infatti, il reddito da lavoro autonomo (quello prodotto con la partita iva) o da dipendente concorre alla formazione del reddito complessivo, ovvero quello tassabile, solo nella misura del 30%.
Ciò significa che ipotizzando un reddito annuo di 100 mila euro, ne verranno tassati solo 30.
Inoltre, per il lavoratore che decide di stabilire la sua residenza nel sud Italia, e per sud vengono intese: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia il reddito tassabile sarà solo il 10%.
Riprendendo l’esempio di poco sopra, nel caso di un reddito di 100 mila euro, la parte tassabile sarà solo 10 mila.
Ma non finisce qui!
Nel caso in cui il lavoratore abbia almeno un figlio minorenne a carico o acquisti una casa in Italia appena dopo il trasferimento o un anno prima di quest’ultimo, le agevolazioni continuano per altri 5 anni in maniera più bassa però.
Per il periodo di prolungamento, i redditi agevolati concorrono alla formazione dell’imponibile per il 50% del loro ammontare o, per il 10% in caso di lavoratori con almeno tre figli minorenni o a carico.
Nel caso di trasferimento di residenza in Italia, come detto sopra l’agevolazione vale per 5 anni a partire dall’anno in cui si è trasferimento quindi il contribuente che si trasferisce ma non comincia subito a lavorare o comunque produrre reddito agevolabile potrà usufruire di un solo quinquennio.
Facendo un ulteriore esempio, un cittadino che trasferisce la residenza in Italia nell’anno “x” e che inizia a produrre redditi di lavoro autonomo e che nell’anno “x+3”, in presenza di tutti i requisiti previsti dalla norma potrà usufruire della detassazione fino al periodo “x+4” (compreso).
L’INPS nel regime degli impatriati è stata una questione che ha tenuto banco a lungo. Come premessa è importante ricordare che in primis, il regime degli impatriati è un regime di tassazione agevolata. Ciò significa che ad essere ridotto di base sarà il valore delle tasse. Per meglio dire, ciò che viene ridotto è il valore della base imponibile sulla quale sarà calcolata l’IRPEF.
Dall’introduzione fino al 2023, l’INPS non si era espressa sull’aspetto contributivo e di conseguenza, la maggior parte degli addetti ai lavori in maniera cautelativa non hanno applicato l’agevolazione sul reddito imponibile anche sulla parte INPS.
Per chi infatti aderiva al regime degli impatriati infatti, prudenzialmente l’INPS veniva calcolata sul 100 % del reddito prodotto riducendo di molto l’appetibilità di tale regime.
Con una recente circolare finalmente abbiamo una presa di posizione da parte dell’INPS.
La Circolare INPS numero 52 del 07-06-2023 riporta infatti che l’imponibile ai fini previdenziali per chi aderisce al regime impatriati è lo stessa di quella ai fini IRPEF.
Di conseguenza, per chi decide di aprire la propria partita iva come lavoratore autonomo o come impresa individuale calcolerà la propria contribuzione su un imponibile ridotto in base alla nuova residenza italiana, al 10% se al sud Italia o del 30% se al nord Italia.
Facendo un semplice esempio con un reddito di 100 mila euro, la nostra base imponibile IRPEF potrà essere del 30 %, o 10 % nel caso di trasferimento nel sud Italia, i contributi INPS li pagheremo sullo stesso imponibile e dunque su 30 o su 10 mila euro.
Per ottenere l’agevolazione impatriati è necessario rispettare dei requisiti e certificarli al proprio datore di lavoro se dipendente o autocertificarli ai propri clienti e in sede di dichiarazione dei redditi se titolare di partita iva.
Se sei un lavoratore dipendente come detto sopra sarà necessario per te presentare una richiesta al datore di lavoro attraverso una autocertificazione che conterrà:
Attraverso questa dichiarazione il datore di lavoro saprà la quantità di ritenute da applicare agli stipendi.
Nei casi in cui il datore di lavoro non potrà riconoscerti tale agevolazione potrai fruirne comunque (in presenza dei requisiti) direttamente in dichiarazione dei redditi. In questo caso il reddito da lavoro dipendente deve essere indicato in misura ridotta.
Per avere i benefici se apri partita iva basterà comunicare l’adesione a tale regime in sede di dichiarazione dei redditi. Basterà compilare l’apposita sezione della tua dichiarazione.
Inoltre, questione non di poco conto, i lavoratori autonomi (i professionisti che solitamente fatturano subendo la ritenuta d’acconto) possono fruire di un’agevolazione proprio in fase di fatturazione. Infatti, presentando apposita autocertificazione a i proprio clienti, analoga alla precedente del lavoratore dipendente, sarà possibile subire una ritenuta su un imponibile ridotto.
Nel caso di apertura di una nuova partita iva il regime degli impatriati, almeno da un punto di vista pratico e operativo è uguale al regime ordinario, sconta le stesse imposte, gli stessi contributi ed ha gli stessi oneri.
L’agevolazione è riscontrabile solo in fase di dichiarazione dei redditi nel quale la base imponibile irpef è notevolmente ridotta.
Se vuoi quindi procedere all’apertura di una nuova partita iva e usufruire di questa importante agevolazione non ti resta che richiedere una consulenza preliminare del tutto gratuita con i nostri consulenti che ti guideranno in primis nella verifica dei requisiti e successivamente a trovare la soluzione migliore per il tuo caso. Dovrai solo compilare il form per prenotare la consulenza: https://partitaiva24.it/
In caso di mancato possesso dei requisiti le sanzioni sono abbastanza salate. Ciò che può essere contestato è:
Nel caso quindi di dichiarazione infedele, in mancanza dei requisiti l’agenzia dell’entrate invia un documento dove, per ogni anno di agevolazione fruito richiede l’imposta non versata e applica le relative sanzioni. Parliamo di sanzioni che vanno dal 90% al 180% delle maggiori imposte dovute e non versate.
È bene stare molto attenti e nel dubbio rivolgersi ad un consulente, soprattutto in fase preliminare è fondamentale. Come al solito con il fisco non si scherza!
In che modo sono agevolato?
Il reddito imponibile IRPEF da lavoro dipendente o da partita iva (professionista o impresa) è ridotto al 30% dell’imponibile o si riduce al solo 10% se ci si trasferisce in una delle Regioni del Sud d’Italia.
Quanto dura il regime degli impatriati?
L’agevolazione impatriati dura 5 anni a partire dall’anno in cui si prende residenza fiscale in Italia. L’agevolazione può essere prolungata per altri 5 anni se si acquista un immobile in Italia o se si ha un figlio minorenne.
Quali sono i requisiti per il regime degli impatriati?
Devo essere stato iscritto all’AIRE per ottenere l’agevolazione?
L’agevolazione impatriati è fruibile anche senza iscrizione AIRE per i rimpatrii che avvengono dal 2020
Il regime degli impatriati è compatibile con il regime forfettario?
L’agevolazione impatriati si applica solo ai redditi imponibili IRPEF. Il regime forfettario essendo tassato con un’ imposta sostitutiva non da la possibilità di accedere al regime degli impatriati che è tassato con irpef tradizionale.
In questo caso è necessario effettuare una valutazione di convenienza tra i due. Contattaci per capire quale è per te la soluzione migliore:https://partitaiva24.it/
Durante il periodo di validità del regime degli impatriati posso godere dell’agevolazione anche se cambio datore di lavoro o se apro partita iva?
Si, l’agevolazione è fruibile anche in caso di cambiamento del datore di lavoro.
Per concludere, la nuova agevolazione legata agli impatriati è una forte spinta verso l’Italia per chi vive all’estero. Ciò non vale solo per per gli italiani all’estero, ma anche per i non italiani che hanno il desiderio di trasferirsi. Per chi vive all’estero ed ha intenzione di venire a vivere e lavorare in Italia il momento è propizio. Tale regime almeno per i primi anni di attività comporta una riduzione non indifferente del carico sia fiscale che contributivo.
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