Capita sempre più spesso che molti, anche se già sicuri di una fonte di reddito dovuta ad un contratto di lavoro dipendente, cerchino di mettersi in proprio con lo scopo di arrotondare o gettare le basi di una attività per diventare il capo di sé stesso. Mettersi in proprio, porta necessariamente all’apertura della partita IVA per essere in regola al 100% ed evitare spiacevoli sorprese.
Nel contenuto di oggi cercheremo di aiutare in particolare gli insegnanti. Forniremo una guida sull’apertura della partita IVA e mostreremo quali sono le condizioni e i limiti a cui sottostanno se legati da un contratto da lavoratore dipendente con l’amministrazione pubblica.
I casi da affrontare sono diversi:
il docente senza contratto di lavoro dipendente che comincia a dare delle lezioni private in maniera abituale e continuativa;
l’insegnante con contratto di lavoro dipendente
che vorrebbe esercitare anche la libera professione (un esempio molto comune è il professore di storia dell’arte che è anche un architetto);
che vuole intraprendere una carriera imprenditoriale aprendo per esempio una ditta individuale.
Nel corso del nostro articolo toccheremo i diversi casi cercando di sciogliere i dubbi dei nostri lettori. Partiamo!
Sommario
Che partita iva scegliere?
I vantaggi del regime forfettario per l'insegnante
Le semplificazioni in materia di IVA
Un’unica imposta
Nessuna ritenuta d’acconto
1. L’insegnante senza contratto di lavoro dipendente
2. L’insegnante lavoratore dipendente
2.1 Lavoratore autonomo
2.2 Commerciante\artigiano
Come aprire la partita iva online per insegnante
Partita iva o prestazione occasionale?
Quando si apre la partita IVA però ci sono delle scelte da fare, la prima è quella del regime a cui aderire. In Italia, per esempio, esiste uno dei regimi agevolati con un’aliquota di tassazione tra le più basse in Europa: il regime forfettario.
Per poter aderire a tale regime ci sono però dei requisiti da rispettare:
Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico dei docenti:
Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.
Partiamo subito con il primo vantaggio.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del docente quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà l’insegnante nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto l’insegnante è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
Il nostro insegnante, se comincia a dare lezioni in maniera abituale e continuativa, a prescindere dal fatto che guadagni più o meno dei famosissimi 5.000 € annui non può usare la ricevuta di prestazione occasionale classica o gli strumenti messi a disposizione dalla l’ultima riforma del lavoro occasionale del 2017. L’insegnante dovrà procedere all’apertura della partita IVA.
Con l’apertura della partita IVA l’insegnante sarebbe in regola al cento per cento.
Nel caso in cui il l’insegnante è un dipendente pubblico la situazione è diversa. Il lavoratore dipendente pubblico, infatti, deve svolgere il proprio impiego in modo esclusivo per l’amministrazione a cui appartiene. La violazione del divieto si può configurare causa di decadenza dall’impiego.
Riguardo le modalità ed i limiti per l’apertura della partita IVA per i dipendenti pubblici rimandiamo al nostro articolo “partita Iva se si è dipendenti” dove abbiamo affrontate le differenti casistiche. Tornando al nostro insegnante che lavora nella scuola pubblica possiamo dire che possono intraprendere una attività economica come lavoratori autonomi chiedendo autorizzazione al direttore didattico o il preside per verificare la compatibilità con l’orario di insegnamento.
Per l’impresa ed il commercio la situazione è decisamente diversa. Come afferma il decreto legislativo n. 297/94 all’art.508 commi 7-10 che recepisce quanto stabilito dal DPR n. 3/57, gli insegnanti si trovano in situazione di incompatibilità con l’esercizio del commercio e dell’industria.
Per esercizio del commercio e dell’industria si intende ogni attività imprenditoriale e la partecipazione in qualità di socio a società di persone quali le società in nome collettivo, le società in accomandita semplice, le società semplici. La partecipazione a tali società è possibile nei casi in cui la responsabilità del socio sia limitata per legge o per atto costitutivo della società. L’esercizio di attività imprenditoriale si realizza anche nei casi in cui si ricopra la posizione di presidente o amministratore delegato in società di capitali quali le società per azioni, le società a responsabilità limitata, le società in accomandita per azioni. Non viene considerato esercizio di attività imprenditoriale il fatto di ricoprire la posizione di amministratore o di presidente di fondazioni o associazioni o di altri enti senza fini di lucro.
Passate in rassegna le diverse situazioni possibili, vediamo come si apre la partita IVA per un insegnante in regime forfettario.
Verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta entrando sul sito dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario. In questa sede, si dovrà anche scegliere il codice Ateco che indica l’attività che si andrà a svolgere. La modulistica stampata e compilata deve poi essere consegnata presso una sede qualsiasi di Agenzia delle Entrate presente sul territorio.
Ricordiamo che il codice attività da insegnante in generale appartiene a quella categoria di codici Ateco che fa capo alla gestione separata INPS.
Caso diverso per quei docenti che sono professionisti che hanno una cassa previdenziale propria. Questi professionisti, come per esempio architetti o ingegneri devono iscriversi alla propria cassa di appartenenza ai fini previdenziali e valutare se questa preveda scontistiche o esclusioni dato un rapporto di lavoro dipendente che coesiste con quello autonomo.
Sembra tutto facile tuttavia, l’apertura della partita IVA non è così semplice come appare.
Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice Ateco sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli si capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore. Inoltre, con Partita Iva 24 non ti verrà richiesto alcun compenso in sede di apertura.
A conclusione, merita spazio certamente anche la prestazione occasionale.
Non ci stancheremo mai di dire che se avete sentito che superate i 5000 € di reddito non dovete aprire la partita IVA ma potete lavorare con la prestazione di lavoro occasionale, il libretto di famiglia o il contratto di prestazione occasionale “prestO” sappiate che siete totalmente fuori strada.
Se l’attività che si deve svolgere è caratterizzata da abitualità e continuità, ovvero il lavoro è caratterizzato da regolarità, stabilità e sistematicità si è obbligati ad aprire la partita IVA. Se invece la vostra prestazione è di tipo totalmente occasionale allora potrete utilizzare uno degli strumenti sopracitati.
Degli esempi possono essere delle ripetizioni date dopo l’orario scolastico, degli interventi in dei corsi di formazione specifici, una consulenza straordinaria ad un professionista. Ciò che importa è che non svolgiate tutto ciò in maniera abituale. Il motivo per cui l’apertura della partita IVA diventa un obbligo sia per il caso dell’insegnate come per qualsiasi altra professione è l’abitualità e la continuità dell’attività.
Salve,
ottimo articolo, chiaro ed esaustivo.
Sono un’insegnante con incarico annuale nella scuola pubblica: ci sono impedimenti/incompatibilità affinché io apra (in regime forfettario) una partita IVA per la gestione della monetizzazione YouTube e AdSense (il codice ateco dovrebbe essere quello riferito ai servizi pubblicitari su web)?
Grazie infinite.
Buonasera Giuseppe,
se ha un incarico pubblico annuale dovrebbe richiedere di volta in volta l’autorizzazione al mantenimento della sua p. iva al proprio dirigente scolastico.
Inoltre, sarebbe bene da valutare il tipo d’attività svolta. Se si trattasse di attività di tipo commerciale infatti questa sarebbe incompatibile con la posizione da dipendente pubblico.
Per una consulenza più approfondita le consiglio di compilare il nostro form di contatto presente in homepage: partitaiva24.it.
Buongiorno,
Io sono una insegnante di lingua inglese con partita iva forfettaria Ditta Individuale e realizzo corsi per bambini in scuole private e corsi privati in sedi specifiche. Posso organizzare un corso di lingua inglese in un parco, che mi affitta uno spazio, come centro estivo Summer Camp con funzione educativa ricreativa?
Grazie.
Buongiorno Paola,
si, a nostro parere potrai effettuare tale attività. Ti consiglio eventualmente di sentire la struttura e il comune per valutare se sia necessario effettuare qualche adempimento specifico.