Oggi ci occuperemo di come aprire partita IVA online per agente di commercio. La figura dell’agente di commercio è una professione molto richiesta sul territorio italiano. Soprattutto per i giovani che si affacciano per la prima volta nel mondo lavorativo, questa professione è molto formativa. L’agente di commercio inoltre, è un’attività che se svolta con una certa professionalità può dare grandi soddisfazioni sia dal punto di vista economico che umano. Quando si inizia però, è importante conoscere per bene quali sono tutti i risvolti della professione, e quali sono gli aspetti fiscali e contributivi. Niente paura però, con il contenuto di oggi forniremo una guida per chi vuole aprire partita IVA online per agente di commercio.
Sotto diversi punti di vista la figura dell’agente è molto simile a quella del procacciatore d’affari che abbiamo già inquadrato nel nostro articolo “procacciatore d’affari: partita IVA e regime forfettario”.
Per il contratto di agenzia, l’agente si obbliga a promuovere la conclusione di contratti in una determinata sfera territoriale per conto dell’altra parte (art. 1742 codice civile); nel procacciamento d’affari, il procacciatore d’affari non assume alcuna obbligazione rispetto allo svolgimento dell’attività avendo la sola facoltà di segnalare l’opportunità commerciale al preponente. Il rapporto di procacciamento normalmente quindi, è sciolto dal vincolo di stabilità rispetto al preponente, poiché il procacciatore d’affari può agire in totale autonomia. La caratteristica propria dell’agente di commercio rispetto al procacciatore d’affari invece, è proprio la stabilità e continuità del rapporto con l’azienda mandante.
Tuttavia, come abbiamo già visto nel nostro precedente contenuto, quando sussiste un rapporto stabile tra mandante e procacciatore d’affari, al procacciatore vengono applicate le stesse norme che regolano l’agente.
Benché possa sembrare un’attività professionale, quella dell’agente di commercio viene inquadrata dal punto di vista fiscale e contributivo come un’attività commerciale a tutti gli effetti. Vediamo quindi quale è la procedura per aprire la partita IVA per un agente di commercio.
Il primo step per essere in regola come agente di commercio è l’apertura della partita IVA e la contestuale iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio. Come abbiamo fatto presente poc’anzi, l’agente di commercio è inquadrato come un commerciante a tutti gli effetti.
La procedura di attribuzione del numero di partita IVA e l’iscrizione al registro delle imprese avviene attraverso una procedura unica, chiamata comUnica a cui possono accedere solo gli enti e i professionisti abilitati.
Ricordiamo che l’iscrizione in camera di commercio richiede anche dei costi di avvio. I predetti, fanno riferimento a spese di istruttoria, diritti e bolli vari che variano da pratica a pratica. L’apertura della partita IVA per l’agente di commercio quindi non è gratuita e veloce come nel caso del libero professionista freelance (quest’ultimo infatti per essere in regola non deve iscriversi al registro delle imprese) e di certo non basta avere una partita IVA aperta senza aver fatto tutti gli adempimenti con il registro delle imprese.
Come per tutte le attività, prima di cominciare, occorre essere ben informati se siano necessari dei requisiti professionali particolari per intraprenderla.
Spesso e volentieri infatti, molti ignorano la necessità di una qualifica professionale per intraprendere una attività imprenditoriale. Tra le altre, anche per la professione di agente di commercio sono necessari dei particolari requisiti professionali da parte del titolare della nuova impresa. Oltre ai normali requisiti morali e di onorabilità dell’imprenditore infatti, al nuovo agente di commercio verranno richiesti, in sede di apertura, dei requisiti professionali.
L’aspirante agente di commercio, al momento d’iscrizione al registro imprese dovrà dimostrare di essere in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti richiesti:
N.B. La professione dell’agente di commercio non è compatibile con attività svolta come lavoratore dipendente.
Constatata la presenza dei requisiti professionali, nel momento di apertura della partita IVA anche nel caso dell’agente di commercio è importante il momento della scelta del regime fiscale. Se si tratta di una nuova attività consigliamo di aderire al regime forfettario almeno per i primi tempi. Come spesso menzionato infatti, questo regime semplifica molto la vita ai contribuenti e permette un risparmio importante in termini di imposte e contributi. Ma vediamo quali sono le agevolazioni nello specifico per gli agenti di commercio.
Uno dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15%. La differenza nell’aliquota dipende dal fatto se il contribuente può essere considerato start-up o meno. Inoltre, la presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse in Italia.
L’INPS per l’agente di commercio, appartenendo alla gestione commercianti prevede una agevolazione contributiva pari al 35 % se si aderisce al regime forfettario sia sulla contribuzione fissa che a percentuale.
Ricordiamo che l’agevolazione non è implicita ma deve essere richiesta all’INPS, se si è appena aperta la partita IVA va fatta richiesta immediatamente. A differenza dei tradizionali commercianti però l’agente di commercio ha una disciplina leggermente diversa, vediamo perché.
Ai fini previdenziali gli agenti di commercio, come abbiamo visto, sono trattati alla stregua dei commercianti per cui sono assoggettati alla gestione INPS commercianti. Come sappiamo, questa gestione presuppone una contribuzione minima fissa fino ad un certo livello di reddito ed una in percentuale al superamento del livello minimo di reddito.
Per tutti coloro che hanno un reddito che non supera i 15.548 € annui, il versamento dei contributi minimi è di circa € 3.600. Per chi aderisce al forfettario e richiede la riduzione del 35 % la somma annuale minima da versare si abbassa a 2.400 €.
Per coloro che invece percepiscono più di 15.548 €, si dovranno versare anche i contributi in percentuale. Anche in questo caso, per chi aderisce al forfettario, sulla parte in percentuale si avrà una riduzione del 35%.
Oltre all’INPS però, gli agenti di commercio dovranno versare i propri contributi anche ad un altro ente previdenziale, l’ENASARCO.
L’ENASARCO, è l’ente nazionale di assistenza per gli agenti e rappresentanti di commercio. I contributi ENASARCO per l’agente, sono aggiuntivi rispetto alla gestione previdenziale INPS.
L’agente di commercio viene iscritto a questo ente previdenziale direttamente dall’azienda mandante entro 30 giorni dal conferimento del mandato.
Riguardo il totale da versare a quest’ente previdenziale, la contribuzione ENASARCO si calcola su tutte le somme dovute all’agente a qualsiasi titolo (provvigioni o premi che siano). L’aliquota contributiva stabilita per il 2018 è nella misura del 16%. Di questa somma, la metà (8%) è a carico dell’azienda preponente e l’altra metà (8%) invece, è a carico dell’agente. La quota di competenza dell’agente viene versata da parte dell’azienda mandante stessa e viene calcolata a titolo di ritenuta direttamente nelle fatture che l’agente emetterà nei confronti dell’azienda mandante.
Per concludere, ricordiamo inoltre che la contribuzione ENASARCO ha una quota minimale ed una massimale annua che si differenzia per gli agenti monomandatari ed i plurimandatari nella seguente maniera.
monomandatario | plurimandatario | |
minimale | € 836 | € 418 |
massimale | € 37.500 | € 25.000 |
Buongiorno ,
A mia figlia hanno proposto di aprire la partita iva come subagente assicurativo con agevolazione per start upp. Prevedendo, il
Primo anno , di guadagnare non più di 10/12 mila euro annue come si calcola il contributi INPS ? Dovrà pagare comunque un importo minimo indipendentemente dalle provvigioni guadagnate ?
Grazie
Elio
Buongiorno Elio,
si, se iscritta alla gestione commercianti dovrà comunque versare il minimale inps previsto. Questo minimale, se richiesta la riduzione del 35% previsto dal regime forfettario sarà di circa 2.500 €.