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Aprire partita IVA online per infermiere

Tra i mesi di settembre e novembre sono moltissimi i neolaureati in scienze infermieristiche. Dopo questa grande conquista, sono altrettanti i giovani che in cerca di lavoro decidono chi per necessità o chi per scelta di aprire la partita IVA. Noi, con l’articolo di oggi, cercheremo di dare una mano agli infermieri neolaureati ma anche agli infermieri con esperienza che decidono di aprire la partita IVA. Spiegheremo quali sono i passi per aprire la partita IVA e proveremo a mettere in chiaro che la partita IVA non è per nulla onerosa. Inoltre, forniremo l’inquadramento adatto per l’infermiere professionista facendo anche degli esempi su quante tasse e contributi previdenziali si andranno a pagare.

Sommario

Come si apre la partita iva online per un infermiere professionista

Il regime forfettario per infermiere professionista

Le semplificazioni in materia di IVA

Un’unica imposta

Nessuna ritenuta d’acconto

Gli obblighi per mantenere il regime forfettario

Il limite di fatturato

Altri limiti

L’obbligo di rispettare il fatturato per l'infermiere

La contribuzione all'ENPAPI dell'infermiere professionista

contributo soggettivo

contributo integrativo

contributo di maternità

Quanto paga di imposte e contributi un infermiere in regime forfettario

Come emette fattura un infermiere professionista in regime forfettario

Infermiere libero professionista con cassa ENPAPI

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Come si apre la partita iva online per un infermiere professionista

Spesso volentieri è il primo passo quello che spaventa di più. Aprire la partita IVA però, certe volte permette di avere molti vantaggi dal punto di vista fiscale e contabile. Per prima cosa, ricordiamo che aprire la partita IVA online per infermiere è totalmente gratuito.

Come nel caso di tutti i professionisti infatti, per aprire la partita IVA è necessario scaricare direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate il modello AA9/12 compilarlo in maniera corretta e inoltrarlo di nuovo all’Agenzia delle Entrate.

I dati da inserire nel momento della compilazione sono:

Per i primi tre punti non ci sono particolari problemi. Gli ultimi due, il codice ateco e la scelta del regime sono abbastanza importanti per la futura partita IVA e quindi bisogna prestare maggiore attenzione nel momento di compilazione del modulo per aprire la partita IVA.

Il codice Ateco infatti, determinerà l’area di attività del professionista e una scelta sbagliata potrebbe portare a sanzioni.

Il codice Ateco che consigliamo per l’attività di infermiere professionista è il 86.90.29: altre attività paramediche indipendenti nca.

Riguardo il regime fiscale, il nostro infermiere potrà scegliere tra il regime ordinario e il regime forfettario.

La scelta del primo piuttosto che del secondo porterà ad un diverso trattamento dell’infermiere dal punto di vista fiscale e contabile. Consigliamo sempre di rivolgersi al proprio consulente di fiducia, egli saprà consigliare il regime migliore per il caso specifico.

Anticipando, possiamo dire che per i più giovani che si avvicinano per la prima volta nel mondo del lavoro e che pensano di non riuscire a guadagnare più di 85.000 € in un anno la scelta migliore è il regime forfettario. Vediamo perché.

Il regime forfettario per infermiere professionista

Dal 2015, il regime forfettario rappresenta l’unico regime di vantaggio in Italia. Questo regime è indicato per tutti coloro che si avvicinano per la prima volta nel mondo del lavoro garantendo delle importanti agevolazioni dal punto di vista fiscale e contabile.

Tutti gli infermieri che vogliono aprire la partita IVA devono conoscere quali vantaggi avranno nel caso di apertura in regime forfettario.

Le semplificazioni in materia di IVA

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture dell’infermiere quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà l’infermiere nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.

Un’unica imposta

Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.

Nessuna ritenuta d’acconto

Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto l’infermiere è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.

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Gli obblighi per mantenere il regime forfettario

È giusto parlare anche di quali saranno gli obblighi da rispettare per mantenere il regime di vantaggio.

Il limite di fatturato

Il regime forfettario permetterà all’infermiere professionista di fatturare al massimo 85.000 €.

Altri limiti

Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico dell’infermiere:

Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.

L’obbligo di rispettare il fatturato per l’infermiere

I vantaggi devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante come già anticipato è il limite di fatturato.

Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”

Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.

Oltre alla disciplina fiscale per l’infermiere professionista è importante la disciplina contributiva.

L’infermiere infatti, è uno di quei professionisti che ha una cassa previdenziale propria: ENPAPI. L’infermiere professionista quindi sarà tenuto al pagamento dei propri contributi previdenziali all’ENPAPI.

La contribuzione all’ENPAPI dell’infermiere professionista

L’ENPAPI (ente nazionale previdenza e assistenza professioni infermieristiche) è la cassa di previdenza obbligatoria per tutti gli infermieri professionisti. La sua iscrizione obbligatoria per chi vuole esercitare la professione di infermiere professionista prevede il pagamento annuale dei contributi previdenziali.

I contributi previdenziali da versare all’ENPAPI si dividono in tre categorie:

contributo soggettivo

Per i redditi conseguiti nell’anno 2019 l’aliquota applicata sarà pari al 16% sul reddito imponibile. In ogni caso sarà dovuto un contributo soggettivo minimo pari, per l’anno in corso, ad euro 1.600 annui.

contributo integrativo

Il contributo integrativo dovuto annualmente da ogni infermiere iscritto è rappresentato da una maggiorazione percentuale pari al 4 %da applicare su tutti i corrispettivi lordi che concorrono a formare il reddito imponibile dell’attività infermieristica libero-professionale, anche se questi sono esenti da IVA.

Nei confronti delle pubbliche amministrazioni la misura del contributo integrativo riscossa dall’iscritto resta fissata al 2%. Il versamento ad ENPAPI del relativo importo è dovuto indipendentemente dall’effettivo pagamento che ne abbia eseguito il debitore; lo stesso è ripetibile nei confronti di quest’ultimo. Questo contributo quindi, può essere inserito in fattura da parte dell’infermiere a titolo di rivalsa.

È in ogni caso dovuto un contributo integrativo minimo attualmente pari a euro 150 annui.

contributo di maternità

Questo è un importo fisso stabilito annualmente dall’ ENPAPI.

Quanto paga di imposte e contributi un infermiere in regime forfettario

In regime forfettario sia imposte che contributi saranno calcolate sul fatturato lordo diminuito dalla percentuale di costi, assegnata dal coefficiente di redditività.

Nel caso specifico dell’infermiere professionista la parte di costi imputata sul fatturato lordo è del 22%.  Procediamo a fare un esempio per essere più immediati.

L’infermiere Tarabella, titolare di una partita IVA in regime forfettario start-up per il 2017 ha avuto un fatturato di 30.000€.

La prima operazione da fare è calcolare l’imponibile su cui si andranno poi a pagare sia le imposte che i contributi.

Dovremo quindi sottrarre il 22% al fatturato lordo ed avremo il nostro reddito imponibile. (ricordiamo che il coefficiente di redditività per l’attività da infermiere è il 78%).

€ 30.000 – (30.000x 22%) = € 23.400

L’imposta sostitutiva che il sig. Tarabella andrà a pagare sarà pari a: €23.400 x 5% = 1.170 €

Aggiungiamo inoltre, che la base imponibile ai fini fiscali in regime forfettario coincide con la base imponibile ai fini contributivi.

Quindi potremmo anche improvvisare un calcolo molto approssimativo della contribuzione del sig. Tarabella.

Imponibile € 23.400

Aliquota contributo soggettivo 16%

Aliquota contributo integrativo 4%

Contributo soggettivo € 23.400 x 16 %= 3.744 €

Contributo integrativo € 23.400 x 4%= 936 €

Totale € (3.744 + 936) = 4.680 €

Dobbiamo tenere presente che sarà presente anche il contributo di maternità che varia di anno in anno.

Facendo quindi un conto totale, l’infermiere in regime forfettario per un fatturato di € 30.000 pagherà:  € 4.680 di contributi  più € 1.170 di imposte per un totale di € 5.850.

Come emette fattura un infermiere professionista in regime forfettario

È bene riportare un esempio di come emetterà fattura un’infermiere professionista in regime forfettario.

Infermiere libero professionista con cassa ENPAPI

Angelo Tarabella
Viale Liberio 17
Milano (MI)
Codice fiscale:
Partita IVA:

Nome e cognome del cliente\ rag. soc. cliente

Via Matteo 34
35131 Padova
Codice fiscale:
Partita IVA:

Documento: FATTURA      Numero: 1       Data: 01/01/2019

……………….. Descrizione prestazione ……………………………

Compenso professionale                                              € 100,00

IVA                                                                                   € 0,00

contributo integrativo ENPAPI                                  € 4,00

totale  documento                                                   € 104,00

+ bollo                                                                               € 2,00

netto a pagare                                                           € 106,00

Operazione senza applicazione dell’IVA ai sensi dell’art.1, comma 58, Legge 190/2014, regime forfetario; operazione senza applicazione della ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’art.1, comma 67, Legge 190/2014

Applicata marca da bollo da 2 euro sull’originale se l’importo della fattura supera 77,47 Euro

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 20/11/2017
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    5 commenti
  1. luciano ha detto:

    se apri partita iva in regime forfettario a Dicembre, devi comunque versare il minimo del contributo soggettivo ENPAPI di 1600 euro ed i 150 dell’integrativo anche se non hai fatturato una cifra adeguata per l’anno in corso?

    • Michele (Partitaiva24.it) ha detto:

      Buongiorno Luciano,

      per un informazione completa e corretta ti consigliamo di sentire direttamente ENPAPI.

  2. Veronica ha detto:

    Buongiorno ma chi apre partita IVA all’Agenzia delle Entrate è obbligata ad iscriversi alla Camera di Commercio?

    • Michele ha detto:

      Buongiorno Veronica,

      non sempre è obbligatoria l’iscrizione camerale. Coloro che dovranno iscriversi in camera di commercio sono i commercianti e gli artigiani, per i lavoratori autonomi non è necessaria l’iscrizione.