Il 25 novembre è la data della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. In tutto il mondo, oggi, si susseguono eventi per ricordarla e iniziative per aiutare le vittime di violenza ad emanciparsi.
Nel 1960, nella Repubblica Domenicana, all’epoca nelle mani del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, tre donne, le sorelle Mirabal, vennero assassinate brutalmente dai militari dopo essere state fermate ad un posto di blocco mentre si stavano recando in carcere a far visita ai mariti, oppositori del governo.
Prima di essere gettate in un precipizio con la loro auto, col tentativo di simulare un incidente, i militari le stuprarono, torturarono e massacrarono a colpi di bastone. Per tale motivo, le tre sorelle Mirabal sono state considerate esempio di donne rivoluzionarie impegnate contro il regime autoritario domenicano. Il 25 novembre è la data che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito, nel 1999, per celebrarle.
Da allora, si susseguono in tutto il mondo eventi per ricordarla e iniziative per aiutare le vittime di violenza ad emanciparsi. In Italia, sono attivi diversi bandi che coinvolgono anche le imprese pronte a dare una mano alle vittime di violenza. Quali sono i progetti che possono supportarle? Scopriamone alcuni.
La mancanza di indipendenza economica è spesso uno dei fattori che ostacola l’uscita da situazioni di violenza domestica. L’82,5% delle donne ha un basso livello di indipendenza economica contro il 17,5% che è economicamente indipendente.
Tra i progetti attivi che aiutano le donne vittime di violenza, va segnalata l’iniziativa della Regione Liguria che ha previsto la realizzazione di interventi di sostegno all’autonomia delle donne in carico ai centri antiviolenza accreditati e ai servizi sociali territoriali, attraverso la concessione di contributi finalizzati a favorire il loro inserimento lavorativo.
Le risorse vengono assegnate ad ogni progetto presentato, in base all’ordine di ricezione delle domande e fino ad esaurimento delle risorse disponibili. I beneficiari dell’incentivo sono tutti i soggetti privati che assumeranno le donne vittime di violenza, i quali dovranno presentare le domande entro le ore 12.00 del 31 dicembre 2020. Per ulteriori informazioni è possibile contattare ALiSEO, l’Agenzia ligure per gli studenti e l’orientamento.
Lo scorso luglio, la Regione Lazio ha dato il via al Progetto “IntegrA – Interventi e Azioni di rete per l’inclusione attiva” destinato alle donne seguite dai centri antiviolenza e finalizzato alla loro occupabilità. L’avviso, finanziato dal POR FSE 2014-2020, terminerà a maggio 2021.
Nell’ambito del progetto, l’Associazione Differenza Donna ha previsto un intervento integrato della durata di 600 ore e 10 mesi per lo svolgimento principalmente di 3 azioni. La prima consiste nella presa in carico e orientamento al lavoro con l’obiettivo di evidenziare le competenze e le attitudini professionali delle destinatarie del progetto.
La seconda azione, invece, mira a rafforzare le capacità personali delle vittime di violenza mediante l’acquisizione di efficaci metodi di ricerca attiva del lavoro, strumenti per la redazione di CV e per la gestione dei colloqui di lavoro. Rientrano, inoltre, in questa azione il sostegno psicologico e la consulenza in diverse materie: diritto civile, penale, fiscale e del lavoro.
La terza concerne, invece, la segnalazione agli attori pubblici e privati del mondo del lavoro, collegati alla rete attivata di Differenza Donna, delle destinatarie. Ad ognuna verrà riconosciuta un’indennità di partecipazione.
Inoltre, sul sito web dell’associazione si possono trovare tutte le iniziative messe in campo per le aziende che vogliono collaborare per contrastare violenze e discriminazioni sulle donne e sui loro bambini.
Nello specifico, vanno segnalati, tra gli altri: il programma “Attivista per le donne”, attraverso cui l’azienda che aderisce con una donazione a partire da mille euro, riceverà l’attestazione per detrarre il contributo ai fini fiscali insieme ad un certificato di ringraziamento da condividere con dipendenti, clienti e fornitori; il programma “Ambasciatrice per le donne”. Mediante una donazione a partire da 30 mila euro, infatti, si potrà ricevere l’attestazione per detrarre il contributo ai fini fiscali insieme al certificato di ringraziamento. Sul sito vengono poi illustrati alcuni esempi di cosa fa l’associazione con le donazioni in base ai diversi importi.
Contributi a datori di lavoro a sostegno dell’occupazione sono stati previsti dal bando pubblicato a giugno dalla Regione Toscana. Il bando è finanziato con risorse del Programma operativo regionale (Por) del Fondo sociale europeo (Fse) 2014-2020.
Il budget di 5,6 milioni di euro è destinato ai privati con sede legale o unità operative destinatarie delle assunzioni nelle aree di intervento indicate al paragrafo 4 “Aree territoriali di intervento” del bando, che assumono a partire dal primo gennaio 2020 le specifiche tipologie di lavoratori previsti dall’avviso, tra cui vi rientrano proprio le donne vittime di violenza. I beneficiari possono presentare la richiesta di contributo fino al 15 gennaio 2021, salvo chiusura anticipata per esaurimento delle risorse.
Il datore di lavoro deve, dunque, inoltrare l’istanza esclusivamente online all’indirizzo https://web.regione.toscana.it/fse3 tramite l’applicazione “Formulario incentivi alle imprese”, previa registrazione al Sistema Informativo FSE, al quale si accede attraverso la Carta Nazionale dei Servizi (Cns) attiva, oppure, con credenziali Spid (Sistema pubblico di identità digitale). È possibile richiedere il contributo anche per più lavoratori in un’unica istanza online, purché appartengano tutti ad una stessa tipologia.
Le vittime di violenza, destinatarie del progetto, devono essere inserite nei percorsi di protezione certificati dai servizi sociali del comune di residenza o dai centri antiviolenza o dalle case rifugio di cui all’articolo 5 bis del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93 (Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province), convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119. Detti soggetti svantaggiati potranno ricevere un incentivo pari a 10 mila euro per l’assunzione a tempo indeterminato full time e 5 mila euro se assunti part-time.
Un altro progetto interessante, per chi vuole fare impresa e aiutare le donne vittime di violenza, è “DANAE”, finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre alla Poiesis, società cooperativa sociale Onlus, capofila dell’iniziativa, sono promotori il Comune di Civitanova nelle Marche e la Praxis, associazione di promozione sociale.
Le donne vittime di violenza, destinatarie del progetto di reinserimento lavorativo e sociale, potranno ottenere gratuitamente: una nuova qualifica professionale, attraverso la frequentazione di un corso di formazione riconosciuto, sostegno psicologico, abitativo, cura dei bambini piccoli, inserimento lavorativo in un’azienda e il tirocinio in un comune. Inoltre, l’associazione offre il supporto anche per lo sviluppo di un’idea professionale di inserimento lavorativo.
Per le aziende private che vogliono aiutare le donne vittima di violenza, il progetto DANAE prevede la possibilità di attingere forza lavoro qualificata mediante assunzione agevolata, oppure, un affidamento esterno alla cooperativa delle mansioni necessarie all’azienda (lavoratori, lavori, reparti, ecc.), senza ricorrere all’assunzione.
La Rete Danae è presente in circa 10 centri marchigiani.
Il 16 luglio è entrato in vigore un decreto del governo che detta disposizioni per l’erogazione di misure di sostegno agli orfani per crimini domestici e di genere. Gli orfani beneficiari sono minorenni o maggiorenni, purché di età non superiore a trent’anni ed economicamente non autosufficienti.
Nello specifico, sono interessati dal provvedimento: gli orfani di crimine domestico ossia omicidio commesso dal coniuge della vittima (anche legalmente separato o divorziato) o contraente di unione civile (anche se cessata) o stabile convivente legato da relazione affettiva (anche se in passato); gli orfani di madre vittima di omicidio a seguito di stalking; gli orfani di madre vittima di omicidio a seguito di violenza sessuale o violenza sessuale di gruppo.
Le misure di cui gli orfani beneficiano comprendono oltre alle borse di studio, spese mediche e assistenziali, l’orientamento, la formazione professionale e il sostegno ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro. In particolare, vengono stabiliti i criteri per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, anche part-time, con sgravi fino al 50% dei contributi dovuti, per un massimo di 36 mesi, per il datore di lavoro.
Lo stanziamento è di 500 mila euro nel 2020 che sale a 1 milione nel 2021 e a 1,5 milioni dal 2022. Per potere usufruire della misura, i datori di lavoro devono presentare la richiesta all’INPS ed alla Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo di residenza dell’orfano.
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