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Lavoro dipendente e regime forfettario – il limite di reddito lordo

Se stai cercando informazioni sul limite del reddito lordo da lavoro dipendente e il regime forfettario in questo contenuto andremo a parlare proprio di questo. Per fare subito chiarezza, il reddito lordo come lavoratore dipendente deve essere inferiore a 30 mila euro annui se vuoi aderire al regime forfettario con la tua partita iva.

Negli anni questo limite è stato modificato e le regole per l’adesione al regime forfettario sono state cambiate quindi è bene fare un approfondimento e spiegare le diverse casistiche.

Sommario

Lavoro dipendente e regime forfettario

Più lavori da dipendente nello stesso anno

Redditi da lavoro assimilati al lavoro dipendente

La cessazione del rapporto di lavoro dipendente

Conclusione

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Lavoro dipendente e regime forfettario

Lavoro dipendente e regime forfettario è un argomento che abbiamo spesso e ampiamente trattato nel nostro blog.

Le due posizioni sono quasi sempre compatibili ma, alcune eccezioni possono essere determinate se l’impiego del lavoratore sia nel pubblico o nel privato o alcune particolari clausole all’interno del contratto di lavoro. Per capire se quindi puoi aprire partita iva, in primo luogo, devi verificare se il tuo datore di lavoro è un soggetto pubblico o privato. In seconda analisi dovrai valutare se all’interno del tuo contratto ci siano delle clausole che ti impediscono di aprire partita iva o comunque svolgere attività parallele.

Una volta superato questo step dovrai valutare se puoi aderire al regime fiscale forfettario, l’attuale regime agevolato che abbiamo in Italia.

Per i lavoratori dipendenti che hanno intenzione di aderire al regime forfettario c’è un ostacolo. Possono infatti aderire al regime forfettario i lavoratori dipendenti il cui reddito lordo annuo è inferiore a 30 mila euro lordi l’anno precedente all’apertura della partita iva.

Facendo un esempio, se vuoi aprire partita iva nel 2023 il tuo reddito lordo annuo 2022 deve essere inferiore a 30 mila euro. Tale reddito deve essere verificato prima di aprire partita iva e deve riferirsi all’intero anno fiscale precedente. Il documento che ti permetterà di verificare con certezza tale limite è la CU che ricevi dal tuo datore di solitamente a marzo di ogni anno.

Se volessi aprire p. iva nei primissimi giorni dell’anno potrai verificare comunque il lordo dal contratto di lavoro dipendente, dalla somma delle buste paga o più semplicemente richiedere delle informazioni all’ufficio delle risorse umane.

All’interno della CU, come vedi nell’immagine, dovrai verificare la voce: “redditi da lavoro dipendente e assimilati”.

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Più lavori da dipendente nello stesso anno

Nel caso in cui avessi diversi lavori da dipendente durante l’anno o comunque più contratti il limite del reddito lordo è sempre di € 30.000 lordi dunque dovrai sommare il valore di tutte le CU in tuo possesso e non solo dell’ultimo.

Redditi da lavoro assimilati al lavoro dipendente

La verifica del tetto non si limita solamente al mero reddito da lavoro dipendente classico ma anche ai cosiddetti redditi assimilati. Alcuni esempi sono il reddito da contratto a progetto o la collaborazione coordinata e continuativa. Stesso discorso vale anche per il reddito da pensione. Se sei un pensionato infatti puoi aprire partita iva e se il tuo reddito da pensione sta sotto i 30 mila euro lordi potrai anche aderire al regime forfettario.

La cessazione del rapporto di lavoro dipendente

Uno dei casi in cui non va verificato il limite reddituale e la cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

Il comma 57 dell’art. 1 della legge 190/2014 e successive modifiche che ha istituito il regime forfettario infatti recita che NON possono aderire al regime forfettario: “coloro che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro, tranne nel caso in cui il rapporto di lavoro dipendente nell’anno precedente sia cessato (sempre che in quello stesso anno non sia stato percepito un reddito di pensione o un reddito di lavoro dipendente derivante da un altro rapporto di lavoro)”.

Specificatamente, se la cessazione del rapporto di lavoro dipendente avvenga prima della fine dell’anno e la nuova partita iva venga aperta l’anno successivo il tetto dei 30 mila euro non deve essere rispettato.

È importante dunque che il rapporto di lavoro cessi al max il 31/12 e la nuova partita iva venga aperta l’anno successivo. In tale ipotesi anche se l’anno precedente avessi guadagnato più di 30 mila euro lordi potrai aderire al regime forfettario.

Nella pratica non dovrà esserci continuità nel rapporto di lavoro dipendente tra un anno e l’altro.

Facendo un esempio: se nel 2023 hai avuto un reddito da lavoro dipendente di € 32.000 e il tuo rapporto di lavoro è cessato il 30/11/2023, nel 2024 potrai aderire al regime forfettario.

Se nel 2023 hai avuto un reddito da lavoro dipendente di € 35.000 e il tuo rapporto di lavoro è terminato il 2/1/2024, nel 2024 non potrai aderire al regime forfettario, dovrai attendere necessariamente l’anno 2025.

Conclusione

Riassumendo nel contenuto di oggi abbiamo visto quali sono i limiti nell’adesione al regime forfettario per chi è già lavoratore dipendente. Tale limite è stato diverse volte variato dalle diverse leggi di bilancio e quindi prima di procedere all’apertura invitiamo comunque a verificare la normativa in essere o ancora meglio richiedere una consulenza da parte di un esperto. Al momento, il tetto limite di reddito da lavoro dipendente da rispettare per aderire al regime forfettario è di 30.000 euro lordi. Tale limite deve essere verificato ogni anno.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 27/07/2023
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