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Partite iva: l’acconto di novembre si pagherà a rate!

Per le partite iva l’acconto di novembre si paga a rate! L’ultima novità del Dl 145/2023, chiamato DL Anticipi, è la possibilità per le partite iva individuali di pagare il tanto odiato secondo acconto di novembre a rate. Rate che partiranno da gennaio 2024.

Sommario

Addio acconto di novembre?

Quali tasse sono rinviate a gennaio?

Il rinvio del secondo acconto di novembre

Come pagare le tasse a gennaio

Conclusione

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Attraverso il nuovo decreto dunque, se sei una partita iva che rispetta i requisiti previsti dal Decreto (hai fatturato nel 2022 meno di 170 mila euro) potrai scegliere di pagare il tuo secondo acconto imposte a gennaio in un’unica soluzione, quindi con un differimento di circa 1 mese rispetto alla scadenza “normale” oppure in 5 rate da gennaio fino a maggio 2024.

Al momento si tratta di una misura temporanea, nel testo di legge infatti è esplicitato “per il solo periodo d’imposta 2023” ma senza dubbio, per tutte le partite iva che negli anni hanno odiato il secondo acconto, è aria fresca.

In questo contenuto andiamo a spiegare nel dettaglio la novità introdotta con il nuovo Decreto Legge, chi ne beneficerà e faremo un confronto con il sistema utilizzato fino ad oggi.

Addio acconto di novembre?

Addio acconto di novembre. Per chi ha la partita iva da diverso tempo, sembra quasi un sogno non anticipare tutte le tasse dell’anno successivo prima di sapere effettivamente se si chiuderà l’anno in positivo o meno. Il nuovo decreto (DL 145/2023), anche se al momento solo per l’anno 2023 fa diventare realtà qualcosa che si è sempre e solo ipotizzato.

La nuova norma è rivolta solo alle partite iva individuali con un fatturato inferiore a 170 mila euro nel 2022. Questi soggetti potranno pagare il secondo acconto imposte con scadenza 16 gennaio 2024 senza alcun interesse o sanzione. La novità non finisce qui, per chi volesse inoltre, sarà possibile suddividere l’acconto in 5 rate mensili con la prima a partire sempre dal 16 gennaio.

Le scadenze quindi diventeranno: 16 gennaio, 16 febbraio, 16 marzo, 16 aprile, 16 maggio. Nel caso di rateizzazione le imposte subiranno una piccola maggiorazione.

Dalla norma restano escluse le società a prescindere dal fatturato annuo e ovviamente le persone fisiche non titolari di partita iva.

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Quali tasse sono rinviate a gennaio?

Le tasse rinviate a gennaio sono quelle del secondo acconto imposte. Nessun differimento si avrà per i contributi previdenziali la cui scadenza rimane immutata al 30/11. Gli acconti INPS o di casse professionali private dovranno essere pagati con le solite modalità a prescindere da quale sia il fatturato 2022.

Il rinvio riguarda solo le imposte e nello specifico solo la seconda tranche dell’acconto 2023, parliamo dell’ IRPEF e dell’ imposta sostitutiva.

Chi quindi ha una partita iva in regime ordinario e ha fatturato meno di 170 mila euro e tutti i contribuenti in regime forfettario avranno la possibilità di rinviare il pagamento delle imposte sui redditi a gennaio 2024.

Il rinvio del secondo acconto di novembre

Il rinvio del secondo acconto di novembre, almeno per il 2023, pone fine dunque alla norma consolidata ormai da diverso tempo.

Come ben saprai se lavori con partita iva da qualche anno, il 30 novembre scade il termine per il versamento dell’unica o della seconda rata dell’acconto delle imposte dell’anno in corso. L’acconto, crediamo, il meccanismo più odiato dai titolari di partita iva infatti impone che si debba versare il 100% dell’imposta dovuta per l’anno fiscale precedente a titolo di anticipo per l’anno in corso.

Facendo un esempio, nel 2022, hai saldato le imposte 2021 e hai anticipato le imposte del 2022. Il valore di questo anticipo è pari al 100% delle imposte 2021. (se si usa il metodo storico).

L’acconto poi va versato in due soluzioni: 50% con scadenza 30 giugno e 50% con scadenza 30 novembre. Situazione simile, ma con qualche differenza a livello percentuale, vale anche per i contributi.

Oggi, con la nuova norma, almeno per il 2023, lato imposte per chi ha i requisiti si troverà di fronte alla possibilità di pagare il secondo acconto a gennaio, oppure a rate sempre a partire da gennaio 2024.

Le soluzioni che avrai a disposizione quindi saranno:

  • versamento in un’unica soluzione entro il 16/1/2024 anziché il 30/11/2023
  • pagamento rateale in 5 rate a partire dal 16/1/2024
RATASCADENZA
16/01/2024
16/02/2024
16/03/2024
16/04/2024
16/05/2024

Come pagare le tasse a gennaio

Come pagare le tasse a gennaio? E’ sicuramente la domanda che ti stai ponendo. Sei un forfettario, hai tutti i requisiti per pagare a gennaio il secondo acconto, cosa devi fare?

Nel concreto, ti basterà prendere l’ F24 che il tuo consulente ti ha fornito con la dichiarazione dei redditi con scadenza 30 novembre e vedere cosa contiene. Al suo interno probabilmente troverai compilate due sezioni, ERARIO ed INPS.

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Bene, entro il 30/11 dovrai pagare tutti gli importi della sezione INPS, come abbiamo detto sopra questi non sono stati differiti. La parte ERARIO invece è quella oggetto di differimento.

Se volessi pagare tutto in un’unica soluzione a gennaio è molto semplice. Potrai utilizzare lo stesso F24 e mandare in pagamento gli importi a gennaio. Non sarà necessario ricalcolare e ricevere un nuovo F24.

Se invece volessi dilazionare i pagamenti, dovrai necessariamente contattare il tuo consulente per ricevere un nuovo piano di rate.

Conclusione

In questo contenuto abbiamo visto una delle diverse novità del decreto appena approvato dal Governo riguardo il pagamento differito del secondo acconto delle imposte. Si tratta di qualcosa che moltissime partite iva avevano auspicato da tempo. Sicuramente è un passo avanti nella gestione dei versamenti dei piccoli contribuenti che spesso sono soffocati.

Ovviamente, un pagamento mensile delle imposte implica sicuramente più scadenze e quindi più uscite per i contribuenti. Se la direzione quindi sarà questa si dovrà sicuramente modificare anche l’infrastruttura per gli attuali pagamenti. Per ultimo, dato che la norma disciplina solo il secondo acconto imposte e non anche i contributi previdenziali, per quanto sia un sollievo diciamo che il problema della scadenza del 30 novembre non è del tutto superato. La parte più importante degli F24 infatti spesso è la sezione INPS!

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 20/10/2023
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