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Come funzionano le tasse? Il meccanismo del saldo acconto

In questo periodo tutti i titolari di partita iva sono sicuramente alle prese con il pagamento delle imposte sui redditi e i contributi previdenziali scaturenti dalla dichiarazione dei redditi.

Chi ha la partita iva, come sappiamo benissimo, a differenza dei dipendenti è tenuto al pagamento in autonomia delle proprie tasse. È opportuno quindi conoscere almeno a grandi linee il meccanismo che sta dietro al calcolo delle stesse per non farsi cogliere impreparata quando il commercialista invierà la dichiarazione con annessi F24 da pagare. Con questo contenuto quindi, cerchiamo di dare una mano, spiegando in maniera semplice qual è il meccanismo con il quale viene richiesto il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali.

Sommario

Il meccanismo di calcolo delle tasse - saldo e acconto

Come si calcolano gli acconti?

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Il meccanismo di calcolo delle tasse – saldo e acconto

Chiunque abbia pagato delle tasse, almeno una volta si sarà posto il problema del versamento degli acconti. In quasi tutti gli F24 da pagare infatti ci si ritrova sempre a pagare qualcosa in più rispetto a quanto ci si aspettasse.

Per chi ha la partita iva, le tasse vengono calcolate a partire dalla dichiarazione dei redditi, la dichiarazione dei redditi viene fatta sempre l’anno successivo rispetto all’anno in cui i redditi sono stati percepiti, quindi ognuno di noi si aspetta di pagare le tasse in base a quanto ha prodotto l’anno precedente.

Questo pensiero però, specialmente per chi è un neofita della partita iva viene puntualmente smentito poiché ci si dimentica dell’acconto.

Il fisco e anche l’INPS infatti, durante il pagamento delle imposte e dei contributi oltre a richiedere il pagamento dei tributi relativi all’anno precedente richiede anche il pagamento, sottoforma di acconto, anche dei tributi relativi all’anno in corso.

Si tratta di un ragionamento un po’ complicato quindi facciamo un po’ di attenzione.

Con il versamento degli acconti sull’anno in corso, ciascun contribuente anticipa le imposte che dovrebbe pagare con la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Questi acconti si pagano in due tranche:

La prima tranche ha scadenza il 30 giugno e, in questa data, a meno di proroghe o rateizzazioni, sarà necessario versare un acconto pari al 50%.

La seconda scadenza, invece, sempre a meno di proroghe, è il 30 novembre e si pagherà un ulteriore acconto che sarà pari sempre al 50%.

Ad esempio, con la dichiarazione dei redditi 2022 pagheremo le tasse sul 2021 e verseremo gli acconti sul 2022.

NB. Questo meccanismo diabolico vale per tutti i titolari di partita iva, sia chi ha una partita iva in regime tradizionale che chi ha una p. iva in regime forfettario.

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Come si calcolano gli acconti?

Sopra abbiamo detto che gli acconti vanno pagati in due tranche, un 50% a giugno e un secondo 50% a novembre. Ma questi valori che dovremo pagare come acconto come si calcola?

Esistono due modalità: La prima è il metodo storico.

Per calcolare gli acconti sull’anno in corso, si prende come riferimento il valore delle tasse da pagare per l’anno precedente e se ne calcola il 100%.

Facciamo un esempio pratico

Ipotizziamo che un professionista abbia aperto la partita iva a gennaio 2021. La prima dichiarazione dei redditi e i primi relativi pagamenti si verificheranno nel 2022. Supponiamo sempre che le imposte da pagare siano pari a 1.000 euro.

Alla prima scadenza del 30 giugno, oltre alle tasse sull’anno precedente e quindi 1.000 euro, il professionista pagherà anche il 50% di acconto sull’anno in corso, ovvero 500 euro. Il totale versato al 30 giugno sarà quindi di 1.500 euro.

1.000 euro relativi all’imposta 2021 + 500 euro pari al 50% di acconto imposte 2022.

Il 30 di novembre, invece, il professionista pagherà il restante 50% di acconto per il 2022: quindi, altri 500 euro.

La seconda modalità è quella previsionale.

Attraverso il metodo previsionale non si fa altro che stimare l’acconto sulla base del reddito che si presume conseguire nell’anno in corso. Si tratta di un metodo rischioso perché se l’acconto è stimato male si verrà sanzionati.

Importante! Se hai aperto la partita iva da poco e devi presentare per la prima volta la dichiarazione dei redditi, visto che non hai ancora versato nessun acconto, pagherai due anni in un colpo solo. Il primo anno è veramente una mazzata!

Dal secondo anno, invece, con il meccanismo saldo/acconti (leggi saldo acconti) a regime, si andranno a detrarre gli acconti già pagati l’anno precedente e quindi, a parità di reddito, l’esborso sarà costante e meno oneroso.

Consigliamo quindi, di cominciare già dalle prime fatture di creare un piccolo cuscinetto per non ritrovarsi con l’acqua alla gola quando sarà il momento di pagare le tasse e non rovinarci l’estate.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 15/07/2021
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    1 commenti
  1. gino ha detto:

    E’ una grossa fregatura, pagare le tasse dell’anno precedente va bene non va bene anticipare per intero quello cdll’anno successivo resta molto pesante e non tutti possono pagarlo, perccè anticipare, si paga l’anno successivo il dovuto.questo è il mio pensiero.