Quello che sappiamo per certo è che a partire dal 1° Gennaio 2019
chi è socio di società di persone, come SNC e SAS non può aderire al forfettario nemmeno con le nuove modifiche al regime forfettario.
Dal 2019 sarà comunque vietato il forfettario pure per chi è componente di un’impresa familiare.
Con la nuova legge di bilancio c’è un po di confusione in riferimento alle SRL in regime di trasparenza.
Da una parte sembra che chi è socio di SRL tassate in regime di trasparenza non può aderire al regime forfettario 2019 come succedeva fino al 2018, dall’altra parte invece sembra che anche per le SRL trasparenti così come le SRL c.d. tradizionali vige la nuova regola che attiene allo status di socio e alla detenzione di quote di controllo.
Infatti per chi aderisce al regime forfettario ed è contemporaneamente socio di SRL c.d. “tradizionali” ci sono delle novità ulteriori per il 2019, diverse rispetto a quelle anticipate da noi a Dicembre, grazie al maxi emendamento appena approvato.
Chi non potrà più essere forfettario
Quanto sotto esposto fa quindi riferimento alle S.R.L. c.d. tradizionali, non potendo parlare con certezza di quelle tassate secondo il regime di trasparenza.
Con la nuova manovra di bilancio saranno adesso privati di aderire al Regime Forfettario chi:
- controlla direttamente o indirettamente una SRL c.d. tradizionale e la SRL esercita un’attività riconducibile direttamente o indirettamente a quella che si svolge con la partita iva individuale forfettaria.
Facciamo qualche esempio
- Se sono un fisioterapista con partita iva forfettaria e socio (anche di maggioranza) di una SRL che svolge attività di e-commerce per la vendita di casalinghi e articoli per la casa, potrò continuare ad essere forfettario in quanto le due attività sono completamente diverse.
- Se sono un medico con partita iva forfettaria e sono contemporaneamente socio di una SRL immobiliare continuerò a godere del forfettario in quanto le due attività sono completamente diverse.
- Se sono un consulente marketing con partita iva forfettaria e contemporaneamente sono socio di una SRL che fa consulenza in ambito seo, web-marketing e web-design anche se le due attività sono riconducibili, basta non avere la maggioranza delle quote nella SRL e/o non esercitare comunque un controllo indiretto sulla società (sul controllo indiretto si attendono chiarimenti da parte di agenzia delle entrate) per continuare ad usufruire del forfettario.
- Se sono in regime forfettario e sono anche amministratore di SRL (ma non socio) nulla cambia nel 2019. Lo status di amministratore di SRL è ininfluente ai fini della permanenza in regime forfettario con la propria partita iva individuale.
- Se sono titolare di partita iva forfettaria e contemporaneamente sono anche amministratore e socio di minoranza (ad esempio con il 10%) di una srl che svolge attività riconducibile / collegata / simile alla mia, non ci sarebbero problemi con la mia partita iva individuale forfettaria in quanto non si detiene il controllo della SRL ed è ininfluente che si ricopra anche la carica di amministratore della società.
Cosa sembra chiaro da una prima lettura
- Sembra proprio ininfluente il fatto che si sia amministratori di SRL ai fini della verifica dei requisiti per continuare ad usufruire del forfettario nella propria sfera individuale;
- Va valutato con attenzione lo status di “socio” (possesso quote e controllo) e le tipologie di attività svolte sia dalla SRL sia dal titolare di partita iva individuale (non si tratta soltanto di avere due codici ateco distinti ma nella sostanza svolgere attività diverse o meglio non riconducibili fra di loro);
- Conta in primis il fatto che la SRL di cui siamo soci non deve esercitare un’attività simile / riconducibile / collegata a quella che svolgiamo noi con la nostra partita iva individuale. Se deteniamo il controllo diretto (maggioranza dei voti in assemblea) o indiretto della società e le attività sono riconducibili fra di loro sicuramente non potremo più essere forfettari;
- Se siamo soci di maggioranza di una SRL, potremmo continuare a essere forfettari con partita iva individuale, soltanto se la SRL esercita un’attività non riconducibile a quella intrapresa da noi;
- Se siamo soci di minoranza e l’attività della SRL è riconducibile a quella svolta in forma individuale, dobbiamo solo verificare se non esercitiamo un controllo indiretto sulla società, perché in questo caso saremmo comunque esclusi da forfettario.
Cosa ancora non è chiaro
- Cosa si intende per controllo indiretto sulla SRL? Quale interpretazione è corretta? Se si è soci di minoranza di una SRL e quest’ultima svolge attività riconducibile alla propria, tale aspetto non può essere sottovalutato;
Chiarimenti dell’agenzia dell’entrate
L’agenzia delle entrate si è pronunciata in riferimento alla cessione delle quote che non permettono di aderire al regime forfettario.
In riferimento al possesso di quote di controllo in srl che rappresenta una fattispecie di esclusione con la nuova manovra dobbiamo spendere due parole.
Quote di srl cedute entro il 31/12/2018
Se le quote vengono cedute entro la fine dell’anno 2018, il contribente può aderire al forfettario nel 2019
Quote di srl da cedere entro il 31/12/2019
Se le quote sono ancora detenute al 01/01/2019, il contribuente non può aderire al regime forfettario nel 2019 anche se intende cedere tali quote entro il 31/12/2019.
Quote di SRL acquisite nel 2019
Se il contribuente acquista quote di una società a responsabilità limitata nel 2019, esce dal regime forfettario dal periodo successivo.
La fattispecie di esclusione opera soltanto quando il socio controlla direttamente o indirettamente una società che esercita un’attività economica direttamente o indirettamente riconducibile a quella svolta dal contribuente con la sua partita IVA.
Riassumendo si ritiene che la causa ostativa debba cessare prima dell’inizio del periodo d’imposta di applicazione del regime agevolato.
Verosimilmente Agenzia delle Entrate pubblicherà una circolare per fornire più precise interpretazioni in riferimento al rapporto che intercorre tra soci di SRL tassate in regime di trasparenza e regime forfettario.
Sono geometra con partita Iva individuale, socio al 20% ed amministratore insieme agli altri 5 soci (tutti ingegneri, geometri e architetti) di una società di ingegneria srl che esercitano esclusivamente all’interno della società la propria attività professionale. Emettiamo fatture come compenso amministratore perché abbiamo deleghe tecniche come amministratori. Fino ad oggi il nostro compenso è stato attratto dalla cassa professionale ai quali siamo iscritti. Ci è stato posto un dubbio dal commercialista per il nostro accesso alla Fiat tax perché non è chiaro che il compenso di amministrazione possa essere interpretato come lavoro dipendente e pertanto avendolo percepito anche nei due anni precedenti nella stessa società si possa configurare una dipendenza nei due anni precedenti. Secondo voi è possibile? Grazie
Buongiorno Micaela,
purtroppo l’Agenzia delle entrate non si è ancora esposta a tal riguardo e quindi attendiamo anche noi una circolare che chiarisca il quesito.
Salve, grazie della fantastica guida.
Le sottopongo la mia situazione per chiederle se si possono configurare i termini per l’apertura di partita iva in regime forfettario con imposta al 5%.
Mi sono dimesso a Maggio 2016 da indeterminato con contratto di commercio (ingegneria settore aerospaziale e ferroviario), e adesso vorrei aprire una partita IVA con codice ATECO 62.02.0 per offrire servizi di analisi dati e business intelligence, in generale ambito software.
Inoltre detengo 25% di una srl con codice ATECO 86.90.21 (fisioterapia) i cui altri soci sono i membri della mia famiglia con quote egualmente ripartite. Non ho mai lavorato per questa azienda (mai operato “attività di impresa”), né ho mai ricevuto alcun compenso/ricevuto fattura. Inoltre, se necessario, sono disposto a cedere le quote non avendo nessun rapporto economico con essa.
Cosa ne pensa? Posso aprire una nuova partita IVA al 5%?
Grazie,
Salvatore
Buongiorno Salvatore,
per l’srl nessun problema perchè svolge un’attività completamente diversa da quella che intraprenderebbe con la partita iva pur esercitando un controllo indiretto dato che le altre quote sono della sua famiglia.
Riguardo la sua partita iva riteniamo che lei possa aderire con un imposta del 5% perchè sembra che non ci sia prosecuzione dell’attività precedente.
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