Svolgi un’attività in forma di libera professione, ditta individuale o societaria? Se sì, devi sapere che il governo, con il Decreto Rilancio del 2020, ha previsto un contributo a fondo perduto per le imprese del Mezzogiorno. Prosegui la lettura e scopri se puoi usufruire dell’incentivo.
Sommario
Cos'è resto al sud?
Chi può richiedere le agevolazioni?
Quali sono i settori ammessi al contributo?
Quali sono le attività escluse dalle agevolazioni?
Cosa si può finanziare?
Quali spese possono essere ammesse alle agevolazioni?
Come presentare la domanda?
Come ottenere le agevolazioni?
Le attività libero professionali
Ulteriori agevolazioni per le start up siciliane
Resto al Sud è l’incentivo per le imprese che il governo ha previsto con il Decreto Rilancio, approvato il 19 maggio del 2020 e modificato nel mese di luglio. Si tratta di un contributo a fondo perduto destinato a nuove attività imprenditoriali o libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e del 2017.
Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci.
In particolare, è stata stabilita un’ulteriore agevolazione pari a:
Con le novità introdotte dal Decreto Rilancio, all’art. 245 bis, inoltre:
invece
Queste due novità si applicano alle domande presentate dopo il 19 luglio 2020.
Ricordiamo che è possibile ricevere il contributo a condizione di aver portato a termine il programma di spesa ammesso alle agevolazioni e di essere in regola con il pagamento delle rate del finanziamento bancario e con gli altri adempimenti previsti dalla normativa.
Le agevolazioni sono rivolte agli under 56 che al momento della presentazione della domanda:
Sono ammesse al contributo a fondo perduto le attività nei settori:
Sono escluse dal finanziamento le attività agricole, il commercio, ad eccezione della vendita dei beni prodotti nell’attività di impresa, l’amministrazione pubblica e la difesa, l’assicurazione sociale obbligatoria, le attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico, organizzazioni ed organismi ed extraterritoriali. L’elenco dettagliato delle attività non ammissibili è contenuto nell’Allegato n. 1 della Circolare n. 33 del 22/12/2017.
Rammentiamo che a seguito dell’estensione dell’incentivo Resto al Sud al comparto delle attività libero professionali, sono state ricomprese tra le attività ammissibili le attività professionali, scientifiche e tecniche (lettera M del codice Ateco).
Le agevolazioni poi non coprono le seguenti spese:
Per quanto concerne quest’ultimo punto, precisiamo che detto valore minimo si riferisce non al singolo bene, ma alla fornitura di beni riconducibili ad uno stesso fornitore ed alla medesima tipologia di spesa.
Ad esempio, per un’attività di somministrazione di alimenti e bevande il programma di spesa può prevedere un totale di 800 euro, suddiviso tra 250 euro di piatti, 200 euro di bicchieri e 350 euro di posate. Per conseguire il riconoscimento delle spese, poi, sarà necessario acquisire un’unica fattura o in alternativa un ordine di acquisto che le riconduca alla medesima fornitura.
Innanzitutto, bisogna dire che non possono essere acquistati beni usati. Inoltre, è consentito l’acquisto di automezzi soltanto se strettamente necessari alla produzione di beni o all’erogazione dei servizi indicati nel progetto imprenditoriale. Per citare alcuni esempi: quelli di imprese edili, di pulizia e di servizi funebri.
Al contrario, non sono ammissibili a finanziamento gli automezzi destinati ad attività consulenziali e/o a libere professioni.
Sono finanziabili poi le opere edili se riguardano l’adeguamento della sede aziendale alle esigenze produttive/organizzative dell’attività proposte, nel limite massimo del 30% del programma di spesa complessivo.
Tra i finanziamenti può anche rientrarvi la creazione di un sito web, purché il sito sia legato alle esigenze produttive/gestionali o promozionali dell’impresa.
Per quanto riguarda le imprese costituite, le spese sostenute sono ammissibili dopo la presentazione della domanda.
Per quando concerne i team di persone, i costi effettuati possono essere approvati solo dopo la costituzione dell’impresa/società.
I beni agevolati non possono essere trasferiti dalla sede aziendale, né alienati o destinati a usi diversi per i 5 anni successivi al completamento del programma di spesa e comunque non prima restituzione in toto del finanziamento bancario.
La domanda per chiedere il contributo a fondo perduto si deve presentare esclusivamente on line, sul sito web di Invitalia, mediante PEC (Posta Elettronica Certificata), a cui verranno successivamente inviate tutte le comunicazioni.
Il soggetto che compila la domanda deve far parte della compagine dell’impresa o della società. Infatti, sarà il sistema informatico ad effettuare la verifica. Se il controllo si concluderà con esito negativo, non sarà possibile presentare la richiesta d’incentivo.
La misura Resto al Sud è incentivo “a sportello” e, quindi, non prevede né una scadenza né la formazione di una graduatoria, come avviene per i bandi. Dunque, le domande possono essere inoltrate fino ad esaurimento dei fondi disponibili.
Per ottenere le agevolazioni occorre presentare la seguente documentazione:
Il finanziamento bancario si può chiedere solamente agli istituti di credito che aderiscono alla convenzione Invitalia-ABI (https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/resto-al-sud/elenco-banche-finanziatrici ).
I liberi professionisti che sono stati titolari di una partita iva movimentata, aperta il 20/05/2017 e chiusa in data 21/12/2018, possono presentare domanda di ammissione alle agevolazioni, in quanto la titolarità della partita IVA non sussiste nei dodici mesi precedenti alla presentazione della domanda.
Anche i professionisti titolari di partita iva non movimentata, aperta in data 11/08/2018, possono presentare domanda di ammissione alle agevolazioni previste dalla misura Resto al Sud, utilizzando la medesima partita iva o partecipare in qualità di socio in possesso dei requisiti ad una società tra professionisti, poiché la partita iva risulta aperta dopo il 21/06/2017.
È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Sicilia il decreto del presidente Nello Musumeci con il quale vengono approvate ulteriori agevolazioni sotto forma di credito d’imposta, in favore dei soggetti beneficiari di Resto al Sud. Attualmente, sono circa 800 le startup siciliane che hanno avuto accesso all’incentivo.
I fondi disponibili ammontano a 1 milione di euro per l’anno 2020, 1,7 milioni di euro per il 2021 e 2 milioni di euro per il 2022, utilizzabili in compensazione con il modello di pagamento F24 da presentare esclusivamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate.
La domanda per potere usufruire del contributo dovrà essere presentata al dipartimento Finanze e credito dell’assessorato dell’Economia dal 15 al 31 dicembre 2020 per l’anno in corso e dal 15 al 31 maggio per gli anni successivi.
Il credito d’imposta riguarda alcune voci di spettanza della Regione:
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