Il concordato preventivo biennale per le partite iva è un nuovo strumento approvato dal governo all’interno della bozza della nuova legge di bilancio per incentivare all’adempimento spontaneo dei contribuenti razionalizzando gli obblighi dichiarativi. Attraverso questa norma i titolari di partita iva potranno concordare in anticipo il proprio reddito e di conseguenza le tasse da pagare per i due anni futuri.
Quella del concordato preventivo biennale si tratta di una manovra che da un lato agevola le partite iva che potranno mantenere sotto controllo il proprio esborso in imposte e contributi dall’altro permette al fisco di avere “la certezza” e le speranza di incasso delle imposte.
Analizziamo i punti più importanti di questa manovra che ricordiamo al momento non è ancora ufficiale e potrebbe subire delle modifiche in vista dell’approvazione della nuova legge di bilancio.
Il concordato preventivo biennale ti permetterà di concordare con il fisco il tuo reddito imponibile per i due anni successivi all’accordo. Il risultato dell’accordo sarà conoscere le imposte e i contributi che dovrai pagare in sede di dichiarazione dei redditi indipendentemente dal reddito realmente prodotto. Ipotizziamo, che se approvato ufficialmente questo nuovo strumento, il primo anno di partenza sarà il biennio 2024-2025.
Nel concreto, secondo lo schema attuale proposto dal governo, entro il 15 marzo di ogni anno (aprile per l’anno 2024), il fisco ti metterà a disposizione una piattaforma dove inserirai i dati relativi alla tua attività al fine di farti una proposta di reddito imponibile.
Dovrai trasmettere tali dati entro il 20 giugno (20 luglio per il 2024) per ricevere, entro il 25 giugno (25 luglio per il 2024) la proposta di concordato. Tale proposta verrà elaborata direttamente dall’Agenzia dell’Entrate sulla base dei dati da te forniti e le informazioni già in possesso dalla stessa e reperibili presso le banche dati o altri soggetti pubblici.
Da lì avrai tempo fino al 30 giugno (30 luglio per il 2024) di accettare o meno l’accordo. Accordo che non sarà negoziabile!
Ovviamente si tratta ancora di uno schema da definire ed affinare e per l’attuazione si attende in primo luogo l’infrastruttura per la comunicazione dei dati da parte dell’agenzia dell’entrate e in secondo luogo il decreto del ministero per individuare il periodo d’imposta dal quale si comincerà.
Nota importante, Secondo lo schema attuale se trasmetti inizialmente i dati per valutare una proposta di concordato e successivamente decidi di non aderire allo stesso verrai inserito in delle liste come contribuente a maggior rischio di controllo.
Anche la mera curiosità di conoscere la proposta per il proprio caso dovrà quindi essere valutata.
Chi può aderire al concordato preventivo biennale sono i piccoli contribuenti esercenti attività d’impresa, arte o professione. Parliamo quindi delle partite iva individuali sia in regime ordinario che forfettario.
Nello specifico se vuoi aderire al concordato dovrai possedere un punteggio ISA almeno di 8 e non avere debiti verso l’erario superiori a 5 mila euro. Il concordato preventivo biennale ovviamente è rivolto anche ai forfettari anche se non sono sottoposti agli ISA.
Non potrai aderire al concordato inoltre se non hai presentato la tua dichiarazione dei redditi una volta negli ultimi tre anni o hai condanne per reati in materia di imposte sui redditi e iva.
Per ultimo, l’adesione al concordato preventivo non ti esonererà dagli obblighi contabili e dichiarativo. La tua attività contabile e fiscale rimarrà immutata anche se aderisci.
Quando cessa il concordato preventivo biennale dipende da diversi fattori. Il primo caso ovviamente è la cessazione dell’attività.
A seguire troviamo il caso della variazione dell’attività svolta durante il periodo di concordato con delle eccezioni però. Viene definito infatti che il concordato non cessa se l’indicatore ISA dell’attività variata è il medesimo della precedente mentre per chi aderisce al regime forfettario il concordato non cessa quando la variazione non interviene sul gruppo di settore con stesso coefficiente di redditività.
Oltre alla cessazione, il concordato può anche decadere e quindi perdere efficacia. I casi di decadenza sono i seguenti:
Nota importante riguarda l’accertamento poiché rappresenta un nodo importante dei vantaggi legati all’adesione al concordato. Nel periodo di adesione al concordato infatti gli accertamenti non potranno essere effettuati se non per le cause che fanno ricorrere alla decadenza.
I vantaggi dichiarati dal governo con l’introduzione di questo nuovo strumento sono quelli di controlli fiscali residuali nei confronti di coloro che aderiranno al concordato preventivo biennale. Oltre ad una minore esposizione a controlli inoltre, l’adesione al concordato farà ridurre i termini per il rischio di accertamento per i contribuenti. (Al momento l’agenzia dell’entrate infatti può andare indietro fino a cinque anni).
Di contro, il fisco concentrerà le proprie forze verso coloro che non aderiranno al nuovo istituto.
Dato che si tratta di un’adesione spontanea e l’accordo si basa su una proposta di reddito elaborata tenendo conto sia dei dati inoltrati dal contribuente (di tipo storico e previsionale) sia da un mix di dati elaborati con strumenti tecnologici non è detto che rispecchi effettivamente l’andamento di un’attività economica che, come sappiamo, soprattutto negli ultimi anni, ha subito degli shock del tutto inaspettati.
Penalizzare dunque chi decide di non aderire al concordato considerandolo come contribuente non trasparente o collaborativo rischia di essere un po’ esagerato.
Quello del calcolo del reddito oggetto del concordato, attraverso l’ausilio dell’intelligenza artificiale e software senza dubbio all’avanguardia è nodo molto delicato che sicuramente sarà ulteriormente oggetto di dibattito. Per quanto precise possano essere le stime attraverso strumenti di ultima generazione sicuramente, ancora ad oggi non possono considerare tutte le variabili che si riscontrano all’interno dell’economia ma anche dettate della persona stessa.
Ricordiamo infatti che il concordato si rivolge alle persone fisiche, anche un raffreddore potrebbe compromettere l’intera annualità.
Quando conviene il concordato preventivo biennale allora? La risposta è abbastanza scontata ma merita di essere discussa.
Possiamo dire che avrai convenienza ad aderire al concordato preventivo biennale se prevedi un fatturato stabile o che possa aumentare nel prossimo futuro. Concordando le imposte preventivamente e in base ai dati posseduti dall’Agenzia delle Entrate in prospettiva non pagherai le imposte sui maggiori ricavi. Gli eventuali maggiori o minori redditi rispetto a quelli concordati non rileveranno infatti ai fini della determinazione delle imposte.
In seconda analisi non è conveniente aderire al concordato preventivo biennale se hai un’attività con un alto tasso di incertezza o che tende al ribasso. In tale caso, pagare su quanto effettivamente prodotto risulterà sicuramente una scelta vincente.
Come al solito la valutazione è assolutamente personale.
Concludendo, nel contenuto abbiamo visto di cosa si tratta il concordato preventivo biennale per le partite iva, chi potrà aderirvi e quali sono i pro e i contro dell’adesione.
Tale nuovo strumento messo a punto dal governo ha ovviamente lo scopo di aumentare le entrate statali concedendo ai contribuenti certezza nelle imposte da versare. Ciò che però si dovrà valutare è nel dettaglio la proposta di concordato preventivo biennale che il fisco farà a ciascun contribuente per determinarne la riuscita di questo nuovo strumento.
Le proposte dell’agenzia saranno al ribasso o al rialzo? I vantaggi per i contribuenti saranno tali da accettare anche eventuali proposte al rialzo? Ricordiamo che il concordato non sarà negoziabile!
Sei disposto ad accettare un concordato che potrebbe non essere in linea con le tue aspettative? I benefici e i vantaggi dell’accettare il concordato varranno la pena per un reddito prospettato più alto rispetto a quello che realmente sarà?
Dubitiamo che in tali situazioni i contribuenti, in generale, aderiranno al concordato di buon grado sapendo di pagare più tasse. I benefici, per come è attualmente strutturata la proposta non sembrano così importanti da far propendere ad una adesione. Allo stato attuale infatti il vantaggio dell’adesione al concordato determina un’inibizione per gli accertamenti e dei termini di decadenza più brevi per l’accertamento del contribuente.
Per come stanno le cose il dubbio riguarderà quindi aderire al concordato preventivo biennale riducendo il rischio di controlli in cambio di un pagamento possibile di tasse più elevate.
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