Stai pensando di aprire una partita iva o vuoi aggiornarti sul regime forfettario 2026? Questa guida completa è ciò che ti serve per partire in sicurezza e tranquillità. Che tu sia un aspirante imprenditore, un professionista, un freelance, un artigiano qui troverai tutte le informazioni aggiornate sui vantaggi, i requisiti e le novità in vista per il nuovo anno fiscale. Il regime forfettario continua ad essere il preferito per chi avvia un’attività. Le motivazioni sono semplici: tassazione agevolata, pochi adempimenti, semplice gestione dei costi e delle scadenze. La parte complessa è capire se puoi accedervi e se conviene per il tuo caso specifico quindi serve un po’ di chiarezza.
Sommario
Chi può accedere al regime forfettario 2026
Regime forfettario 2026 per chi apre partita iva: limiti e requisiti
Regime forfettario start up 2026: come ottenere il 5%
Contributi INPS nel regime forfettario: gestione separata, artigiani e commercianti
Regime forfettario 2026: le novità
Come funziona il regime forfettario 2026: esempi pratici
Quando conviene e quando non conviene il regime forfettario
In questa guida quindi analizzeremo:
Lo scopo è offrirti una guida aggiornata al 100% per aiutarti a fare una scelta misurata e consapevole ed evitare errori che ti costeranno tempo e denaro.
Il regime forfettario è il regime naturale per chi ha una partita iva individuale o ne sta per aprire una nuova. Rappresenta il primo punto di contatto tra chi decide mettersi in proprio e il fisco, offrendo una gestione semplice e una tassazione agevolata. In assenza di cause di esclusione o di una scelta volontaria per un regime diverso, chi apre una partita iva inizia in regime forfettario.
Questa possibilità non riguarda solo le nuove attività: anche chi possiede già una partita iva può accedere al regime forfettario rispettando i requisiti previsti. Vediamo nel dettaglio quali sono.
Come visibile direttamente dal sito istituzionale dell’agenzia dell’entrate:
“al regime forfettario possono accedere i contribuenti che nell’anno precedente hanno, contemporaneamente:
Anche chi inizia un’attività può accedere al regime forfetario, comunicando nella relativa dichiarazione ai fini Iva di presumere la sussistenza dei requisiti”.
Il possesso dei requisiti d’accesso tuttavia non garantisce che il regime forfettario automaticamente il più conveniente. I fattori sono diversi: tipologia di attività, costi sostenuti, prospettive di crescita ecc…
Se sei all’inizio, una consulenza preliminare insieme a una buona conoscenza del tuo modello di business possono fare la differenza nel partire con il piede giusto. Abbiamo approfondito il tema della convenienza del regime forfettario anche in un nostro video dedicato.
Se stai per aprire la tua partita iva, il regime forfettario come detto sopra è il regime naturale da cui partire. Puoi aderire fin da subito a condizione di non rientrare in una delle cause di esclusione previste dalla normativa (legge 190/2014 e successive modifiche).
Ecco quali sono:
Se invece sei socio di una SRL, puoi comunque accedere al regime forfettario solo in questi casi:
Le cause di esclusione non finiscono qui. Il forfettario non può essere adottato nemmeno se:
Tutti questi requisiti, insieme alle cause ostative, vanno verificati prima di aprire una nuova partita iva, sia se ne hai già una e vuoi transitare al regime forfettario.
Se apri una nuova partita iva potresti possedere anche dei cosiddetti requisiti di novità che ti permettono di accedere a un’ulteriore agevolazione fiscale. In pratica, l’imposta sostitutiva, che normalmente è del 15%, viene ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività.
Vediamo ora nel dettaglio come funziona questa agevolazione e a chi si applica.
Se la partita iva è di nuova apertura e si tratta anche di una nuova attività, puoi aderire al cosiddetto regime forfettario start up che ti garantisce una tassazione ulteriormente agevolata per i primi cinque anni fiscali.
Per considerarti start up, citando sempre la pagina istituzionale dell’agenzia dell’entrate dovrai rispettare le seguenti condizioni:
- il contribuente non ha esercitato, nei tre anni precedenti, attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare
- l’attività da intraprendere non costituisce, in nessun modo, mera prosecuzione di altra precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso del periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni
- se viene proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del beneficio non supera il limite che consente l’accesso al regime.
Riassumendo quindi, non devi avere avuto un’attività con partita iva nei tre anni precedenti alla nuova apertura e la tua nuova attività non deve essere da un punto di vista sostanziale la prosecuzione di un’attività che già svolgevi come dipendente. Inoltre, se prosegui un’attività già in essere i ricavi di quest’ultima l’anno precedente devono essere sotto la soglia degli 85 mila euro previsti per l’accesso al regime forfettario.
Per essere sicuro di rispettare tutti i requisiti e di non incorrere in esclusioni, ti consigliamo di verificare la tua situazione con un consulente di fiducia oppure di richiedere una prima consulenza gratuita qui: partitaiva24.it.
Ora che abbiamo fatto chiarezza sui requisiti di accesso, sulle cause ostative e la tassazione agevolata, vediamo come funziona dal punto di vista previdenziale aprendo il capitolo INPS.
I contributi previdenziali, in qualità di titolare di partita iva, sono senza dubbio una parte molto importante dei tuoi versamenti annuali. Se sei in regime forfettario, così come se fossi in regime ordinario, dobbiamo fare una prima distinzione in base al tuo profilo: : sei un professionista/freelance o un imprenditore (artigiano o commerciante)?
Professionisti senza cassa previdenziale
Se fai parte delle cosiddette professioni libere (consulenti, massaggiatori, professionisti digitali, ecc.), sei iscrivibile alla gestione separata INPS.
Tale gestione previdenziale annualmente non richiede il versamento di contributi previdenziali fissi minimi ma il calcolo dei contributi dovuti è commisurato al reddito professionale prodotto. La percentuale richiesta per l’anno 2026 in questo caso è del 26,07% del reddito professionale. Il versamento nelle casse dell’INPS avviene tramite il pagamento di un modello F24 nelle scadenze previste per la dichiarazione dei redditi. Per gli iscritti alla gestione separata INPS aderenti al regime forfettario non sono previste agevolazioni a livello contributivo.
Professionisti con cassa previdenziale autonoma
Se invece hai una cassa professionale (ad es. sei un medico, un architetto, un ingegnere, un avvocato ecc…) dopo aver aperto la tua partita iva dovrai iscriverti anche alla tua cassa professionale e seguire le sue regole a livello contributivo. Solitamente le casse professionali prevedono il versamento di una quota fissa minima annuale, un versamento in percentuale rispetto al reddito prodotto più un ulteriore contributivo integrativo ripetibile nei confronti dei propri clienti che non impatta nel reddito.
Commercianti e artigiani
Per ultimo, se sei un commerciante o un artigiano la tua cassa di riferimento sarà la gestione commercianti e artigiani dell’ INPS.
Questa gestione previdenziale di norma prevede il versamento di un contributo annuale (da pagare in quattro rate trimestrali di pari importo) indipendente dal reddito prodotto a copertura di un reddito minimo più un eventuale versamento di contributi detti eccedenti il reddito minimale che viene calcolato solo se il reddito d’impresa supera il reddito minimo determinato da INPS annualmente. La percentuale su cui calcolare i contributi eccedenti il minimale si aggira intorno al 24%.
La contribuzione fissa si aggira sulle 4.000 € l’anno e le rate con cadenza trimestrale sono richieste nei mesi di maggio, agosto, novembre e febbraio di ogni anno.
A differenza degli iscritti alla gestione separata INPS, se sei imprenditore iscritto alla gestione commercianti e artigiani dell’INPS e aderisci al regime forfettario hai la facoltà di richiedere un agevolazione che ti permette di pagare il 35% in meno di contributi. Questa agevolazione vale sia per i contributi fissi che per quelli eventuali eccedenti il minimale. La quota minima quindi si riduce da 4.000 € a circa 2.600 € mentre la quota eccedente il minimale passa dal 24% a circa il 16%.
Nota importante: si tratta di una riduzione dei versamenti, non di uno sconto “assoluto”: la contribuzione ridotta inciderà anche sulla tua pensione futura.
Negli ultimi due anni il regime forfettario non ha subito modifiche significative e, secondo le ultime indiscrezioni, anche con la nuova legge di bilancio le regole attuali dovrebbero essere confermate. Le certezze definitive, però, arriveranno solo con l’approvazione della legge di bilancio prevista per fine dicembre 2025.
Ti consigliamo quindi di tornare periodicamente su questa guida: la aggiorneremo man mano per permetterti di restare sempre informato.
A questo punto, viste le regole in vigore, possiamo analizzare nel dettaglio come funziona il regime forfettario attraverso alcuni esempi pratici.
Dopo che abbiamo visto requisiti, limiti e vantaggi del regime forfettario 2026, è utile capire in maniera concreta come si calcola prima il reddito e di conseguenza le imposte e i contributi. Gli esempi sotto ti permetteranno di vedere come funziona il calcolo del regime forfettario sia nel caso di professionisti che di imprese.
Abbiamo pensato ad una sezione del genere in questa guida completa per il regime forfettario per aiutarti a capire quanto pagherai di imposta sostitutiva, l’incidenza dei contributi INPS e come varia il totale in base al codice ATECO e al coefficiente di redditività. Due aspetti che non trattiamo in questo contenuto ma che se volessi approfondire trovi dei contenuti nel nostro blog o ancora meglio temi per i quali puoi richiedere una consulenza gratuita con noi.
Prima di procedere, altra nota importante che ti invitiamo a non tralasciare è che si tratta di esempi indicativi e che per una corretta pianificazione fiscale è importante rivolgersi ad un professionista.
Esempio 1 – Professionista senza cassa (gestione separata INPS)
Professione: consulente marketing
Ricavi annui: 40.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva regime forfettario: 15%
Calcolo reddito imponibile: 40.000 x 78% = 31.200 €
Calcolo contributi INPS gestione separata = 31.200 x 26,07% = 8.140 €
Calcolo imposta sostitutiva = 31.200 x 15% = 3.459 €
Totale tasse + contributi = 3.459 + 8.140 = 11.599 €
Esempio 2 – Commerciante
Professione: E-commerce di casalinghi
Ricavi annui: 50.000 €
Coefficiente di redditività: 40%
Aliquota imposta sostitutiva: 5%
Agevolazione contributiva: richiesta -35% contributi
Calcolo reddito imponibile: 50.000 x 40% = 20.000 €
Contributi INPS
Totale contributi INPS: 2.600 + 312 = 2.912 €
Calcolo imposta sostitutiva: 20.000 x 5% = 1.000 €
Totale imposte + contributi: 1.000 + 2.912 = 3.912 €
Esempio 3 – Professionista senza cassa (gestione separata INPS)
Professione: consulente informatico
Ricavi annui: 60.000 €
Coefficiente di redditività: 67 %
Aliquota imposta sostitutiva regime forfettario: 5%
Calcolo reddito imponibile: 60.000 x 67% = 40.200 €
Calcolo contributi INPS gestione separata = 40.200 x 26,07% = 10.480 €
Calcolo imposta sostitutiva = 40.200 x 5% =2.010 €
Totale tasse + contributi =10.480 + 2.010 = 12.490 €
Come puoi vedere da questi esempi, nel regime forfettario il calcolo delle imposte e dei contributi dipende da diversi elementi: i ricavi (fatturato), il coefficiente di redditività e dalla gestione previdenziale. Anche la variazione di uno solo di questi tre elementi può determinare un cambiamento significativo nel totale che andrai a pagare annualmente.
Per tale motivo, gli esempi ti possono aiutare a farti un’idea concreta, ma non possono sostituire un’analisi personalizzata. Il tuo caso specifico quindi richiede sempre un’analisi puntuale per evitare errori, sorprese o la scelta stessa del regime fiscale in funzione ai tuoi obiettivi.
Se vuoi conoscere quanto realmente pagherai di tasse con il regime forfettario o sapere se sia la soluzione migliore per la tua attività puoi richiederci una consulenza gratuita: ti aiuteremo a fare una simulazione precisa e pianificare strategicamente la tua partita iva.
Adesso che hai una visione di insieme, terminiamo la nostra guida su quando conviene il regime forfettario e quando invece è meglio un’altra soluzione.
Il regime forfettario 2026 conviene soprattutto quando hai pochi costi, un’attività snella e un fatturato annuale che rientra nei limiti. Per i professionisti e freelance con spese limitate, per chi non ha dipendente e per di più può beneficiare dell’aliquota start up del 5% per i primi cinque anni è quasi un paradiso fiscale. La gestione semplice, l’assenza di iva e la riduzione di tutti gli adempimenti burocratici infatti lo rendono la scelta ideale.
Di contro, il regime forfettario non è una scelta conveniente quando sostieni molti costi, hai margini risicati e prevedi di superare gli 85.000 € di fatturato. In questi casi il regime ordinario, benché abbia una tassazione più onerosa in proporzione, risulta la scelta migliore per via della deducibilità dei costi e la possibilità di detrarre l’iva. Allo stesso tempo, il regime forfettario non risulta la scelta più adatta se hai una prospettiva di crescita importante in quanto risulterebbe molto limitante in termini di volumi d’affari.
Concludendo, il regime forfettario è sicuramente un buon punto regime fiscale che però, come ogni aspetto quando si parla di fisco, va valutato con attenzione. La convenienza varia sempre da caso a caso e analizzare i numeri per la buona riuscita del business con una buona consulenza può aiutare ad evitare scelte che in prima battuta possono sembrare facili e scontate ma che possono portare ad errori costosi.
Vuoi sapere se il regime forfettario è davvero conveniente per te nel 2026? Richiedi ora una consulenza gratuita su partitaiva24.it: un esperto analizzerà la tua situazione e ti aiuterà a scegliere il regime fiscale più adatto ai tuoi obiettivi con una simulazione fiscale personalizzata.
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