Il limite di fatturato per rimanere all’interno del regime forfettario come sappiamo è di € 65.000 per anno. Spesso si dimentica che questo limite vale se la partita iva è già in attività, o per chi la sua partita iva l’ha aperta il primo di gennaio.
Per chi apre la sua partita iva ad anno già cominciato deve tenere presente che se si aderisce al regime forfettario il suo limite di fatturato non sarà di € 65.000 ma questo limite deve essere ragguagliato su base annua.
In questo senso, il limite fatturabile per rimanere all’interno del regime agevolato, almeno per l’anno di apertura della nuova partita iva, sarà decurtato di una parte. Per calcolare quale sarà il limite di fatturato di una partita iva in regime forfettario aperta ad anno in corso bisognerà fare una semplice operazione di divisione.
Solitamente il periodo che viene scelto per l’apertura della partita iva sono i primi giorni dell’anno.
Da un lato sicuramente per mettere in atto tutti i buoni propositi che ci si pone per l’anno nuovo, dall’altro per sfruttare il fatto che le tasse andranno comunque pagate in sede di dichiarazione dei redditi che viene redatta nel giugno dell’anno successivo all’apertura.
Per chi aderisce al regime forfettario c’è una motivazione in più, ovvero quella di sfruttare l’intero potenziale della propria partita iva in termini di fatturato. Come anticipato infatti, per chi apre la propria partita iva in regime forfettario ad anno inoltrato i ricavi/compensi fatturabili devono essere ragguagliati su base annua.
In maniera spicciola cosa significa quanto detto?
Se si comincia l’attività il 1° gennaio si avrà a disposizione tutto il fatturato annuo, se invece si comincia il 1° agosto, il limite massimo verrà diviso per 12 (i mesi) ed il tetto massimo di fatturato sarà più che dimezzato.
Il contribuente quindi, avrà a disposizione solo 27.000€ circa fino a fine anno. Infatti, se durante l’anno supererà questa soglia, nell’anno successivo non potrà più aderire al regime forfettario.
Facciamo però un esempio pratico per calcolare precisamente come avviene il ragguaglio del limite di fatturato.
Supponiamo che un consulente in materia di sicurezza (codice attività 74.90.29), ha iniziato la sua attività il 1°ottobre 2019 e al 31 dicembre ha percepito compensi per un importo pari a € 20.000.
Il limite per mantenere il regime agevolato è di 65.000 € ma il contribuente avendo iniziato la sua attività il 1°ottobre ha a disposizione un limite di fatturato di gran lunga più basso, almeno per l’anno di apertura della sua partita iva. Vediamo di preciso a quanto ammonta il suo limite di fatturato.
Il calcolo da fare è il seguente: € 65.000/365 x 92 = 16.383,57 €
Basterà dividere il massimo fatturabile durante l’anno per 365 (i giorni dell’anno) e poi moltiplicare questo valore per il numero di giorni rimanenti dal momento di apertura della p. iva al 31 dicembre.
Quando si opera in regime forfettario altra cosa su cui porre l’attenzione che spesso si dimentica è che si tratta di un regime di cassa e non di competenza.
Essere un regime di cassa significa che il calcolo dell’imponibile sarà effettuato sulle fatture emesse ed incassate durante l’anno e non sulle fatture che sono state emesse ma non incassate.
Facendo un esempio molto semplice, se un contribuente ha emesso fatture per 50.000 € durante l’anno ma effettivamente entro il 31/12 ha incassato fatture solo per € 30.000. Il suo fatturato da tenere in considerazione per il calcolo dell’imponibile sarà soltanto € 30.000.
Terminando, ricordiamo che dal 2019, anno in cui è stato riformato il regime forfettario, il limite di fatturato è uguale per tutte le attività ed ammonta ai € 65.000.
Ciascuna attività però, ai fini del calcolo del reddito utile per determinare l’imponibile sia previdenziale che fiscale, ha un proprio coefficiente di redditività corrispondente in base al proprio codice Ateco.
Vediamoli nello specifico nella seguente tabella.
gruppo di settore | codice attività ATECO 2007 | limite ricavi/compensi | coefficiente redditività |
---|---|---|---|
industrie alimentari e delle bevande | (10 – 11) | € 65.000 | 40% |
commercio all’ingrosso e al dettaglio | 45 – (da 46.2 a 46.9) – (da 47.1 a 47.7) – 47.9 | € 65.000 | 40% |
commercio ambulante e di prodotti alimentari e bevande | 47.81 | € 65.000 | 40% |
commercio ambulante di altri prodotti | 47.82-47.89 | € 65.000 | 54% |
costruzioni e attività immobiliari | (41 – 42 – 43) – (68) | € 65.000 | 86% |
intermediari del commercio | 46.1 | € 65.000 | 62% |
attività dei servizi di alloggio e di ristorazione | (55 – 56) | € 65.000 | 40% |
attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi | (64 – 65 – 66) – (69 – 70 – 71 – 72 – 73 – 74 – 75) – (85) – (86 – 87 – 88) | € 65.000 | 78% |
altre attività economiche | (01 – 02 – 03) – (05 – 06 – 07 – 08 – 09) – (12 – 13 – 14 – 15 – 16 – 17 – 18 – 19 – 20 – 21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 – 27 – 28 – 29 – 30 – 31 – 32 – 33) – (35) – (36 – 37 – 38 – 39) – (49 – 50 – 51 – 52 – 53) – (58 – 59 – 60 – 61 – 62 – 63) – (77 – 78 – 79 – 80 – 81 – 82) – (90 – 91 – 92 – 93) – (94 – 95 – 96) – (97 – 98) – (99) | € 65.000 | 67% |
Buongiorno, a breve vorrei affiancare al lavoro da dipendente (con stipendio sotto i 30.000 €) quello autonomo tramite l’apertura di una P.IVA in regime forfettario. Il mio dubbio riguarda il fatto che da alcuni anni ho degli investimenti in criptovalute (regolarmente dichiarati nell’RW): in caso li vendessi, il ricavo farebbe cumulo per il raggiungimento dei 65.000 €? Grazie mille
Buongiorno Marco,
no, questi redditi non faranno cumulo per il raggiungimento dei 65.000 per mantenere il regime forfettario. Ti lascio questo contenuto per approfondimento sugli investimenti:https://partitaiva24.it/criptovalute-e-bitcoin-in-dichiarazione-dei-redditi/
Salve, se io ho aperto la partita iva a marzo, prima che stabilissero a luglio il tetto per il regime forfettario proporzionato ai mesi di apertura e non più 65.000€ indipendentemente dalla data di apertura (non sapendo che poi avrebbero introdotto questo limite supererò il tetto di 54.000) uscirò comunque nel 2021 dal regime forfettario o per coloro che hanno aperto prima di luglio non vale questa limitazione?
Altra domanda: nei mesi gennaio e febbraio mi avevano trattenuto l’irpef, ma una volta aperta la partita iva, a marzo appunto, mi è stata restituita.
Cosa succederà a questo Irpef? Lo dovrò restituire?
Posso, invece, a questo punto considerare la partita iva attiva da gennaio e non da marzo, e quindi eventualmente considerare come tetto 65.000€?
Vi chiedo di rispondere ad entrambe le domande cortesemente.
Ringrazio anticipatamente.
Buongiorno Alessio,
se hai superato il limite di € 65 mila ragguagliato nel 2021 uscirai dal forfettario. Tale limitazione non si tratta di una novità ma è presente da quando è stato introdotto il forfettario.
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