Durante gli studi, capita molto spesso di cercare qualche lavoretto per arrotondare ma sicuramente non vi sarà mai venuto in mente di dover aprire la partita IVA. Certe volte però, se quel lavoretto diventa abituale e continuativo e da una certa sicurezza di guadagno la partita IVA diventa obbligatoria. Una delle situazioni prospettata prima riguarda spesso l’attività di hostess e promoter in fiere, congressi o eventi di vario genere. Dato che questa attività, il più delle volte viene svolta dai più giovani totalmente digiuni in termini di fisco ci sembra importante fornire una breve guida sull’apertura partita IVA online per hostess o promoter.
Sommario
L’attività di hostess o promoter
Posso lavorare senza partita iva?
Il regime forfettario per hostess o promoter
L’obbligo di rispettare il limite di fatturato per l'hostess o promoter
L’apertura partita iva online per hostess o promoter
I vantaggi del regime forfettario per l'hostess o il promoter
Le semplificazioni in materia di IVA
Un’unica imposta
Nessuna ritenuta d’acconto
Quanto paga di imposte un hostess o un promoter
Quanti contributi previdenziali versa un hostess o promoter
Al fine di fornire un generale inquadramento vediamo nello specifico quale attività svolge un’hostess o un promoter.
In pochissime parole possiamo riassumere che l’attività dell’hostess o del promoter consiste nell’organizzare e pubblicizzare un evento attraverso la consegna di materiale promozionale. Oggi molte agenzie di comunicazione si rivolgono ad un personale sempre più specializzato per eventi di qualsiasi tipo. Per questo motivo, sempre più spesso per iniziare a svolgere la professione, è necessario frequentare corsi di indirizzo professionale.
Svolgere l’attività di hostess o promoter da quanto abbiamo potuto desumere quindi, significa svolgere un’attività professionale. Questo significa che esercitare l’attività di hostess o promoter significa essere a tutti gli effetti un lavoratore autonomo.
Come detto prima molti giovani svolgono questa attività nel tempo libero per arrotondare ma il più delle volte l’attività diventa abituale. In queste situazioni ricordiamo che l’apertura della partita diventa un obbligo e non si potrà più sfruttare il contratto di prestazione occasionale o la classica ritenuta d’acconto.
Come abbiamo spesso fatto presente nel momento in cui l’attività dell’hostess o promoter diventa abituale e continuativa scatta l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Questo obbligo scatta a prescindere da qualsiasi fatturato. Il motivo per cui l’apertura della partita IVA diventa un obbligo per hostess o promoter, come per qualsiasi altra professione, è l’abitualità e la continuità dell’attività.
Finché siamo di fronte a una prestazione del tutto occasionale, per esempio una collaborazione a degli eventi ribadiamo in maniera del tutto occasionale, non c’è l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Se invece, l’attività svolta diventa costante e ci si comincia a promuovere, sorgerà l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Per il fisco l’attività sarà intesa come abituale ed il principio di occasionalità viene meno.
Il primo passo per aprire una partita IVA come hostess o promoter, come per tutti i professionisti in generale, è quello di individuare il regime al quale il futuro titolare di partita IVA può aderire. Il regime più conveniente per chi decide di avviare un’attività è il regime forfettario.
I vantaggi di cui parleremo tra poco nel nostro articolo devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante senza dubbio è quello di non superare i 85.000 € di fatturato annuo.
Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”
Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.
Una volta verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta entrando sul sito dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario. In questa sede, si dovrà anche scegliere il codice ATECO che indica l’attività che si andrà a svolgere.
Ricordiamo che il codice da hostess e promoter appartiene a quella categoria di codici ATECO che fa capo alla gestione separata INPS. Di fatto, considerando che l’hostess o il promoter rientra nel settore della libera professione ne segue che non dovrà fare iscrizione in Camera di Commercio e di conseguenza all’iscrizione alla gestione INPS commercianti/artigiani.
Sembra tutto facile tuttavia, aprire una partita IVA non è così semplice come appare. Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice ATECO sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli si capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore.
Partiamo subito con il primo vantaggio.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture dell’hostess o del promoter quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà l’hostess o il promoter nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto l’hostess o il promoter è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
L’ hostess o il promoter in regime forfettario pagherà le proprie imposte sul reddito imponibile che verrà determinato moltiplicando i ricavi percepiti con il coefficiente di redditività previsto per il suo codice ATECO. L’unica imposta che pagherà sarà in misura pari al 15% del proprio imponibile.
Ricordiamo che nel caso di start-up, invece, è prevista una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% anziché al 15% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.
Procediamo ad un esempio per essere più immediati.
Ipotizziamo la Sig.na Tarebella, hostess in regime forfettario start-up abbia un fatturato annuo di€ 7.000:
Fatturato € 7.000
Coefficiente di redditività: 78%
Calcolo delle imposte: (7.000 * 78%) x 0,05 = € 273
I contributi INPS saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato nell’esempio del paragrafo precedente. Questi ricordiamo che saranno parti al 25,72% del fatturato e non c’è una quota fissa annuale INPS da pagare. L’hostess o il promoter verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.
Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con la nostra hostess che ha un fatturato di € 7.000.
Fatturato € 7.000
Coefficiente di redditività: 78%
Calcolo dei contributi previdenziali: (7.000 x 78%) x 25,72% = Euro 1404,31
Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2020, contributi e INPS relativi al 2020 saranno pagati nell’estate del 2021.
articolo chiaro. Un unico appunto: a parere mio il fatturato moltiplicato per il coefficiente di redditività costituisce l’imponibile previdenziale che moltiplicato per l’aliquota del 25.72% genera i contributi da versare all’inps, che però dovranno essere detratti dall’imponibile previdenziale per essere a loro volta assoggettati alla detrazione fiscale del 5% o 15% .
calcolo contributi previdenziali :(7000 x 78%) x 25,72% = € 1404.31
imponibile fiscale = (7000 x 78%) – 1404.31 = 4055,69
calcolo imposta : 4055,69 x 5% = € 202,78
Cordiali saluti.