Oggi, nel nostro blog, parleremo del mestiere dell’investigatore privato per potervi guidare lungo l’iter di apertura della Partiva IVA e facilitare il percorso da seguire per mettersi in proprio.
Vedremo nello specifico come fare per aprire una partita IVA per investigatore privato, se sono necessari particolari requisiti per avviare l’attività in oggetto e quale è il regime fiscale più conveniente al quale assoggettarsi per essere in regola con il fisco. L’ investigatore privato oggi è un esperto, un professionista vero e proprio. L’investigatore privato o il detective è colui che si occupa di aprire o continuare indagini che accertino la sussistenza di determinati sospetti, o escludano che determinati eventi o vicende siano realmente accadute.
Inquadriamo allora questo mestiere dal punto di vista fiscale e contributivo, e vediamo come si fa ad essere in regola dal punto di vista fiscale svolgendo questa professione.
Sommario
Chi è l'investigatore privato?
Partita iva o prestazione occasionale?
Il regime forfettario per l'investigatore privato
L’obbligo di rispettare il fatturato per l'investigatore privato
Come aprire partita iva online per investigatore privato
I vantaggi del regime forfettario per l'investigatore privato
Quanto paga di imposte un investigatore privato
Quanti contributi previdenziali versa un investigatore privato?
L’investigatore privato o per meglio utilizzare un termine anglosassone, il detective è un professionista che svolge un’attività nella quale deve trovare o scoprire qualcosa, alludendo quindi alla traduzione letterale del verbo inglese to detect.
L’investigatore può essere sia pubblico qualora il mestiere sia svolto dalle forze di polizia, o privato se il mestiere viene esercitato da un comune cittadino. In questa sede ci occuperemo solo ed esclusivamente dell’investigatore privato.
L’investigatore privato svolge indagini e viene autorizzato da altri soggetti che possono essere sia pubblici sia privati. L’attività lavorativa degli investigatori in casi di cronaca serve per scoprire informazioni o fatti occulti che si ha interesse di dimostrare non avendo ancora intercettato il colpevole del fatto di cronaca. Il detective ha quindi l’onere di portare delle prove valide affinché la faccenda si possa concludere.
La figura dell’investigatore privato inoltre, femminile ha acquisito negli ultimi anni sempre più forza; comunque di base si ritiene che le donne abbiano un fiuto investigativo più forte e appartenente alla loro natura. Per essere definito un detective privato di tutto rispetto non basta solo avere un ottimo fiuto, un buon talento ed un grande senso del dovere ma è necessario possedere un bagaglio di esperienza e competenza professionale per riconoscere quali tecniche utilizzare in base al fatto da investigare.
Oggi l’investigatore privato non è più soltanto specializzato in investigazioni, ma conosce anche la criminologia, la tecnologia elettronica ed informatica. Egli oltre a possedere competenze tecniche, a saper utilizzare la macchina fotografica è anche essere preparato fisicamente.
Per esser un buon investigatore privato o detective è sicuramente necessario saper interpretare i fatti, gli indizi e le prove ed imparare ad ascoltare le testimonianze in modo critico per riuscire a leggere tra le righe. Il ruolo dell’investigatore privato deve essere obbligatoriamente autorizzato, perché egli possiede informazioni riservate e strettamente private. L’investigatore privato può farsi aiutare da altri consulenti investigativi, sempre sotto previa autorizzazione scritta da parte del cliente che firmerà un contratto con l’agenzia investigativa.
Per diventare un investigatore privato innanzitutto non si deve avere nessun precedente penale. Da un punto di vista prettamente formativo e scolastico è necessaria una laurea in una delle seguenti materie: giurisprudenza, economia, master in criminologia o scienze dell’investigazione ed aver fatto un triennio di praticantato o aver frequentato corsi di aggiornamento ai sensi del D.M. 269/10. Ovviamente tutto ciò non basta e mai basterà se si vuole fare questo mestiere per tutta la vita. Per continuare ad avere un lavoro da detective bisognerà mantenersi continuamente aggiornati attraverso corsi pensati e creati appositamente per la professione come i corsi di detectivage o di investigatore privato, oppure iscrivendosi all’accademia di formazione professionale dove il professionista si aggiorna continuamente sulle nuove tecniche di indagine e sui nuovi studi psicologici della mente umana che possono aiutare il detective a trovare la risposta alla sua indagine.
Chi si occupa di investigazione spesso collabora con altri investigatori.
Torniamo adesso a ciò che ci compete, il mondo della partita IVA. Per tutti coloro che volessero mettersi in proprio e lavorare come investigatori privati forniamo una guida su quale sia l’inquadramento fiscale migliore per la propria posizione e quali sono i vantaggi di aprire una partita IVA come detective in regime forfettario.
Molti di voi però si chiederanno: “è davvero necessario aprire partita IVA ?”
Aprire partita IVA per detective è obbligatorio in qualunque caso, essendo un mestiere che prima di poter essere svolto prevede delle autorizzazioni vincolanti. Il mito che se non si superano i 5000€ di reddito non dovete aprire la partita IVA ma potete lavorare con la prestazione occasionale o il contratto di prestazione occasionale “prestO” è totalmente falso e non è applicabile a questo tipo di mestiere.
Il primo passo per aprire una partita IVA come investigatore privato è quello di individuare il regime al quale il titolare della partita IVA può aderire. Il regime più conveniente per chi decide di avviare un’attività è il regime forfettario. Per poter aderire a tale regime ci sono però dei requisiti da rispettare:
Ricordiamo che fino al 2022 il tetto massimo di reddito era di € 65.000 che è stato innalzato a € 85.000 con l’approvazione della legge di bilancio 2023.
Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico dell’investigatore privato:
Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.
I vantaggi di cui parleremo più avanti nel nostro articolo devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante senza dubbio è quello di non superare i 85.000 € di fatturato annuo.
Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”
Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.
Una volta verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta recandosi ad un qualsiasi sportello dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario e consegnarlo all’impiegato che vi rilascerà immediatamente il vostro nuovo numero di partita IVA. In sede di compilazione inoltre, si dovrà scegliere anche il codice ATECO che indica l’attività che si andrà a svolgere.
Ricordiamo che il codice da investigatore privato appartiene a quella categoria di codici ATECO che fa capo alla gestione separata INPS. Di fatto, considerando che l’investigatore privato rientra nel settore della libera professione ne segue che non dovrà fare iscrizione in Camera di Commercio e di conseguenza all’iscrizione alla gestione INPS commercianti/artigiani.
Sembra tutto facile tuttavia, aprire una partita IVA non è così semplice come appare. Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice ATECO sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore.
Partiamo subito con il primo vantaggio.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture dell’investigatore privato quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare tariffe più basse per le proprie prestazioni e porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il detective nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’unica imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto l’investigatore privato è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
Il detective in regime forfettario pagherà sul reddito imponibile determinato che si ottiene moltiplicando i ricavi percepiti per il coefficiente di redditività previsto per il suo codice ATECO, un’imposta in misura pari al 15%.
Ricordiamo che nel caso di start-up, invece, è prevista per il detective una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% anziché al 15% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.
Procediamo ad un esempio per essere più immediati.
Ipotizziamo che il nostro investigatore privato startup abbia un fatturato annuo di € 20.000:
Fatturato € 20.000
Coefficiente di redditività previsto per questo codice ATECO: 67%
Calcolo delle imposte: (20.000 * 67%) x 0,05 = € 670
I contributi INPS saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato nell’esempio del paragrafo precedente. Questi ricordiamo che saranno parti al 25,72% del fatturato e non c’è una quota fissa annuale INPS da pagare. L’investigatore privato verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.
Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con nostro detective privato che ha un fatturato di € 20.000
Fatturato € 20.000
Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 67%
Calcolo dei contributi previdenziali: (20.000 x 67%) x 25,72% = Euro 3.446.48
Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2020, contributi e INPS relativi al 2020 saranno pagati nell’ estate del 2021
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