Oggi vedremo quali sono i passi per procedere all’apertura partita IVA online per giornalista. Ancora oggi non sono pochi i giovani che decidono di intraprendere questa strada come nonostante il giornalismo negli ultimi anni sia cambiato di molto con l’avvento di Internet ed i social. In questo senso ci sembra importante vedere quale sia l’inquadramento fiscale e contributivo di questo professionista e dare delle informazioni riguardo l’apertura della sua partita IVA.
Spesso e volentieri è il primo passo quello che spaventa di più. Aprire la partita IVA però non è sempre una tragedia e certe volte permette anche di avere molti vantaggi dal punto di vista fiscale e contabile. Per prima cosa, ricordiamo che aprire la partita IVA online per giornalista è totalmente gratuito.
È importante precisare che prima di procedere all’apertura della partita IVA, il giornalista deve iscriversi al proprio albo professionale. Infatti, per le professioni dotate di un ordine come gli avvocati, gli ingegneri, i medici ed anche i giornalisti per poter iniziare ad esercitare è necessario essere iscritti al proprio albo professionale. L’apertura della partita IVA per questo tipo di professioni è successiva all’iscrizione al proprio albo.
Iscritti all’albo dei giornalisti quindi, come nel caso di tutti i professionisti, per aprire la partita IVA prima cosa è necessario munirsi del modello AA9/12 compilarlo in maniera corretta. Ricordiamo inoltre che non è possibile aprire la partita IVA online con il sito dell’Agenzia delle Entrate ma bisognerà recarsi allo sportello, oppure ricorrere a un professionista abilitato o ad una società di consulenza come la nostra. I dati da inserire nel momento della compilazione sono:
Per i primi tre punti non ci sono particolari problemi. Gli ultimi due, la scelta del codice ATECO e del regime fiscale, sono abbastanza importanti per la futura partita IVA e quindi bisogna prestare maggiore attenzione nel momento di compilazione del modulo per aprire la partita IVA.
Il codice ATECO infatti, determinerà l’area di attività del professionista e una scelta sbagliata potrebbe portare a sanzioni.
Riguardo il regime fiscale, il nostro giornalista professionista potrà scegliere tra il regime ordinario e il regime forfettario. La scelta del primo piuttosto che del secondo porterà ad un diverso trattamento del giornalista dal punto di vista fiscale e contabile. Consigliamo sempre di rivolgersi al proprio consulente di fiducia, egli saprà consigliare il regime migliore per il caso specifico.
Anticipando, possiamo dire che per i più giovani che si avvicinano per la prima volta nel mondo del lavoro e che pensano di non riuscire a guadagnare più di 30.000 € in un anno la scelta migliore è il regime forfettario. Vediamo perché.
Dal 2015, il regime forfettario rappresenta l’unico regime di vantaggio in Italia. Questo regime è indicato per tutti coloro che si avvicinano per la prima volta nel mondo del lavoro garantendo delle importanti agevolazioni dal punto di vista fiscale e contabile. Tutti i giornalisti che vogliono aprire la partita IVA devono conoscere quali vantaggi avranno nel caso di apertura in regime forfettario. Vediamo insieme i principali vantaggi del regime forfettario per un giornalista.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del giornalista quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il giornalista nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il giornalista è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
I vantaggi devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. Il più importante senza dubbio è il limite di fatturato. Per continuare ad usufruire delle agevolazioni predette infatti, non si deve superare il limite di fatturato annuo di € 85.000.
Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”
Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.
Oltre alla disciplina fiscale per il giornalista professionista è importante anche la disciplina contributiva. Il giornalista infatti, è uno di quei professionisti che ha una cassa previdenziale propria: l’INPGI.
I giornalisti per poter operare, oltre all’iscrizione al proprio albo, hanno l’obbligo di iscrizione e versamento dei propri contributi previdenziali alla propria cassa: l’INPGI. Per le modalità di calcolo e di versamento dei contributi è meglio rimandare direttamente al sito dell’INPGI in quanto come per altri enti previdenziali professionali potrebbero essere presenti diversi trattamenti a seconda dell’età del professionista e gli anni d’attività.
In regime forfettario le imposte saranno calcolate sul fatturato lordo diminuito dalla percentuale di costi, assegnata in base al coefficiente di redditività. Nel caso specifico del giornalista la parte di costi imputata sul fatturato lordo è del 33 %. Procediamo a fare un esempio per essere più immediati.
Il giornalista Bodoni, titolare di una partita IVA in regime forfettario start-up per il 2019 avrà un fatturato di 29.000€.
La prima operazione da fare è calcolare l’imponibile su cui si andranno poi a pagare sia le imposte che i contributi.
Dovremo quindi sottrarre il 33% al fatturato lordo ed avremo il nostro reddito imponibile. (ricordiamo che il coefficiente di redditività per l’attività da giornalista è il 67%).
€ 29.000 – (29.000x 33%) = € 19.430
L’imposta sostitutiva che il Bodoni andrà a pagare sarà pari a: € 19.430 x 5% = 971,5 €
Ricordiamo però che non è finita qui. Alle imposte infatti dovranno successivamente aggiunti anche i contributi previdenziali dell’INPGI per avere un quadro generale di quanto resterà in tasca al nostro giornalista al termine dell’anno.
Attenzione che per il primo anno di attività il giornalista non verserà nessuna imposta poiché la prima dichiarazione dei redditi verrà prodotta l’anno successivo in riferimento ad i redditi dell’anno precedente. Per esempio, la dichiarazione dei redditi 2021 fa riferimento ad i redditi percepiti nel 2020.
Inoltre, in sede di prima dichiarazione dei redditi, (che viene fatta nel 2021) al nostro giornalista, l’erario richiederà oltre alle imposte 2020 un sostanzioso acconto per le imposte 2021, ovvero dell’anno in corso.
È bene riportare un esempio di come emetterà fattura un giornalista in regime forfettario.
Silvo Bodoni
Viale Liberio 17
Milano (MI)
Codice fiscale:
Partita IVA:Nome e cognome del cliente\ rag. soc. cliente
Via Matteo 34
35131 Padova
Codice fiscale:
Partita IVA:Documento: FATTURA Numero: 1 Data: 01/01/2019
……………….. Descrizione prestazione ……………………………
Compenso professionale € 100,00
IVA € 0,00
Contributo integrativo INPGI 2% € 2,00
totale documento € 102,00
+ bollo € 2,00
netto a pagare € 104,00
Operazione senza applicazione dell’IVA ai sensi dell’art.1, comma 58, Legge 190/2014, regime forfetario; operazione senza applicazione della ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’art.1, comma 67, Legge 190/2014
Applicata marca da bollo da 2 euro sull’originale se l’importo della fattura supera 77,47 Euro
Lascia un commento