Nel contenuto di oggi vedremo quando è obbligatoria l’apertura della partita IVA online per consulente SEO.
In un mondo che ormai vive totalmente online, l’attività del consulente SEO è di primaria importanza per tutte le imprese, sia che operino totalmente online sia che utilizzino il proprio sito solo come una vetrina. La figura del consulente SEO, nello specifico è quella di un professionista che conosce i motori di ricerca ed il loro funzionamento. Il suo obiettivo primario è migliorare il posizionamento del sito dell’impresa committente scalando i vari ranking e implementando una serie di attività per fare in modo che l’impresa sia posizionata nella maniera migliore possibile sul web.
Sommario
L’attività del consulente seo
Posso lavorare senza partita iva
Il regime forfettario per il consulente seo
L’obbligo di rispettare il limite di fatturato per il consulente seo
L’apertura della partita iva online per consulente seo
I vantaggi del regime forfettario per il consulente seo
Le semplificazioni in materia di IVA
Un’unica imposta
Nessuna ritenuta d’acconto
Quanto paga di imposte un consulente seo
Quanti contributi previdenziali versa un consulente seo
Il consulente SEO come già anticipato, è un professionista che presta la propria opera nei confronti di imprese e professionisti. La sua attività non comprende solo il miglioramento in termini di ranking e posizionamento nei motori di ricerca del sito dei suoi committenti ma i suoi servizi coprono l’ambito informatico a 360°.
Fatto questo breve excursus, vediamo nello specifico come il consulente SEO conduce la propria attività dal punto fiscale e contributivo.
Dato che si tratta di una professione abbastanza nuova, la maggior parte dei professionisti che si affacciano sulla scena è di giovane età o spesso gente che intraprende questa professione quasi per gioco. La domanda quindi sorge spontanea:” posso lavorare senza partita IVA?”. Per i primi lavori spesso, si comincia attraverso la ricevuta di prestazione occasionale oppure il nuovo contratto di prestazione occasionale “prestO“.
Tuttavia, come abbiamo spesso fatto presente nel momento in cui l’attività del consulente SEO diventa abituale e continuativa scatta l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Questo obbligo scatta a prescindere da qualsiasi fatturato del professionista. Il motivo per cui l’apertura della partita IVA diventa un obbligo per il consulente SEO, come per qualsiasi altra professione, è l’abitualità e la continuità dell’attività.
Finché siamo di fronte a una prestazione del tutto occasionale, per esempio la collaborazione per lo sviluppo di un sito web o un lavoro che comporti la risalita di un sito nel ranking di Google, non c’è l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Se invece, l’attività svolta sia costante come per esempio la gestione di un progetto costante nel tempo o semplicemente ci si comincia a promuovere, sorgerà l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Per il fisco l’attività sarà intesa come abituale ed il principio di occasionalità viene meno.
Il primo passo per aprire una partita IVA come consulente SEO, come per tutti i professionisti in generale, è quello di individuare il regime al quale il futuro titolare di partita IVA può aderire. Il regime più conveniente per chi decide di avviare un’attività è il regime forfettario. Per poter aderire a tale regime ci sono però dei requisiti da rispettare:
Ricordiamo che fino al 2020 il tetto massimo di reddito era di € 65.000 che è stato innalzato a € 85.000 con l’approvazione della legge di bilancio 2023.
Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico del consulente seo:
Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.
I vantaggi di cui parleremo più avanti nel nostro articolo devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante senza dubbio è quello di non superare i 85.000 € di fatturato annuo.
Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”
Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.
Una volta verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta entrando sul sito dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario. In questa sede, si dovrà anche scegliere il codice ATECO che indica l’attività che si andrà a svolgere.
Ricordiamo che il codice da consulente SEO appartiene a quella categoria di codici ATECO che fa capo alla gestione separata INPS. Di fatto, considerando che il consulente SEO rientra nel settore della libera professione ne segue che non dovrà fare iscrizione in Camera di Commercio e di conseguenza all’iscrizione alla gestione INPS commercianti/artigiani.
Sembra tutto facile tuttavia, aprire una partita IVA non è così semplice come appare. Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice ATECO sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli si capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore.
Partiamo subito con il primo vantaggio.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del consulente SEO quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il consulente SEO nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il consulente SEO è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
Il consulente SEO in regime forfettario pagherà le proprie imposte sul reddito imponibile che verrà determinato moltiplicando i ricavi percepiti con il coefficiente di redditività previsto per il suo codice ATECO. L’unica imposta che pagherà sarà in misura pari al 15% del proprio imponibile.
Ricordiamo che nel caso di start-up, invece, è prevista una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% anziché al 15% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.
Procediamo ad un esempio per essere più immediati.
Ipotizziamo che il nostro consulente SEO start-up abbia un fatturato annuo di € 24.000:
Fatturato € 24.000
Coefficiente di redditività: 78%
Calcolo delle imposte: (24.000 * 78%) x 0,05 = € 936
I contributi INPS saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato nell’esempio del paragrafo precedente. Questi ricordiamo che saranno parti al 25,72% del fatturato e non c’è una quota fissa annuale INPS da pagare. Il consulente SEO verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.
Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con il nostro consulente SEO che ha un fatturato di € 24.000.
Fatturato € 24.000
Coefficiente di redditività: 78%
Calcolo dei contributi previdenziali: (24.000 x 78%) x 25,72% = Euro 4814,784
Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2019, contributi e INPS relativi al 2019 saranno pagati nell’ estate del 2020.
E’ possibile a partita iva già aperta cambiare il codice ateco se ci si rende conto che quello fornito o indicato dal commercialista non è quello più adatto?
Buonasera,
si, potrai modificare il codice ateco anche a partita iva già aperta. Prima di modificarlo comunque, ti consiglio di richiedere una consulenza al tuo attuale commercialista per valutare se sia necessario effettivamente cambiarlo.