Home  »  Educazione fiscale   »   Cassa integrazione anche per le partite iva – nasce l’ISCRO

Cassa integrazione anche per le partite iva – nasce l’ISCRO

Finalmente si cominciano ad avere informazioni su una delle novità più dibattute dell’ultima legge di bilancio: l’ISCRO (indennità straordinaria reddituale e operativa).

Con questa misura, il governo ha istituito un’indennità, simile alla disoccupazione, per i professionisti con partita iva.

In primis, è molto interessante perché finalmente darà un sussidio economico ad una categoria che spesso e volentieri risulta poco tutelata, nonostante sia uno dei motori economici più importanti del Paese.

Sommario

ISCRO: quali sono i requisiti d'accesso

Come effettuare la domanda per l'ISCRO

Quanto spetta al beneficiario

Calcolo ISCRO

Chi finanzia l’ISCRO?

consulenza-partita-iva
Consulenza GRATUITA e senza impegno
con un consulente esperto di Partitaiva24

E specialmente in questo momento segnato dalla pandemia, in cui la categoria dei professionisti con partita iva si è trovata di fronte ad una crisi senza precedenti.

Analizziamo, quindi, i requisiti per accedere al sussidio e la procedura per ottenerlo.

ISCRO: quali sono i requisiti d’accesso

I requisiti d’accesso per tale misura sono molto stringenti. Non è un aiuto a pioggia come lo è stato il tanto dibattuto bonus dei 600 € di marzo e aprile.

Inoltre, possiamo dire che si tratta di una misura-prova poiché è stata pianificata solo per il triennio 2021-2023.

Il requisito fondamentale per accedere al sussidio è quello di essere un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata INPS. L’indennità, quindi, potrà essere richiesta da tutti quei professionisti/freelance titolari di partita iva che versano i loro contributi alla gestione separata INPS.

Non è possibile richiedere tale indennità se si è artigiani o commercianti o professionisti con cassa.

Oltre a questo requisito fondamentale sarà necessario:

–       non essere titolari di altri trattamenti pensionistici

–       non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie

–       non percepire il reddito di cittadinanza

Se si possiedono i predetti requisiti, sarà necessario verificare anche quelli di tipo reddituale. Per poter effettuare la domanda, infatti, il professionista dovrà:

– avere prodotto un reddito da lavoratore autonomo nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda inferiore di almeno il 50% rispetto alla media degli stessi redditi percepiti nei tre anni precedenti a quello valutato per poter vedere accettata la domanda.

Ponendola in maniera semplice: se il professionista presenterà domanda nel 2021, il reddito percepito nel 2020 dovrà essere inferiore almeno del 50% rispetto alla media dei redditi del triennio 2017-2018-2019.

In seconda battuta il professionista deve

–       avere avuto nell’anno precedente un reddito massimo non superiore a 8.145 euro

–       essere in regola con il versamento dei contributi

–       avere una partita iva attiva da almeno 4 anni e sempre per l’attività che ha permesso l’iscrizione alla gestione separata

Sul requisito temporale è bene precisare che se il professionista, nonostante abbia subito il calo nel 2020, non ha la partita iva da almeno 4 anni non potrà accedere alla misura. La domanda, dunque, potrà essere effettuata solo al raggiungimento dei 4 anni di attività.

Inoltre, in caso di cessazione dell’attività, mentre si sta percependo la disoccupazione ISCRO, l’indennità terminerà immediatamente e verranno richieste dall’INPS eventuali mensilità corrisposte indebitamente.

Vuoi saperne di più? Richiedi una consulenza gratuita ad un esperto di Partitaiva24

consulenza-partita-iva
GRATIS e senza impegno

Come effettuare la domanda per l’ISCRO

L’indennità verrà erogata dall’INPS. Tuttavia, al momento, non è ancora possibile inoltrare alcuna domanda. Si attendono istruzioni operative, probabilmente attraverso delle circolari, ma supponiamo che tale istanza dovrà essere effettuata attraverso la propria area riservata sul sito INPS.

Dalle informazioni in possesso forniteci dalla legge di bilancio, si evince che la domanda potrà essere inoltrata entro il 31 ottobre del triennio per cui è stata programmata tale misura. Ciascun professionista potrà effettuare una sola richiesta nel triennio e l’indennità non si potrà ottenere per più anni.

Alla domanda dovrà essere allegata un’autocertificazione. Quindi, sarà lo stesso titolare della partita iva a dichiarare il possesso dei requisiti. Successivamente, l’Inps invierà quanto dichiarato all’Agenzia dell’Entrate per le opportune verifiche.

Quanto spetta al beneficiario

Ammesso, quindi, che si sia in possesso dei requisiti, quanto spetterà a ciascun beneficiario titolare di partita iva?

I professionisti beneficiari disporranno di un’indennità semestrale pari al 25% di quanto percepito l’anno precedente. L’indennità spetta a decorrere dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda.

Una volta approvata, l’ISCRO varierà da un minimo di 250 euro ad un massimo di 800 euro mensili e non concorrerà alla formazione del reddito imponibile, oltre a non apportare nessun tipo di contribuzione figurativa.

Calcolo ISCRO

Per capire effettivamente quanto potrà incassare il professionista che richiede l’ISCRO, facciamo un esempio numerico. I calcoli sono abbastanza semplici, ma i passaggi sono diversi. Quindi, è necessario prestare molta attenzione.

Supponiamo che nel 2021 la tua attività entri in crisi ed tu abbia intenzione di chiedere l’ISCRO INPS.

Nel 2020 il tuo reddito complessivo è di 8.000 euro e, di conseguenza, rispetti il primo requisito (reddito anno precedente inferiore a 8.145 euro).

Ora vediamo il secondo requisito, ossia il tuo reddito da lavoro autonomo dell’anno precedente alla domanda deve essere stato minore del 50% della media dei tre anni prima.

Se, quindi, fai domanda di ISCRO nel 2021, devi confrontare il reddito 2020 con i redditi conseguiti negli anni 2019, 2018, 2017. Supponiamo che in tali anni tu abbia conseguito i seguenti redditi:

Facciamo la media di questi tre valori e il suo risultato è 20.000 euro.

La metà di 20.000 euro è pari a 10.000 euro. Ora dobbiamo confrontare tale valore con il reddito 2020, ossia l’anno precedente alla presentazione della domanda ISCRO.

Nel 2020 hai avuto un reddito di 8.000 euro, che è minore di 10.000 euro. Quindi, hai diritto all’ISCRO.

Per il calcolo effettivo dell’importo a cui hai diritto, devi considerare il 2020.

Abbiamo supposto prima che il reddito fosse 8.000 euro. Siccome l’ISCRO si calcola su base semestrale, devi fare 8.000/ 2 = 4.000 euro.

Ora calcola il 25% di 4.000, che è pari a 1.000 euro.

Ti spettano 1.000 euro di ISCRO, erogati mese per mese, quindi 1.000 diviso 6. L’importo mensile spettante sarebbe di 166,66 euro.

Considerato che sei al di sotto dell’importo minimo, riceverai non 166,66 euro di ISCRO, ma 250 euro al mese.

Se il risultato fosse stato per esempio 300 euro, avresti avuto diritto a 300 euro al mese. Se fosse stato 900 euro, avresti avuto diritto a 800 euro al mese (limite massimo).

Chi finanzia l’ISCRO?

Prima di terminare è importante portare alla luce questa notizia, ovvero capire da dove questi fondi saranno presi.

La nuova “cassa integrazione” /disoccupazione per i professionisti verrà finanziata dagli stessi.

Per far fronte a tale indennità, infatti, l’aliquota dei professionisti in gestione separata INPS aumenterà dello 0.26%, passando dall’attuale 25,72% al 25.98% per il 2021, per poi subire ulteriori aumenti nei prossimi due anni.

Dati quindi i requisiti molto stringenti e i pochissimi che ne beneficeranno, non è una buona notizia per i titolari di partita iva.

Vuoi saperne di più?
Richiedi una consulenza gratuita e senza impegno
Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 16/03/2021
Prima di andare via ti suggeriamo di leggere anche questi articoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    0 commenti