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Come cambiare codice ATECO

Capita spesso di aprire una partita iva per svolgere un’attività ma, con il prosieguo del tempo, di cambiare totalmente strada o di aggiungere diversi servizi all’interno del proprio portafoglio.

In queste situazioni, come abbiamo visto altre volte, è possibile svolgere più attività con la stessa partita iva. Per farlo bisogna dichiarare quali attività si svolgono e inserire i diversi codici ATECO corrispondenti.

Sommario

Cambiare il codice ateco è sempre necessario?

Professionista: come cambiare codice attività e codice ateco

Impresa: come cambiare codice ateco

Cambiare codice ateco: il cambio di profilo

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Capita spesso di aprire una partita iva per svolgere un’attività ma, con il prosieguo del tempo, di cambiare totalmente strada o di aggiungere diversi servizi all’interno del proprio portafoglio.

In queste situazioni, come abbiamo visto altre volte, è possibile svolgere più attività con la stessa partita iva. Per farlo bisogna dichiarare quali attività si svolgono e inserire i diversi codici ATECO corrispondenti.

Nel contenuto di oggi vogliamo analizzare quali sono le procedure a livello burocratico per cambiare codice ATECO e quali possono essere le conseguenze a livello fisale e contributo del cambio.

Come al solito, le casistiche da analizzare sono diverse e per capire come procedere nello specifico, bisogna conoscere: il profilo e, quindi, se siamo lavoratori autonomi/professionisti freelance oppure imprenditori iscritti in camera di commercio e, in seconda analisi, capire quale tipo di attività andremo a svolgere. Andiamo quindi con ordine partendo da un premessa doverosa.

Cambiare il codice ateco è sempre necessario?

La scelta di inserire un nuovo codice ATECO deve essere sempre ponderata e valutata.

Spesso potrebbe anche non essere necessario aggiungere un nuovo codice ATECO se le nuove attività svolte sono affini con la principale.

Inoltre, occorre capire, anche in base al periodo dell’anno, se questa aggiunta non aggravi di molto i costi relativi alla nostra attività.

Una consulenza in questi casi è fondamentale. Quindi, prima di fare scelte affrettate, consultarsi con il proprio professionista di fiducia è d’obbligo.

Se hai dei dubbi o se pensi che sia necessario aggiungere un nuovo ateco alla tua attività, ti ricordiamo che puoi richiedere la tua prima consulenza compilando il form di contatto sul nostro sito: https://partitaiva24.it/

Vediamo quindi quali sono le principali casistiche e materialmente quali procedure devono essere messe in atto per la variazione del codice ATECO.

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Professionista: come cambiare codice attività e codice ateco

Poniamo l’esempio di un consulente informatico che ha deciso di specializzarsi in marketing e, quindi, che offrirà solo servizi di consulenza di questo tipo. In questo caso, bisognerà solo variare il codice ATECO attraverso una comunicazione in agenzia dell’entrate.

Il profilo fiscale e quello previdenziale rimarranno del tutto immutati. Imposizione fiscale e previdenziale dunque rimarranno le medesime.

Dal punto di vista operativo dovremo solamente effettuare una variazione all’agenzia dell’entrate, comunicando il nuovo codice ATECO ed eliminando il precedente.

Se non vogliamo abbandonare del tutto la nostra prima attività, dovremo, invece, aggiungere un nuovo ATECO non eliminando il precedente.

Una volta aggiunto l’ATECO, dovremo stare quindi attenti a dividere la fatturazione per le nuove attività, in modo tale che, in fase di dichiarazione dei redditi, sapremo quanto abbiamo prodotto con un’attività piuttosto che con un’altra.

Basterà creare un sezionale per distinguere le fatture.

La pratica di variazione o aggiunta del codice ATECO, nel caso di apertura di una nuova partita iva come professionista, è completamente gratuita e immediata se effettuata personalmente all’agenzia dell’entrate.

Nell’ipotesi in cui ti rivolgessi al tuo consulente, invece, quest’ultimo potrebbe richiederti un piccolo compenso per il lavoro svolto.

Vediamo un altro caso.

Impresa: come cambiare codice ateco

Come al solito facciamo un esempio: quello di chi svolge l’attività di e-commerce e che decide di aprire anche un punto vendita fisico.

In questa ipotesi, per effettuare la modifica sarà necessario eseguire una nuova pratica camerale, indicando la nuova attività, aggiungere un nuovo ATECO ed effettuare una nuova comunicazione di inizio attività al comune attraverso una SCIA.

L’iter di variazione pertanto è molto simile a quello che abbiamo visto in dei nostri contenuti precedenti riguardo l’apertura di un’impresa (aprire partita iva online per ecommerce).

Costi e tempistiche sono pressoché identici. Parliamo, quindi, di un valore di circa 300 €. Mentre, a livello di tempistiche, circa 7-10 giorni per l’evasione della pratica in camera di commercio.

Anche in questa situazione, a livello previdenziale, INPS per intenderci, non sarà necessario effettuare alcuna modifica.

Rimarrà valida sempre l’iscrizione all’INPS commercianti. Per le variazioni delle attività, mantenendo uno stesso profilo, non ci sono dunque grosse problematiche a livello fiscale e previdenziale.

Veniamo quindi ai casi in cui è necessario un eventuale cambio di profilo. Infatti, i risvolti potrebbero essere diversi.

Cambiare codice ateco: il cambio di profilo

Supponiamo l’ipotesi in cui da un’attività professionale si intenda aggiungere anche un’attività commerciale.

Una delle situazioni che capita frequentemente, specialmente negli ultimi tempi, è quella in cui un consulente, che lavora nel mondo online, decide di avviare una propria attività di e-commerce in corso d’anno.

Cosa fare in queste situazioni?

Per prima cosa, sarà necessario aggiungere il nuovo codice ATECO per la vendita online e procedere all’iscrizione della partita iva in camera di commercio, effettuare la dichiarazione d’inizio attività al comune e compiere anche l’iscrizione all’INPS commercianti.

I costi della pratica e le tempistiche sono le medesime dell’apertura di una nuova partita iva.

A livello fiscale, invece, si avrà la medesima tassazione a seconda del regime fiscale scelto. Se siamo in regime tradizionale, pagheremo l’irpef sulla somma del reddito professionale e quello d’impresa, mentre il risvolto più importante si avrà in termini di INPS e gestione previdenziale.

Se svolgi parallelamente un’attività di tipo professionale da freelance e un’attività di tipo commerciale, infatti, sarai sottoposto ad una doppia contribuzione: da un lato, alla gestione separata INPS per la tua attività da professionista e, dall’altro, alla gestione commercianti INPS con relativi contributi fissi sul minimale per la tua attività commerciale.

Come puoi ben vedere l’aumento delle spese dovute alla previdenza non sarà banale, ma avrai anche dei costi di gestione superiori, in quanto avrai un vero e proprio doppio profilo.

In questo caso, ribadiamo che l’eventuale variazione deve essere ben ponderata e studiata con il proprio consulente, poiché è possibile apprendere delle soluzioni per ridurre questi oneri.

Se ti trovi in una situazione del genere e, dunque, stai pensando di modificare la tua attività o di intraprenderne parallelamente una nuova, ti ricordiamo che abbiamo messo a disposizione una prima consulenza gratuita. Richiedila cliccando sul prossimo link:https://partitaiva24.it/.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 11/08/2021
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