Qualche tempo fa nel nostro blog abbiamo parlato dell’obbligatorietà del POS per commercianti e professionisti così come stabilito dalla legge di bilancio 2018.
Negli ultimi giorni però, con la sentenza del 1/6/2018, il Consiglio di Stato si è espresso con un parere negativo sulla legittimità delle sanzioni amministrative applicate a commercianti e professionisti sprovvisti di POS. Di conseguenza, sono state bloccate tutte le sanzioni per quei commercianti/professionisti che non hanno accettato di essere pagati attraverso carta.
L’introduzione dell’obbligatorietà del POS per commercianti e professionisti notoriamente in Italia, ha portato con sé delle problematiche per l’adeguamento degli esercenti soprattutto per la non chiarezza delle leggi che hanno accompagnato quest’obbligo.
Senza dubbio però, l’introduzione del POS obbligatorio per tutti, potrebbe risolvere delle problematiche legate alla tracciabilità dei pagamenti e di conseguenza costituire un potente arma contro l’evasione. Inoltre, potrebbe semplificare anche la vita del cittadino che si trova in determinati momenti a corto di contanti.
Ripercorriamo le date che hanno portato alla situazione attuale:
Decreto crescita 2012 – all’interno del Decreto si prevedeva che a partire dal 30/6/2014 chi effettuava vendita di prodotti o prestava servizi, anche di tipo professionale, sarebbe stato obbligato all’accettazione di pagamenti attraverso carte di credito o di debito.
Il Decreto però portava già da subito portava con sé subito una problematica di non poco conto, non erano previste sanzioni in caso di diniego del commerciante/professionista.
Legge finanziaria 2016 – attraverso questa Legge, a partire dal settembre del 2017 sono state introdotte delle sanzioni per chi non si fosse adeguato. Di seguito riassumiamo le sanzioni previste:
Il problema di questa norma è che non è stata attuata con Decreto.
Legge di bilancio 2018 – attraverso questa Legge il Governo, per l’applicazione della sanzione a chi si trova sprovvisto di POS, si rifà ad una norma presente nel codice penale, l’ art. 693 che prevede una sanzione di 30 euro per gli esercenti che rifiutano pagamenti superiori ai 5 euro.
Facendo un semplice esempio:
Anche in questo caso però, non è stato prodotto nessun Decreto attuativo.
La non applicazione delle sanzioni per il rifiuto di pagamento tramite POS è da ritrovarsi nella mancanza di riferimenti certi all’interno dell’ordinamento giuridico.
Secondo il Consiglio di Stato infatti, l’articolo 693 del codice penale “chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro”, non rappresenta una base sufficiente per l’applicazione della sanzione.
Riguardo l’obbligatorietà del POS o meno sono state mosse molte critiche soprattutto da parte di associazioni di categoria. Le più importanti fanno riferimento alle sanzioni per chi non si adegua. La sanzione pari a 30 € infatti, viene considerata molto lieve a fronte di un pagamento ricevuto che il più delle volte ha un valore molto più alto.
Inoltre, la critica più importante è rivolta all’eccessiva penalizzazione di alcuni esercenti e professionisti che dovrebbero munirsi di POS ed affrontare delle spese bancarie per il suo mantenimento.
Con la sentenza n. 1446 del 1/6/2018, il Consiglio di Stato ha reso un parere negativo riguardo lo schema di regolamento sulla definizione delle modalità, dei termini ed il valore delle sanzioni amministrative a seguito della mancata accettazione dei pagamenti tramite carta. Secondo il Consiglio di Stato infatti, è inammissibile rimandare l’emissione di un decreto ministeriale ad una articolo del codice penale per regolare la violazione dell’obbligo di detenzione del POS. Viene ribadito inoltre che non può essere posta sullo stesso piano la moneta elettronica con la moneta legale in assenza di una Legge.
Ne segue che chi non accetta pagamenti con carta non può essere sanzionato poiché la sanzione non può essere imposta se non in base alla Legge, la quale ancora non c’è.
In conclusione, il Consiglio ritiene che la sanzione che dovrà essere applicata deve essere ricercata all’interno dell’ordinamento che regola la disciplina delle attività di tipo commerciale e professionale, la palla quindi, passa al nuovo Governo che dovrà prendere una decisione sulla base da quanto espresso dal Consiglio.
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