Per molti, l’apertura della partita IVA è una scelta obbligata piuttosto che volontaria. Per altri, invece, è legata al desiderio di mettersi in proprio e a quello di riuscire a costruire la propria attività.
Comunque, non bisogna essere pessimisti al riguardo perché, certe volte, l’apertura della partita IVA può portare diversi vantaggi.
In Italia, inoltre, se si rispettano alcuni requisiti è possibile aderire ad uno dei regimi fiscali “più leggeri in Europa”: il regime forfettario.
Con questo regime, infatti, allo Stato si cederà solo il 15% di imposte sui propri ricavi/compensi (o il 5% in caso di startup). Dopo di che, non ci saranno altre tasse da pagare, nessuna IRPEF, nessuna IRAP o addizionali varie.
Per di più, chi volesse intraprendere una strada imprenditoriale, diventando un commerciante o artigiano, potrebbe usufruire di una riduzione contributiva del 35 % sia sulla quota di contribuzione fissa che su quella variabile.
Il regime forfettario è un regime fiscale molto vantaggioso che ha permesso negli ultimi anni a migliaia di persone in Italia di mettersi in proprio garantendo un’imposizione fiscale agevolata.
In questo regime fiscale, lo Stato, come anticipato in apertura, si “accontenta” di una percentuale fissa per le imposte: il 15%. In alcuni casi, inoltre, l’aliquota dell’unica imposta sostitutiva che si andrà a pagare scende addirittura al 5%.
Infatti, per cercare di favorire lo sviluppo economico e, di conseguenza, l’avvio di nuove attività da parte dei cittadini, il legislatore ha deciso di rendere ancora più appetibile il regime forfettario per i primi 5 anni. Stiamo parlando del cosiddetto regime forfettario start-up al 5% di imposta invece del 15%. Questo regime nasce per premiare chi avvia una nuova attività e, quindi, chi apre una nuova partita IVA direttamente in regime forfettario.
Per aderire a questa ulteriore agevolazione, tuttavia, devono essere soddisfatti ulteriori requisiti che di seguito elencheremo.
I commercianti che volessero usufruire di questa particolare agevolazione, come anticipato, devono rispettare certi requisiti che sono descritti sempre all’ interno della Legge n.190/2014. L’ultra-agevolazione sarà accessibile se:
N.B. Qualora venga proseguita un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non deve essere superiore ai limiti previsti dalla tabella per il fatturato annuo in base ai codici Ateco.
Per un approfondimento sul regime forfettario rimandiamo al nostro articolo dedicato in cui sono stati trattati i requisiti per l’adesione al regime ultra-agevolato (il regime forfettario start-up).
Adesso cercheremo di simulare, per quanto possibile, un calcolo delle imposte e dei contributi che verserà un nuovo commerciante in regime forfettario.
Facciamo un esempio numerico per capire quanto pagherebbe un e-commerce per imposte e contributi INPS se decidesse di aprire una partita IVA.
Precisiamo che anche un commerciante che svolge attività di e–commerce è obbligato ad iscriversi alla gestione commercianti INPS. Di conseguenza, l’imprenditore e-commerce sarà tenuto al versamento dei contributi fissi annuali indipendentemente dal suo fatturato.
In apertura, abbiamo fatto presente che i commercianti/artigiani in regime forfettario hanno la possibilità di avere un’agevolazione contributiva, ovvero uno sconto pari al 35% (invece di pagare 3800 € circa ogni anno, si pagherebbero 2500 € circa). Puntualizziamo che questa agevolazione è un’opzione del commerciante e non si tratta di un obbligo. Per poter aderire a questa agevolazione il consulente che si occupa dell’apertura della partita IVA del contribuente dovrà comunicarlo in sede di iscrizione INPS. Per coloro, invece, che aderiscono al regime forfettario in corso di attività avranno la possibilità di richiedere la riduzione all’INPS entro il 28 febbraio di ogni anno.
Dopo questo breve excursus sull’agevolazione contributiva concentriamoci sul nostro esempio.
Il sig. Bodoni apre un e-commerce in regime forfettario start-up nel 2021 ed ha richiesto, in sede di apertura, anche l’agevolazione contributiva del 35%.
Ricordiamo che per poter continuare ad aderire al regime forfettario il suo limite di fatturato annuale sarà di € 65.000, limite che è stato ampliato a partire dal 2019 (nel 2018 era di € 50.000), ed il coefficiente di redditività con il quale saranno calcolate imposte e contributi è del 40%.
Ipotizziamo che nel 2021 il fatturato totale (ovvero i ricavi lordi annuali) ammonti a € 24.000.
Ricordiamo che il pagamento delle imposte relative al reddito del 2021 partirà da fine giugno 2022. Mentre, il versamento dei contributi fissi sarà dovuto a rate già nel 2021.
I contributi fissi generalmente ammontano a circa € 3.800, ma con l’agevolazione del 35% scendono a circa € 2.500. Questi, dovranno essere versati in 4 rate. Nel caso in cui la partita iva si apra a gennaio, la prima rata INPS da pagare sarà quella di maggio, in quanto la rata di febbraio è intesa come a saldo della contribuzione dell’anno precedente. Di seguito riportiamo le scadenze per il versamento dei contributi fissi INPS.
Nel 2021 quindi il sig. Bodoni verserà solo i contributi fissi per un esborso pari alle rate di maggio, agosto e novembre (1.900 euro circa)
Il sig. Bodoni sarà tenuto al versamento dei contributi fissi e delle imposte come saldo 2021 e acconto 2022. Ricordiamo che per il calcolo delle imposte possono essere portati in deduzione i contributi.
Procediamo al calcolo.
Fatturato 2021: € 24.000
Contributi versati durante il 2021: € 1.900
Calcoliamo l’imponibile ai fini fiscali:
€ 24.000 x 40% = € 9.600
A questi € 9.600 dobbiamo dedurre i contributi versati che hanno un valore di € 1.900. Eseguendo la differenza, l’imponibile impositivo per il sig. Bodoni sarà di € 7.700.
Imponibile fiscale 2020: (€ 24.000 x 40%) – €1.900= € 7.700
Imposta 2021: € 7.700 x 5%= € 385
Ricordiamo che sarà dovuto anche l’acconto per l’imposta del 2022 in termini del 100% del saldo dell’imposta del 2021 e, nello specifico, altri € 385. L’ acconto per il 2022 potrà essere pagato in misura del 50% a giugno e il restante 50% a novembre.
Riassumiamo tutto attraverso una tabella con le relative scadenze per cercare di essere più chiari possibile.
Data | Azione | Valore | Rilevanza per il calcolo delle imposte 2018 |
---|---|---|---|
1/1/2021 | apertura | ||
16/05/2021 | versamento prima rata INPS 2021 | € 625 | si |
22/08/2021 | versamento seconda rata INPS 2021 | € 625 | si |
16/11/2021 | versamento terza rata INPS 2021 | € 625 | si |
31/12/2021 | chiusura esercizio, fatturato totale | € 24.000 | si |
16/02/2022 | versamento quarta rata INPS 2021 | € 625 | no |
16/05/2022 | versamento prima rata INPS 2022 | € 625 | no |
30/06/2022 | versamento imposta 2021+ 50% acconto imposte 2022 | € 385+192,50 possibile rateizzare tale importo in 6 rate fino al 16/11 | no |
22/08/2022 | versamento seconda rata INPS 2022 | € 625 | no |
16/11/2022 | versamento terza rata INPS 2022 | € 625 | no |
30/11/2022 | versamento 50% acconto imposte 2022 | € 192,5 non è possibile rateizzare tale importo | no |
31/12/2022 | chiusura esercizio 2022, fatturato totale | € 40.000 | no |
Molto interessante e soprattutto chiaro.
Mi chiedo soltanto una cosa in tema di acconti: un libero professionista in regime forfettario iscritto a gestione separata che ha avviato la propria professione nel 2019 deve pagare anche un acconto sui contributi INPS nel 2020 o solo l’acconto IRPEF del 100%?
Grazie
L’articolo è davvero esaustivo. Complimenti all’autore. L’unica cosa da notare è il fatto che i contributi si paghino già nell’anno in corso per l’anno in corso basandosi su presunzione e non sulla realtà. Quando si tratta di avere, lo stato italiano è velocissimo. Ma se deve restituire l’iva, ad esempio, campa cavallo…