Nelle prossime settimane, milioni di italiani inizieranno a pagare le imposte e i contributi relativamente alla dichiarazione dei redditi 2020. A questo proposito, ci sembra utile ricordare che i titolari di partita IVA hanno l’obbligo di redigere il modello Redditi (una volta si chiamava modello unico) e che non è possibile utilizzare il modello 730.
Le imposte e i contributi relativi ai redditi del 2020, e gli acconti per il 2021 che scaturiranno dal modello Redditi 2021, dovranno essere pagati tramite i modelli F24 che solitamente il commercialista inizia ad inviare ai suoi clienti in questo periodo.
A onor del vero, dobbiamo dire che non sempre gli F24 sono facilmente comprensibili. Oggi, perciò, vediamo come si leggono gli F24 che scaturiscono della dichiarazione.
Coloro che hanno una partita IVA in regime forfettario potranno notare che sui loro F24 saranno presenti i seguenti codici tributo.
1792 | pagabile dal 30 giugno al 16 novembre a rate | si riferisce al pagamento del saldo imposte sull’anno precedente, ovvero il 2020 (è possibile pagare con più rate tale importo) |
1790 | pagabile dal 30 giugno al 16 novembre a rate | si riferisce al pagamento del primo acconto sulle imposte del 2021 (è possibile pagare con più rate tale importo) |
1791 | pagabile il 30 novembre (rata unica) | si riferisce al pagamento del secondo acconto sulle imposte del 2021 da effettuarsi il 30 novembre (importo non rateizzabile) |
Mentre i codici tributo 1792 e 1790 sono rateizzabili in più rate, l’importo del secondo acconto che si versa il 30/11 di ogni anno non è rateizzabile.
Nell’esempio sottostante il contribuente in esame (professionista in gestione separata INPS) ha deciso di pagare imposte e contributi in 5 rate, oltre alla rata del 30 novembre (il secondo acconto) che non è mai rateizzabile.
Sarebbe stato possibile rateizzare ulteriormente gli importi sopra esposti con un’altra rata (per un massimo di 6 rate totali) con scadenza 16 Novembre.
Come dicevamo prima, il pagamento del 30 Novembre invece non è rateizzabile e di solito comporta un esborso più sostanzioso.
Osservando l’immagine soprastante si può notare subito che, nella sezione erario, il codice tributo 1791 (ovvero il secondo acconto sulle imposte per il 2021), non mostra alcun segnale di rateizzazione e la colonna rateazione è vuota al contrario dei 4 modelli F24 precedenti in cui i tributi 1790 e 1792 venivano rateizzati in 4 rate.
Nell’esempio si è considerato un professionista iscritto alla gestione separata INPS con aliquota 25,72%.
Facendo una generalizzazione, rispetto alla sezione relativa ad i contributi, quando accanto a PXX trovate una R (come si evince nei primi 5 F24 dell’esempio soprastante) vuol dire che vi trovate di fronte ad una rateizzazione.
Il nostro contribuente preso in esame, infatti, ha rateizzato in 5 rate i contributi INPS sul 2020 e l’acconto INPS sul 2021. Il codice sede INPS, invece, cambia da contribuente a contribuente in base alla residenza e alla sede INPS territoriale di competenza (sono sempre 4 cifre).
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