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Aprire partita IVA online per Veterinario

Oggi ritorniamo a parlare di come aprire partita IVA. La professione che vogliamo analizzare nel contenuto è quella del veterinario. Questa professione per gli amanti degli animali è senza dubbio una delle più ambite.

Il veterinario non è solo il “medico degli animali” ma è anche uno studioso di quest’ultimi. Le sue possibilità lavorative non si limitano infatti solo all’apertura di una clinica veterinaria privata, una figura del genere infatti viene ricerca in diverse aziende sia pubbliche che private.

Sommario

Come aprire la partita iva online per veterinario

Il codice ateco ed il regime fiscale

Regime forfettario per il veterinario

Le semplificazioni in materia di IVA

Un'unica imposta

Nessuna ritenuta d'acconto

ll limite di fatturato per il veterinario in regime forfettario

La contribuzione del veterinario

Quante tasse paga un veterinario

Come emette fattura un veterinario in regime forfettario

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Prima di passare a parlare di come pagano le tasse i veterinari, facciamo un passo indietro e vediamo brevemente come si diventa veterinari.

Per diventare veterinari non basta solo la passione per gli animali ma è necessario superare un percorso di studi universitari. Terminati gli studi e ottenuta la laurea purtroppo non finisce qui, ci si dovrà abilitare ed iscrivere all’albo dei veterinari. Per entrare nel mondo del lavoro e mettere in pratica ciò che si è appreso dai propri studi le alternative saranno o lavorare come dipendente oppure mettersi in proprio ed aprire la propria partita IVA. Vediamo cosa comporta aprire partita IVA e come si fa per aprirla.

Come aprire la partita iva online per veterinario

Sicuramente aprire la partita IVA è un passo molto importante e spesso e volentieri non si fa per la paura di pagare troppe tasse. Aprire la partita IVA però, certe volte permette di avere molti vantaggi dal punto di vista fiscale e contabile e non è del tutto un’ipotesi da scartare. Inoltre, ricordiamo che aprire la partita IVA è totalmente gratuito.

È importante precisare però, essendo la classe dei veterinari, una di quelle professioni dotate di albo professionale, per poter svolgere la propria attività in maniera professionale, è necessaria l’iscrizione all’albo. Inoltre, una volta aperta la partita IVA sarà necessario iscriversi ad ENPAV, la cassa di previdenza per veterinari.

Superato l’esame di abilitazione e iscritti all’albo dei veterinari quindi, come nel caso di tutti i professionisti, per aprire la partita IVA prima cosa è necessario munirsi del modello AA9/12 compilarlo in maniera corretta. Ricordiamo inoltre che non è possibile aprire la partita IVA online con il sito dell’Agenzia delle Entrate ma bisognerà recarsi allo sportello, oppure ricorrere a un professionista abilitato o ad una società di consulenza come la nostra. I dati da inserire nel momento della compilazione del modello AA9\12 sono:

Il codice ateco ed il regime fiscale

Ritornando alla lista precedente, la compilazione con i dati dei primi tre punti è molto semplice. Gli ultimi due punti, la scelta del codice ATECO e del regime fiscale, sono abbastanza importanti per la futura partita IVA e quindi bisogna prestare maggiore attenzione nel momento di compilazione del modulo per aprire la partita IVA.

Il codice ATECO infatti, determinerà l’area di attività del professionista e una scelta sbagliata potrebbe portare a sanzioni.

Riguardo il regime fiscale, la scelta è limitata a due regimi: il regime ordinario di contabilità semplificata e il regime forfettario. La scelta del primo piuttosto che del secondo porterà ad un diverso trattamento del veterinario dal punto di vista fiscale e contabile. Consigliamo sempre di rivolgersi al proprio consulente di fiducia per questa decisione, egli saprà consigliare il regime migliore per il caso specifico.

Anticipando, possiamo dire che per i più giovani che si avvicinano per la prima volta nel mondo del lavoro e che pensano di non riuscire a guadagnare più di 85.000 € in un anno la scelta migliore è il regime forfettario. Vediamo perché.

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Regime forfettario per il veterinario

Dal 2015, il regime forfettario rappresenta l’unico regime di vantaggio in Italia. Questo regime è indicato per tutti coloro che si avvicinano per la prima volta nel mondo del lavoro garantendo delle importanti agevolazioni dal punto di vista fiscale e contabile.

Tutti i veterinari che vogliono aprire la partita IVA devono conoscere quali vantaggi avranno nel caso di apertura in regime forfettario. Vediamo insieme i principali vantaggi del regime forfettario per un veterinario.

Le semplificazioni in materia di IVA

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del veterinario quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il veterinario nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.

Un’unica imposta

Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.

Nessuna ritenuta d’acconto

Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il veterinario è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.

ll limite di fatturato per il veterinario in regime forfettario

I vantaggi devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. Il più importante senza dubbio è il limite di fatturato. Per continuare ad usufruire delle agevolazioni predette infatti, non si deve superare il limite di fatturato annuo di € 85.000.

Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”

Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.

Nel caso d’apertura di partita IVA in corso d’anno inoltre, ricordiamo che il limite non sarà di 85.000 € almeno per l’anno d’apertura. Questo limite infatti dovrà essere ragguagliato in base ad i giorni di effettiva attività, riducendo così il limite per il primo anno.

Oltre alla disciplina fiscale per il veterinario professionista è importante anche la disciplina contributiva. Come anticipato in precedenza infatti, i veterinari, come professionisti ordinistici godono di una propria cassa previdenziale, ENPAV, a cui versare i propri contributi previdenziali ai fini pensionistici ed assistenziali.

La contribuzione del veterinario

I veterinari professionisti per poter esercitare la loro professione, oltre all’iscrizione all’albo dei veterinari, hanno dunque l’obbligo di iscrizione e versamento dei propri contributi previdenziali ad ENPAV.

Per le modalità di calcolo e di versamento dei contributi è meglio rimandare direttamente al sito stesso di ENPAV in quanto sono presenti diversi trattamenti a seconda dell’età del professionista e gli anni d’attività.

Quante tasse paga un veterinario

In regime forfettario le imposte saranno calcolate sul fatturato lordo diminuito dalla percentuale di costi assegnata in base al coefficiente di redditività. Nel caso specifico del veterinario professionista la parte di costi imputata sul fatturato lordo è del 22%. Il coefficiente di redditività assegnato all’attività infatti è del 78%.  Procediamo a fare un esempio per essere più immediati.

Il signor Bodoni, titolare di una partita IVA in regime forfettario start-up per il 2018 ha avuto un fatturato di 23.000€.
La prima operazione da fare è calcolare l’imponibile su cui si andranno poi a pagare sia le imposte che i contributi.
Dato che il coefficiente di redditività per l’attività è del 78% dovremo moltiplicare il fatturato per il coefficiente determinando così il reddito imponibile:

€ 23.000 x 78% = € 17.940

L’imposta sostitutiva che il dott. Bodoni andrà a pagare sarà pari a: € 17.940 x 5% = 897 €

Ricordiamo però che non è finita qui. Alle imposte infatti dovranno successivamente aggiunti anche i contributi previdenziali ENPAV per avere un quadro generale di quanto resterà in tasca al nostro veterinario professionista al termine dell’anno.

Come emette fattura un veterinario in regime forfettario

Ma  come emetterà fattura un veterinario in regime forfettario? Vediamo subito attraverso un fac-simile di fattura.

Gregorio Bodoni
Viale Mazzotti 17
Milano (MI)
Codice fiscale:
Partita IVA:

Nome e cognome del cliente\ rag. soc. cliente
Via al minimo 34
35131 Padova
Codice fiscale:
Partita IVA:

Documento: FATTURA      Numero: 1       Data: 01/01/2019

……………….. Descrizione prestazione ……………………………

Compenso professionale                                              € 100,00

IVA                                                                                   € 0,00

Contributo ENPAV 2 %                  € 2,00

totale documento                                                   € 102,00

+ bollo                                                                               € 2,00

netto a pagare                                                           € 104,00

Operazione senza applicazione dell’IVA ai sensi dell’art.1, comma 58, Legge 190/2014, regime forfetario; operazione senza applicazione della ritenuta alla fonte a titolo di acconto ai sensi dell’art.1, comma 67, Legge 190/2014

Applicata marca da bollo da 2 euro sull’originale se l’importo della fattura supera 77,47 Euro.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 07/05/2019
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