La produzione delle piccole e medie imprese innovative ha superato, nel 2019, i 4 miliardi di euro. Il loro numero, inoltre, ha raggiunto quota 1300, con un incremento della forza lavoro, rispetto all’anno precedente, del 26%. Insieme alle startup sono state destinatarie di numerose iniziative da parte del governo nel corso del 2020. Vediamo quali sono gli interventi che rendono conveniente tuffarsi in questo business.
Nel 2020 sono state programmate, da parte del governo nazionale, 200 milioni di euro, come risorse aggiuntive, da assegnare alle startup e alle PMI innovative. Con il decreto Rilancio, infatti, è stato potenziato il Fondo Centrale di Garanzia per le piccole e medie imprese.
L’innovazione, dunque, apportata da tali tipi di aziende ha ricevuto nel nostro Paese importanti risorse economiche. Per citare alcuni esempi, i contributi a fondo perduto per l’acquisizione di servizi erogati da incubatori, acceleratori, innovation hub per lo sviluppo di imprese innovative (10 milioni di euro); detrazione fiscale del 50% per investimenti in startup e PMI innovative; la costituzione di un Fondo per il trasferimento tecnologico, al fine di favorire lo sviluppo delle startup e PMI innovative; 200 milioni di euro sono stati, infine, assegnati al Fondo di sostegno al “venture capital”.
Dunque, delle misure importanti che potrebbero aiutare chi, in un momento difficile come quello che l’intero pianeta sta attraversando, vuole puntare sul business dell’innovazione tecnologica e digitale facendo impresa. Scopriamo quali sono gli altri vantaggi che inducono a prendere in considerazione un settore in forte espansione, analizzando, nello specifico, le opportunità per le piccole e medie imprese.
La Piccola e Media Impresa innovativa è una società di capitali, che deve essere costituita anche in forma cooperativa, residente in Italia o in altro Paese membro dell’UE purché abbia una sede produttiva o una filiale nel territorio italiano.
Questa nuova tipologia di impresa è stata introdotta nel 2015, mediante la conversione in legge del decreto “Investment Compact” che aveva come obiettivo quello di rafforzare la competitività in Italia del settore produttivo, attraverso la diffusione dell’innovazione tecnologica anche in altri campi su cui si fonda l’economia nazionale.
Alle PMI innovative, inoltre, sono state destinate molte delle agevolazioni che il Decreto Crescita 2.0 del 2012 aveva già assegnato alle startup innovative, di cui ci siamo occupati in un precedente articolo.
È importante precisare, comunque, che le suddette società non devono eccedere i limiti che la legislazione europea fissa per le piccole e medie imprese riguardo le loro dimensioni, in termini di organico e fatturato. Ovviamente le PMI devono seguire determinati criteri concernenti l’innovazione tecnologica.
Come abbiamo detto, uno degli scopi dell’istituzione delle PMI è stato quello di supportare lo sviluppo tecnologico di dette aziende. A ciò si deve aggiungere anche la crescente presa di coscienza in Italia che per potere attrarre talenti e capitali dall’estero, occorre puntare anche sulla crescita sostenibile e, di conseguenza, poter dare un maggiore impulso all’occupazione.
Tra i vantaggi, quindi, di cui le piccole e medie imprese innovative possono ricavare, a partire dall’introduzione del menzionato Decreto Crescita 2.0, vi è senz’altro la possibilità per queste aziende di applicare regole flessibili per la loro gestione societaria.
A ciò occorre aggiungere l’opportunità di poter ricorrere a piani di incentivazione in equity, che godono di una disciplina fiscale di favore per la remunerazione di dipendenti e consulenti; la possibilità di raccogliere capitali mediante le campagne di equity crowdfunding; un accesso facilitato al credito degli istituti bancari e incentivi fiscali per l’investimento.
Per usufruire dei vantaggi descritti, è necessario che le imprese vengano iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese riservata alle PMI innovative.
Vediamo, nel dettaglio, cosa è previsto dai benefici stabiliti dalla normativa per le piccole e medie imprese innovative.
Per quanto riguarda la gestione societaria flessibile, per le PMI innovative è possibile fissare categorie di quote che non attribuiscono diritti di voto oppure, se ne attribuiscono, in misura non proporzionale alla partecipazione. Ciò può verificarsi se le imprese sono costituite come srl (società a responsabilità limitata). È inoltre possibile, per queste, svolgere operazioni sulle proprie quote, emettere strumenti finanziari partecipativi oppure offrire al pubblico quote di capitale.
Poi, è previsto un regime speciale sulla riduzione del capitale sociale delle PMI innovative. Nello specifico, una moratoria di un anno per il ripianamento delle perdite superiori ad un terzo.
Una PMI innovativa, inoltre, potrà remunerare i propri collaboratori attraverso diversi strumenti: stock option, una particolare forma di incentivo concesso ai dipendenti o agli amministratori di un’azienda, e schemi di work for equity, cioè la remunerazione tramite l’assegnazione di azioni, quote o strumenti finanziari partecipativi. Ai soggetti che percepiscono i pagamenti viene applicata l’irrilevanza fiscale e contributiva.
Per quanto concerne l’accesso semplificato al credito, questo può essere svolto per mezzo dell’intervento del Fondo Centrale di Garanzia, che concede una garanzia gratuita dell’80% sui prestiti bancari.
Sono, poi, previste detrazioni Irpef del 19% per le PMI innovative provenienti da persone fisiche e deduzioni dell’imponibile Ires del 20% se le piccole e medie imprese che si occupano di innovazione sono persone giuridiche. Questi incentivi sono possibili a seguito di investimenti diretti o indiretti in PMI innovative.
La raccolta di capitali può essere effettuata, invece, attraverso delle piattaforme online di equity crowdfunding autorizzate.
Infine, il processo di internazionalizzazione delle PMI può avvenire grazie al sostegno dell’Agenzia ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), che ha come compito quello di favorire i contatti con potenziali investitori.
Il suo apporto include diversi servizi, tra cui: l’assistenza in materia normativa, societaria, fiscale, immobiliare, contrattualistica e creditizia. Inoltre, le PMI innovative possono essere ospitate a titolo gratuito alle principali fiere e manifestazioni internazionali, mediante sempre l’attivazione dell’Agenzia ICE.
Per diventare una PMI innovativa è necessario presentare al Registro delle imprese la domanda con allegata la dichiarazione sul possesso dei requisiti, e in particolare:
Una piccola e media impresa innovativa per poter accedere ai benefici sopra riportati deve possedere i seguenti requisiti:
Oltre a queste qualità, una PMI innovativa deve soddisfare almeno due delle seguenti condizioni trattate in ordine.
Le spese ammesse che consentono ad una PMI di godere dei benefici citati sono quelle destinate alla ricerca, sviluppo e innovazione. Tali esborsi, inoltre, devono essere uguali o superiori al 3 % della maggiore entità fra costo e valore totale della sua produzione.
Vi rientrano quelle effettuate per: sperimentazione, prototipazione e sviluppo del piano industriale; servizi di incubazione forniti da incubatori certificati; personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca, sviluppo e innovazione, inclusi soci ed amministratori; le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. I costi sostenuti devono risultare dall’ultimo bilancio approvato.
Non sono ammesse le spese per l’acquisto e per la locazione di beni immobili.
Altro requisito da rispettare concerne l’impiego del personale da parte della PMI innovativa. I dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al quinto della forza lavoro complessiva, devono essere: in possesso di titolo di dottorato di ricerca o svolgere un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera; oppure, in possesso di laurea e svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero; ovvero, in percentuale uguale o superiore a un terzo della forza lavoro complessiva, in possesso di laurea magistrale.
La PMI innovativa deve essere depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale e relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale, ovvero, titolare dei diritti attinenti ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale relativo, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività d’impresa.
È possibile, come abbiamo già visto nel caso delle startup, compilare un formulario sulla verifica del possesso dei requisiti sul sito del registro delle imprese https://startup.registroimprese.it/isin/static/pminnovative/index.html.
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