Scontrini, corrispettivi e fatture. Se ne sente parlare tutti i giorni ma non tutti sappiamo quali sono le differenze. Se anche tu sei tra questi sei nel posto giusto. Con questo contenuto cerchiamo di fare chiarezza e capire una volta per tutte cosa dono questi documenti, chi deve emetterli e quando sono obbligatori.
Corrispettivi e fatture! Cosa sono? Quando si fanno e perché sono importanti.
Ogni titolare di partita iva, impresa o libero professionista che sia deve emettere, per le somme che percepisce, un documento fiscale. Proprio qui subentra lo scontrino, oggi chiamato documento commerciale, e la fattura. Vediamo quali sono le differenze, chi è obbligato e in quali contesti deve essere emesso uno o l’altro. Iniziamo parlando di corrispettivi.
Per corrispettivi si intendono i ricavi conseguiti da artigiani e commercianti al dettaglio, per i quali non è previsto l’obbligo di emissione della fattura a meno che non venga richiesta espressamente dal cliente.
Quando si registrano i corrispettivi, l’imprenditore inserisce solo gli estremi della vendita su un apposito registro che oggi può essere gestito in due modalità: localmente solo per le attività di e-commerce oppure tramite l’invio telematico giornaliero verso l’agenzia dell’entrate.
Esistono dunque due modalità di tenuta dei corrispettivi: cartacea, standard o locale ed elettronici.
I corrispettivi “analogici” possono essere tenuti solo da coloro che svolgono commercio elettronico e tali soggetti sono obbligati a mantenere aggiornate le registrazioni giornalmente, senza l’obbligo di invio all’Agenzia delle Entrate dei dati.
Per far ciò sarà necessario munirsi di un apposito registro che può essere cartaceo (acquistabile tutt’oggi in cartoleria), di un foglio excel o anche altri tool o software sul mercato.
La compilazione dei corrispettivi consiste nel registrare le entrate di ogni giornata, derivanti dall’attività in Partita IVA. La trascrizione di questi importi permette di determinare le somme da pagare, ai fini del versamento delle tasse e dei contributi.
Se hai un’attività di e-commerce e compili i corrispettivi NON devi emettere documenti commerciali o scontrini, basterà solo appuntare il totale giornaliero delle vendite nel tuo registro. Per ciascuna vendita quindi non va inserito un documento fiscale all’interno del pacchetto. Passiamo adesso ai corrispettivi telematici.
Sono obbligati a gestire i corrispettivi telematicamente tutti coloro che svolgono attività artigianali o commerciali al dettaglio, diverse dal commercio elettronico.
Tale gestione implica la creazione di un documento per ciascuna transazione che viene rilasciato al cliente: lo scontrino o come viene chiamato oggi documento commerciale.
Tale documento non è altro che un normale scontrino che viene emesso con un registratore di cassa apposito, chiamato telematico appunto, che a fine giornata invia telematicamente i dati di incasso all’ Agenzia delle Entrate.
Per chi fa poche operazioni giornaliere e non vuole munirsi di un registratore di cassa telematico, è possibile inviare i corrispettivi direttamente attraverso l’area fatture e corrispettivi di agenzia dell’entrate. Si tratta di un’operazione più macchinosa poiché per ciascuna vendita o prestazione di servizio sarà necessario di volta in volta collegarsi al sito di agenzia dell’entrate e inserire manualmente tutti i dati necessari per l’emissione del documento.
Terminando la parte dedicata ai corrispettivi diciamo che l’utilizzo e la registrazione dei corrispettivi viene meno quando si emette una fattura e qui ci riallacciamo al secondo documento. La fattura appunto.
Quando si emette una fattura, il corrispettivo non deve essere registrato. In caso contrario infatti andremo a dichiarare la stessa cifra come se l’avessimo incassata due volte e dunque andremo a pagare due volte le tasse sulla stessa somma. Stiamo attenti!
La fattura è quel documento che si emette sempre vs soggetti con partita IVA quando si tratta un’operazione B2B e, in alcuni casi solitamente su richiesta vs soggetti privati. Tale documento, come per i corrispettivi, può essere emesso indifferentemente sia per l’erogazione di servizi che per la fornitura di beni.
Nel particolare sono obbligati ad emettere fattura tutti i soggetti che svolgono attività da liberi professionisti, ingegneri, avvocati, architetti o più in generale i consulenti.
La funzionalità della fattura è quella di evidenziare in dettaglio delle voci e lo scorporo dei totali in base all’aliquota IVA; inoltre la fattura identifica la distinzione tra totale netto (senza IVA), imposta (cioè l’IVA) e il totale lordo (totale netto + IVA).
Attraverso questo documento si evidenzia il soggetto che riceve il bene/servizio poiché per l’emissione sono richiesti tutti i dati fiscali: nome, cognome, indirizzo, codice fiscale o partita iva, quanto ha pagato di imponibile e di IVA, la data e il soggetto emittente.
Oggi come sappiamo, è in vigore l’obbligo della fatturazione elettronica e dunque per l’emissione delle fatture è necessario un software che invii direttamente il file elettronico al sistema d’interscambio di agenzia dell’entrate.
Terminando, possiamo dire che fatture e corrispettivi sono due lati della stessa medaglia. Entrambi sono degli strumenti che hanno la finalità di registrare un’entrata da parte di un lavoratore autonomo o un’impresa.
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