In fase di consulenza preliminare moltissimi clienti ci chiedono una lista di quali siano i documenti necessari per aprire la partita iva. Spesso si crea molta confusione nel capire ciò che serve e ciò che non serve e rischia quindi di bloccarsi o perdersi in lungaggini quando si fretta di cominciare. Con questo contenuto vogliamo quindi cercare di rispondere in maniera esauriente indicando, oltre i documenti, quali sono le “carte” e tutto ciò che serve per avviare la propria attività.
Come al solito c’è da fare delle differenze rispetto all’attività che si intende svolgere. Per la precisione la differenza va fatta tra il libero professionista/ freelance e l’impresa.
Se non sai quali sono le differenze tra queste due figure ti consigliamo di recuperare il nostro contenuto: “professionista e imprenditore: quali sono le differenze?” oppure richiederci una prima consulenza telefonica del tutto gratuita per valutare insieme il tuo inquadramento:https://partitaiva24.it/
Ma adesso torniamo a ciò che ci serve per aprire partita iva.
Per aprire partita iva come freelance, professionista o lavoratore autonomo i documenti necessari sono:
Nient’altro! Per ricevere il nostro numero di partita iva dal sistema dell’agenzia dell’entrate infatti servono solo questi due documenti.
Ricordiamo che una volta ricevuto il numero di partita iva da agenzia dell’entrate sarà necessario procedere anche all’iscrizione INPS gestione separata nel caso dei professionisti senza cassa. Se invece siamo un professionista ordinistico (medici, infermieri, architetti, ingegneri, avvocati, ecc…) sarà obbligatorio iscriversi alla propria cassa di riferimento. Per quest’ultimi, lo diamo per scontato, ma meglio ricordarlo che la condizione necessaria per esercitare la propria professione è l’iscrizione al proprio albo oltre alla partita iva.
Tornando alla partita iva, il rilascio del magico numero presso agenzia dell’entrate è una procedura completamente telematica quindi, in questa fase, a meno che non vi rivolgiate ad un professionista che valuti che abbiate tutte le carte in regola per poter svolgere l’attività potreste anche ritrovarvi ad avere una partita iva per una professione piuttosto che un’altra. State ben attenti quando scegliete il vostro codice Ateco!
Terminate tutte le scartoffie, altri elementi ormai imprescindibili per poter gestire al meglio i rapporti con le amministrazioni comunali, clienti e la propria fiscalità sono la PEC e lo SPID.
Benché non ancora obbligatori del tutto, questi due strumenti, a nostro avviso sono imprescindibili per ciascun professionista.
La PEC, la posta elettronica certificata, infatti è uno strumento che permette l’invio e la ricezione di e mail con lo stesso valore legale di una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. Specialmente per la conclusione di contratti, affari commerciali o ricezione di comunicazioni importanti si tratta di uno strumento che al professionista può tornare molto utile.
Si pensi al cliente che non paghi una fattura che dice di non aver ricevuto. In questo caso, se inviata per PEC possiamo avere la controprova che il nostro cliente l’ha ricevuta e non ha scuse per non pagarci.
Se avete dei clienti che fanno orecchio da mercante, l’invio dei solleciti di pagamento per PEC potrebbe essere un’ottima soluzione per cominciare a recuperare il tuo credito. Se vuoi saperne di più su come recuperare un credito che ormai sembra inesigibile, guarda il video con i nostri avvocati: https://www.youtube.com/watch?v=20YOAAEU0vE
Lo SPID, il sistema pubblico di identità digitale, vale lo stesso discorso per la PEC. Anche se non obbligatorio si tratta di uno strumento ormai richiesto per comunicare con la PA e gestire al meglio la propria fiscalità. Tale strumento per esempio è obbligatorio per accedere alla propria area riservata di agenzia dell’entrate ed è stato utile per richiedere tutti i bonus dei mesi precedenti.
Veniamo ora forse al caso un po’ più complesso, quello della ditta individuale. La burocrazia per la pratica di apertura di una ditta individuale è decisamente più lunga rispetto a quelle del professionista. Ciò deriva dal fatto che l’impresa oltre a ricevere la partita iva dall’agenzia dell’entrate deve obbligatoriamente essere iscritta nella camera di commercio della propria circoscrizione e spesso deve anche essere dichiarato l’inizio attività attraverso la SCIA comunale. Ricordiamo che tale pratica può essere inoltrata solo da un intermediario abilitato, il fai da te purtroppo non è contemplato in questo caso.
Se sei in procinto di aprire la tua ditta individuale e non conosci quali sono i costi e tutta la documentazione necessaria ricorda che puoi sempre richiederci una prima consulenza gratuita. Compila il form in home page e sarai ricontattato: partitaiva24.it
Tornando a ciò che servirà per aprire la nostra impresa, oltre ai soliti documenti d’identità del titolare (carta d’identità e codice fiscale) per tutte le imprese individuali viene richiesta la PEC. Tale PEC deve essere ovviamente attiva e non deve essere stata usata in precedenza per l’apertura di altre ditte. Non importa se è stata acquistata come utente privato e non come utente business.
Oltre ai documenti d’identità e la PEC, un altro strumento che sempre più spesso viene richiesto come obbligatorio è la firma digitale del titolare.
Moltissime camere di commercio, già dal 2020, oltre alla firma digitale dell’intermediario che inoltra la pratica di costituzione dell’impresa richiedono che il titolare della nuova impresa sia in possesso e firmi direttamente alcuni file della pratica in maniera digitale con la propria firma.
Di cosa è e a cosa serve la firma digitale ne abbiamo già parlato in un altro contenuto sul nostro blog, se volessi approfondire ti rimandiamo a quest’ultimo ecco il link: firma digitale.
Oltre ai predetti documenti e dispositivi, a seconda del tipo di attività potranno essere richiesti alcuni documenti specifici come requisiti professionali (nel caso degli agenti, impiantisti, le imprese che commerciano alimenti ecc…), soprattutto in fase preliminare quindi è importantissimo verificare di avere tutte le carte in regola per poter avviare il business che ci siamo prefissati in modo da non bloccarci già nelle fasi d’apertura per mancanza di particolari documenti.
Non dimentichiamo inoltre che accanto a particolari documenti in fase di pratica camerale potrebbero essere richiesti altri documenti se per la nostra attività viene richiesta la SCIA comunale, adempimento tipico delle attività di vendita, sia online che offline. Nel caso in cui si disponga di un locale adibito alla ricezione dei clienti o ad uso magazzino sarà necessario infatti affidare la comunicazione comunale nelle mani di un tecnico (geometra, architetto o ingegnere) che si occuperà di valutare che i locali rispettino la normativa vigente e all’inoltro stesso della pratica.
Nel caso in cui invece non si abbia nessun magazzino o locale commerciale spesso la pratica può essere trasmessa direttamente dal commercialista senza alcun ulteriore costo.
Molti comuni comunque per le attività commerciali richiedono comunque i dati catastali dell’immobile in cui avrà sede l’attività, è bene quindi richiedere preventivamente una visura catastale per non bloccarsi in fase d’apertura.
Prima di terminare, vogliamo ribadire che anche per le imprese, forse ancor più per i professionisti, è importantissimo l’accesso alla propria area riservata di agenzia dell’entrate e, visto che oramai da qualche tempo non è più possibile richiedere le credenziali fisconline d’accesso, la soluzione migliore è quella di richiedere il proprio SPID se già non lo si possiede. Come abbiamo visto in precedenza questo sistema di identità ci permetterà di comunicare con tutte le piattaforme della PA, inps e agenzia dell’entrate incluse.
Cerchiamo quindi di fare un riepilogo per capire effettivamente cosa sarà necessario per avviare una ditta individuale che voglia procedere, per esempio, a effettuare attività di e-commerce.
I documenti e gli strumenti necessari per avviare l’attività saranno.
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