Cosa succede dopo i 5 anni di forfettario?
Dopo il 5 anno di forfettario non si perde la possibilità di applicare il regime agevolato ma cambia solo l’aliquota dell’imposta sostitutiva che dal 5% passa al 15%.
Se dunque hai aperto la tua partita iva in regime forfettario start up al 5% per i primi cinque anni, durante il sesto anno di attività, di default, ti verrà applicata l’aliquota dell’imposta sostitutiva “standard” del regime forfettario che è del 15%.
Il regime forfettario al 5% per i primi cinque anni di un’attività è un ulteriore agevolazione prevista per coloro che, oltre a possedere i requisiti di accesso al regime, posseggono anche i cosiddetti requisiti di novità.
Di base , se volessi aderire al regime forfettario start up e quindi pagare le imposte al 5% per i primi cinque anni di attività, oltre a possedere i requisiti di accesso al regime forfettario devi anche verificare i seguenti requisiti:
Va da sé quindi che coloro che hanno già una partita iva da più di 5 anni in regime ordinario non possono transitare al regime forfettario al 5% ma, aderendo al regime agevolato, partiranno direttamente con il regime forfettario standard al 15%. Stesso discorso dicasi per chi decide di dimettersi dal lavoro dipendente e intraprendere la medesima attività per conto proprio aprendo partita iva.
È bene precisare inoltre che i 5 anni dell’agevolazione sono da intendersi come 5 anni fiscali e non come calendario.
Significa quindi che se la tua partita iva è stata aperta a luglio 2019, il primo anno fiscale che si considera è il 2019 e l’agevolazione termina il 31/12/2023. Dal 1° gennaio 2024 quindi comincerai a calcolare la tua imposta sostitutiva con aliquota al 15%.
Per sfruttare al massimo questo vantaggio ovviamente si consiglia di avviare la propria attività all’inizio dell’anno.
Il regime forfettario al 15% è il regime naturale per chi possiede i requisiti. Se quindi fatturi meno di € 85.000 e non verifichi nessuna causa di esclusione sarà il regime naturale se hai già una partita iva in regime ordinario.
A questo regime, se si rispettano tutti i requisiti, possiamo dire che si può accedere in due situazioni:
È importante precisare che il regime forfettario al 15% non si tratta di un regime diverso al regime forfettario start up al 5%. L’unica differenza risiede nell’imposta sostitutiva.
Il regime è esattamente lo stesso. Le regole di accesso e permanenza sono le medesime, non cambia nulla.
L’unica differenza risiede nel peso dell’imposta sostitutiva. Tutte le agevolazioni, anche quelle a livello contributivo per i commercianti (riduzione del 35% dei contributi), rimangono le stesse.
Molto spesso si pensa infatti che dopo i primi cinque anni al 5% il regime forfettario cessi e che l’aliquota al 15% sia quella del regime ordinario. Nulla di più sbagliato.
Con il regime ordinario, la tassazione è ben diversa e l’imposta che si va a pagare non è più un’imposta sostitutiva (del 15%) ma l’IRPEF, un’imposta di tipo progressivo a seconda degli scaglioni di reddito.
Inoltre, oltre al tipo di imposta che si andrà a pagare, cambia decisamente anche il metodo di calcolo del reddito imponibile (valore su cui effettivamente avviene il calcolo delle tasse).
Conviene il regime forfettario dopo i primi 5 anni di attività? Si tratta di un dubbio che con il passare del tempo, avendo già uno storico di molte partite iva che hanno già superato i 5 anni di attività in regime forfettario si ritrova sempre più spesso. Inquadriamo la situazione.
In primo luogo partiamo dall’ovvio: è chiaro che la tassazione sarà più pesante. Dopo i primi cinque anni di attività al 5% il passaggio all’imposta standard del 15% impone uno sforzo superiore rispetto al 5%.
Un pensiero se mantenere tale regime o passare ad un regime più complesso dove si ha la possibilità di poter scaricare anche i costi, anche se più oneroso, può avere un senso.
A questo punto si passa all’analisi vera e propria. Tale analisi è la medesima dell’aderire al regime forfettario start up o standard oppure al regime ordinario. Si deve analizzare la struttura della propria attività e che incidenza hanno i costi e la propria posizione personale (detrazioni) nel calcolo delle tasse.
A grandi linee, se si tratta di un’attività di tipo professionale dove si hanno spese minime per lo svolgimento della stessa, il forfettario anche se al 15% continua ad essere la scelta vincente.
In caso contrario per attività di tipo artigianale/compravendita dove magari i costi aziendali o anche delle merci stesse hanno un’incidenza importante valutare il regime ordinario non è una cattiva idea soprattutto in caso di impossibilità di applicazione del regime forfettario al 5%.
La risposta però non è univoca, e quindi affidarsi al proprio consulente di fiducia per tale valutazione è decisivo per ottimizzare il carico fiscale e contributivo.
Terminando, in questo contenuto abbiamo visto cosa succede dopo i primi cinque anni di partita iva forfettaria. Il regime forfettario non ha una scadenza di per sé, ciò che ha una durata limitata piuttosto è l’aliquota agevolata al 5% per i primi cinque anni a cui hanno diritto coloro che posseggono i requisiti di novità in fase di apertura partita iva.
Al termine del quinquennio infatti, se si posseggono i requisiti, il regime forfettario può essere tranquillamente mantenuto e potrà essere mantenuto potenzialmente per tutta la vita della partita iva se ce ne sarà convenienza e se non cambiano le regole. L’unica differenza risiede nell’aliquota (percentuale) dell’imposta sostitutiva che si andrà a scontare in sede di dichiarazione dei redditi.
L’eventuale convenienza se continuare ad adottarlo a fronte di questo aumento è strettamente personale e merita un’analisi specifica del modello di business adottato per la propria attività.
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