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Da forfettario a SRL – come aprire una SRL senza fare errori

Torniamo a parlare di un argomento sempre verde: “dopo che ho superato i limiti del regime forfettario devo aprire una SRL?”. La risposta a questa domanda purtroppo come al solito non è scontata. Non possiamo dire sì, è la soluzione giusto oppure no, non conviene assolutamente. Ciò che è sicuro è che se vuoi aprire una SRL devi farlo in maniera consapevole e sapere a ciò che vai incontro.

Sommario

Che differenza c'è tra la partita iva in regime forfettario e una srl?

I soldi della società non sono i miei soldi

Come prelevare i soldi dalla srl

Se non amministro la società come faccio a beneficiare dei suoi guadagni?

Cosa deve pagare il socio durante l'anno?

Quante tasse paga una srl/srls

Come ridurre le tasse in una srl

Quali sono le differenze tra una srl e una srls?

Il mito della srl con un euro

Quanto capitale serve per partire con una srl?

Come scegliere tra la sas e la srl

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Gestire una società non è uno scherzo e spesso, se non si è certi di ciò che si sta facendo, si rischia di mandare all’aria tutto il buono di ciò che si è fatto con la partita iva individuale rimettendoci anche più di quanto preventivato.

In questo contenuto ci proponiamo di riprendere e affrontare i temi discussi nella nostra ultima diretta Youtube che si ti fossi perso ti lasciamo qui sotto.

Che differenza c’è tra la partita iva in regime forfettario e una srl?

La differenza tra queste due “soluzioni” per fare business in Italia è molta.

Il regime forfettario, in primis, è un regime fiscale è come tale si rivolge alle partite iva individuali. Non è possibile costituire una società e utilizzare il regime forfettario.

Se quindi siete già in due che volete avviare un progetto e volete mettervi in società questa soluzione non è percorribile. Inoltre, per utilizzare il regime forfettario con la propria partita iva è necessario rispettare dei requisiti di accesso e mantenimento (per saperne di più clicca sul prossimo link: Regime forfettario – la guida definitiva).

Una SRL invece, è una società di capitali, e come tale si tratta di una persona giuridica, una realtà, che non coincide con la nostra persona. Un soggetto distinto e indipendente da noi che ha proprie obbligazioni. Se si opera con la società è la società che guadagna, è la società che hai debiti, è la società che paga le tasse.

Per farla breve, anche con una società unipersonale, la SRL non sei tu anche se possiedi tutte le sue quote.

I soldi della società non sono i miei soldi

Nel caso di partita iva individuale, sia in regime forfettario che in regime ordinario, il denaro incassato dalle vendite, le consulenze, i servizi, ecc.… sono subito disponibili ed utilizzabili nelle tue tasche. Puoi spenderli come meglio credi.

Con una SRL invece, ciò che incassi come società, sul conto della società non puoi spenderlo o prelevarlo a piacimento. Come detto sopra, tu e la società siete due entità completamente a sé stanti. I soldi fatti con il business della SRL non possono essere prelevati dal socio/i a piacimento.

Come prelevare i soldi dalla srl

Ma quindi se i soldi della società sono della società la domanda sorge spontanea:

se io sono il socio della società e la società incassa grazie alla mia attività che svolgo all’interno della stessa come faccio ad avere del denaro per me”?

Per prima cosa, dobbiamo entrare nell’ottica che la società di cui sono socio è come se fosse un datore di lavoro. Se quindi noi lavoriamo all’interno della stessa dovremo avere uno stipendio.

Quindi se tu all’interno della tua società ne sei anche l’amministratore dovrai anche provvedere a percepire un compenso dalla stessa, anche tutti i mesi. Inoltre, oltre al compenso amministratore potranno essere previsti anche dei rimborsi spese spesso esentasse. Se amministri la società è giusto che la SRL paghi per il lavoro svolto e ogni mese si avrai un cedolino, simile a quello dei dipendenti.

Oltre al compenso amministratore e ai rimborsi ci sono anche altre modalità per prelevare del denaro da una società ma ciascuno di essi deve essere ben studiato e pianificato. Su tale tema, una buona consulenza soprattutto in fase preliminare alla costituzione è fondamentale per non lasciare nulla al caso.

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Continuando, per avere un quadro completo della situazione è bene cominciare a guardare la società come qualcosa di esterno a noi. Siamo dei lavoratori della società e non solo i titolari. Capendo questo siamo già a buon punto!

Se non amministro la società come faccio a beneficiare dei suoi guadagni?

Nel caso in cui tu sia solo un socio di capitali che non lavora e non amministra la società è tuo diritto percepire gli utili della stessa. Tutto ciò però solo una volta approvato il bilancio e ottenuto il benestare alla distribuzione dell’utile da parte dei soci.

Se poi oltre a essere socio sei anche amministratore potresti avere quindi due entrate. Una con il compenso amministratore fin da subito, periodicamente ed una successiva ed eventuale come socio soltanto se la SRL distribuisse gli utili.

Il compenso amministratore serve quindi per avere subito denaro in tasca mentre la distribuzione dell’utile potrebbe avvenire anche a distanza di tanto tempo. Se la tua unica attività è quella lavorativa all’interno della società ti serve un compenso amministratore per affrontare la quotidianità.

Cosa deve pagare il socio durante l’anno?

“Se la SRL non sono io, ovviamente sarà la SRL a pagare tutto. Ma io come socio durante l’anno ho adempimenti da fare e tasse da pagare?”.

Prima di rispondere alla domanda è necessario distinguere la tipologia dei soci. Non tutti i soci delle società devono per forza lavorarci. Possiamo quindi distinguere i soci lavoratori dai soci non lavoratori o per meglio dire di capitali.

Quest’ultimi sono solo degli investitori ai quali potrebbe anche non interessare se la società vada bene o male. L’unico interesse potrebbe essere l’utile a fine anno e la sua divisione. Ebbene questo tipo di soci non hanno alcun onere durante l’anno.

Al contrario, se sei inquadrato come socio lavoratore all’interno della tua SRL devi pagare i tuoi contributi previdenziali alla gestione commercianti e artigiani INPS. Parliamo dei canonici 3.900 € annuali divisi in rate trimestrali di pari importo. Inoltre, qualora l’utile societario in proporzione alle quote del socio lavoratore superi il reddito minimale, il socio dovrà versare i contributi eccedenti il minimale.

Tali contributi è bene dire subito che devono essere versati dal socio e non dalla società!

Per il solo fatto di essere socio lavoratore della SRL, il socio deve affrontare il pagamento dei contributi INPS (che sono comunque personali) con i propri soldi. Ciò vale anche se la SRL non ha ancora distribuito nemmeno un centesimo di utile. È ovvio che si tratta di un problema! Come si risolve? È possibile creare una SRL con soli soci di capitale?

Purtroppo non si può fare. Almeno uno dei soci deve essere socio lavoratore e iscritto ad INPS commercianti.  (ciò vale per le piccole società dove non ci sono dipendenti). Se poi si tratta di una società unipersonale c’è poco da fare. Il socio lavoratore deve essere iscritto a INPS.

Il consiglio in questo caso va da sé, quando possibile, meglio fare la SRL con dei soci (per tanti motivi tra l’altro); ma soprattutto per fare in modo che l’INPS dei soci lavoratori si riduca il più possibile.

È opportuno (quando possibile) dare quote molto elevate ai soci di capitale o a quei soci che sono già coperti da un lavoro dipendente full time altrove. Per questi soci, non scatterebbe la contribuzione INPS commercianti personale dei soci.

Il socio lavoratore che detiene una quota più piccola di capitale sociale pagherà sicuramente le 4 rate INPS fisse ma ha meno probabilità di pagare anche contributi INPS eccedenti il minimale qualora la SRL chiudesse con un utile da paura.

Quanto detto, è bene riportarlo vale per tutte le SRL. Sia per le SRL che per le SRLS. Nella vita di tutti i giorni non ci sono differenze tra questi due tipi di società.

Regole del compenso amministratore, della distribuzione dell’utile ai soci dopo aver approvato il bilancio, il concetto di socio lavoratore e socio di capitali sono validi per entrambi i tipi di società.

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Quante tasse paga una srl/srls

Detto dei contributi INPS che sono obbligatori per tutti i soci lavoratori della SRL/SRLS vediamo nel concreto quali sono le imposte a carico della società.

Ad oggi le società di capitali pagano IRES e IRAP che hanno rispettivamente un’aliquota del 24% e del 3,9% (per semplicità supponiamo che sia l’IRES che l’IRAP abbiano la medesima base imponibile).

Supponiamo quindi che una SRL abbia ricavi per 150 mila euro e costi per 100 mila, il suo utile sarà quindi di 50 mila euro.

Sull’utile quindi la società pagherà circa un 28% al fisco, 14 mila euro. L’utile distribuibile quindi sarà di € 36 mila.

Tale utile come detto sopra sarà potenzialmente distribuibile, poiché i soci potrebbero anche decidere di non distribuirlo e reinvestirlo all’interno della società. Supponiamo però che venga distribuito che succede?

Nelle tasche dei soci non finiranno tutti e 36 mila euro di utile dopo le imposte, ma tale utile verrà tassato del 26%. Questo perché per i soci tale voce di reddito è un reddito da capitale e come tale sconta un’imposta sostitutiva del 26%. Ciò che avremo in tasca sarà effettivamente solo 26.640 €.

Come ridurre le tasse in una srl

Come abbiamo visto sopra, da un utile potenziale di 50 mila euro, in tasca ai soci ne sono entrati poco più della metà e ,come è lecito pensare, molti a questo punto hanno già perso la voglia di fare impresa o comunque si chiedono perché tutti aprono una SRL.

La risposta sta nella buona pianificazione fiscale.

Con un buon consulente, durante l’anno, si farà in modo che l’utile sia più contenuto e quindi durante l’anno si sosterranno dei costi, tra cui anche il compenso amministratore e i rimborsi che per la SRL sono costi deducibili, per fare in modo che l’utile sia più basso. Ad esempio, avrebbe poco senso non assegnare un compenso amministratore e poi chiudere con un utile di 50 mila euro.

Queste manovre, sono completamente legali. Pianificare e utilizzare alcune leve come i rimborsi o il trattamento di fine mandato per gli amministratori sono strategie completamente legali. Non è necessario fare illeciti! Spesso è quello che si ignora o l’essere male informati che porta a prendere delle batoste.

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Quali sono le differenze tra una srl e una srls?

Entrambe sono società di capitali tutte e due con uguale protezione patrimoniale. Con la SRLS si risparmiano soltanto i costi notarili iniziali notaio.

Non ci sono tasse più basse da pagare o trattamenti di favore! Il risparmio concreto quindi possiamo quantificarlo in circa 1.000 €, l’onorario del notaio. Le spese fisse per la costituzione sono le medesime!

Il mito della srl con un euro

La SRL con 1 euro è proprio una cavolata.

Andiamo per gradi e spiegare perché.

Se decidi di aprire una SRLS, risparmi l’onorario del notaio ma a quest’ultimo devi versare le spese fisse, ovvero 500/600 euro.

Due, consideriamo che appena apri la società va poi subito pagato un bollettino di 309,87 euro per la vidimazione libri sociali. Vanno comprate alcune marche da bollo per i libri sociali. Si aggiunge anche l’onorario del consulente che apre la partita iva e che si farà pagare anche per la sua consulenza, tirate le somme non puoi non costituire una società o SRLS che sia con meno di 2000 euro di capitale sociale; sono soldi che comunque servono per pagare le prime spese una volta costituita l’azienda.

Quindi a meno di non effettuare subito un prestito alla vostra società, tale base deve essere presente già nel capitale sociale e puoi già comunque utilizzarla per pagare tutte le spese di apertura.

Quanto capitale serve per partire con una srl?

Possiamo quindi dire che per partire e far fronte in maniera minima alla costituzione di una SRLS sono necessari circa 2 mila/2.500 €.

La domanda che sorge spontanea è allora perché preferire una SRLS ad una SRL dato che comunque le spese di avvio sono maggiori rispetto a quanto si sente dire in giro o comunque il risparmio è solo il compenso notarile?

Ci si chiede questo perché anche nelle SRL tradizionali benché per legge il capitale sociale minimo richiesto è di 10 mila euro il versamento complessivo non è richiesto subito!

Difatti, se i conferimenti in capitale sociale sono di natura monetaria, “cash” per intenderci e la società non è unipersonale, è sufficiente versare solo il 25% del capitale, ovvero sono sufficienti 2500 €. La restante parte potrà essere versata in un secondo momento su richiesta degli amministratori.

Come scegliere tra la sas e la srl

Con quanto detto sopra non vogliamo dire che la scelta della SRLS sia sempre sbagliata o che non sia intelligente aprire una SRLS.

La scelta tra le due società non deve essere fatta solo per una questione di risparmio economico che come abbiamo visto è molto marginale. In termini di costi, contabilità, adempimenti, bilancio, tasse e imposte è tutto uguale. Uguale soprattutto è anche la protezione patrimoniale, ci riferiamo al rischio d’impresa. Il patrimonio del socio non viene quindi attaccato dai creditori della SRL.

Le valutazioni da fare sono altre, e solo una consulenza personale e approfondita può portare alla giusta scelta tra le due soluzioni.

Se quindi ancora non si è convinti tra quale sia la scelta migliore o più in generale sei ancora alla ricerca di informazioni per capire se sei pronto a fare il grande passo di aprire la tua SRL ricorda che puoi sempre richiedere una consulenza sul nostro sito:https://partitaiva24.it/

Prima di recarsi direttamente dal notaio valutare la posizione personale dei soci, le loro attitudini, il progetto imprenditoriale è fondamentale. Il ruolo del notaio in fase di costituzione è di verifica. In sede di costituzione il lavoro sporco viene fatto dal consulente fiscale che eviterà le conseguenze di una frettolosa costituzione.

Vediamo alcuni casi in cui la SRLS è sconsigliata.

Concludendo, non bisogna pensare soltanto al breve termine quando si sceglie un modello societario da adottare, bisogna pensare all’azienda pianificando il futuro. Le domande giuste sono: “come sarà la mia società tra 3 o 5 anni? Quali problemi potrei avere con i miei soci? Cosa potrebbe succedere se qualcuno vuole mollare? Come aprire le porte ad un nuovo socio?

Poi se pensiamo di scalare il business. Quale banca mi darà credito per crescere? è inutile avere un vantaggio oggi legato ai minori costi di costituzione se, nel tempo, questa forma societaria andrà a limitare l’attività. Ovviamente si può aggiustare il tiro in corsa ma è costoso!  Bisogna tornare dal notaio.

Perché non partire subito al meglio?!

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 12/11/2021
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