La partita iva per lavoratore sportivo dopo la recente riforma dello sport 2023 non sarà più una cosa rara. La riforma del lavoro sportivo introdotta nell’estate del 2023 ha apportato diverse modifiche all’interno dell’ordinamento creando di fatto i presupposti per una diversa configurazione nei rapporti tra i lavoratori e le società/associazioni sportive.
In questo contenuto analizzeremo quali sono state le principali novità introdotte dalla riforma dello sport 2023 e come hanno colpito i lavoratori. Ovviamente il nostro focus sarà sempre rivolto ai professionisti che hanno intenzione di aprire la partita iva o che ne sono già in possesso. La nuova normativa infatti porta con se diverse agevolazioni.
La riforma dello sport 2023 (il decreto legislativo 36/2021 e successive integrazioni correttive), ha introdotto dei nuovi concetti in termini di lavoro sportivo. Il principale di cui vogliamo trattare all’interno del contenuto è quello di lavoratore sportivo.
All’ art. 25 del predetto decreto, il lavoratore sportivo viene indentificato come: “un tesserato che svolge, a favore di un soggetto dell’ordinamento sportivo e a fronte di un corrispettivo, una mansione che sulla base dei regolamenti tecnici di FSN e DSA è necessaria per lo svolgimento di attività sportiva, con esclusione delle mansioni di carattere amministrativo-gestionale”.
La nuova norma disciplina anche chi non è considerato lavoratore sportivo: “non sono lavoratori sportivi coloro che forniscono prestazioni nell’ambito di una professione la cui abilitazione professionale è rilasciata al di fuori dell’ordinamento sportivo e per il cui esercizio devono essere iscritti in appositi albi o elenchi tenuti dai rispettivi ordini professionali”.
I lavoratori sportivi dunque sono: atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici e direttori di gare e gli altri tesserati che svolgono una mansione inclusa nell’elenco tenuto dal dipartimento per lo Sport.
Non sono considerati lavoratori sportivi invece coloro che svolgono attività di segreteria, receptionist, addetti agli impianti, manutentori, addetti al marketing così come tutti coloro che svolgono una professione la cui abilitazione è rilasciata al di fuori dell’ordinamento sportivo (fisioterapisti, medici, psicologi ecc…).
In questo contesto, il “nuovo” lavoratore sportivo potrà avere dei rapporti di lavoro classici come:
In tutti i rapporti di lavoro visti sopra, nel caso di prestazioni svolte esclusivamente verso degli enti dilettantistici sono previste della agevolazioni non indifferenti. Analizziamo la situazione nel caso in cui volessi aprire la tua partita iva.
La partita iva per lavoratore sportivo si inserisce nel contesto del lavoro autonomo citato sopra. Per i lavoratori sportivi, in virtù della riforma, sono previste delle ulteriori agevolazioni oltre a quelle classiche previste dal regime agevolato attuale (il regime forfettario).
Le agevolazioni previste per i lavoratori sportivi sono sia di carattere fiscale che di carattere previdenziale e si concretizzano in delle soglie di incassi sotto le quali non sono dovute né imposte né tantomeno contributi.
Partendo dai contributi, i titolari di partita iva, godranno di una franchigia annuale sotto la quale non sarà dovuto nulla. La franchigia è di 5.000 € annui. Inoltre, fino al 2027 è prevista una riduzione del 50% dei contributi da versare.
Lato fiscale, allo stesso modo, è presente una franchigia sotto la quale non è prevista alcuna tassazione. Questa volta è di 15.000 € annui. Oltre tale soglia è prevista la tassazione tradizionale in base al proprio regime fiscale di riferimento, forfettario o ordinario che sia.
Riassumiamo in maniera schematica attraverso una tabella.
REDDITO | IRPEF/IMPOSTA SOSTITUTIVA | INPS |
---|---|---|
0 – 5.000 EURO | NO | NO |
5.000 – 15.000 EURO | NO | SI |
Oltre 15.000 EURO | SI | SI |
Ricordiamo che tali agevolazioni sono previste esclusivamente per i redditi prodotti verso degli enti dilettantistici iscritti al RAS.
Aprire partita iva come lavoratore sportivo è obbligatorio, come per tutte le attività, quando la tua attività diventa abituale e continuativa indipendentemente dal volume d’affari.
Se, sulla base della nuova disciplina del lavoro sportivo, pensi che svolgendo attività solo nei confronti di SSD o ASD sotto i cinque mila euro annui (cifra per cui non è prevista la contribuzione o tassazione) potrai fare a meno di aprire la tua partita iva per essere in regola, sei fuori strada.
Non sono tanto gli incassi o il volume di reddito che portano alla necessità dell’apertura della partita iva. Ciò che fa la differenza, infatti, è l’abitualità e la continuità della tua attività.
Se hai dunque deciso di aprire partita iva, quella che dovrai aprire sarà la partita iva da lavoratore autonomo. Dovrai procedere all’apertura della tua posizione in agenzia dell’entrate e successivamente all’iscrizione alla gestione separata INPS. Si tratta di due pratiche completamente gratuite che potrai fare in autonomia oppure se hai dubbi potrai procedere attraverso il nostro portale: partitaiva24.it.
In sede di apertura ricorda che sarà necessario scegliere anche il regime fiscale. Se avessi i requisiti, senza dubbio, il regime migliore è il forfettario. Si tratta del migliore regime perché, oltre alle agevolazioni previste dal lavoro sportivo, ha una tassazione e costi di gestione molto bassi.
In pratica, lato previdenziale godi della franchigia dei 5 mila euro e della decontribuzione del 50% per i primi cinque anni di attività. Lato fiscale, fino a 15 mila euro non pagherai nulla. Oltre i 15 mila euro invece comincerai a pagare le tasse seguendo le regole forfettarie, quindi il 5% o 15% sulla quota di reddito eccedente la franchigia.
Aderire al regime forfettario se decidi di aprire partita iva per collaborare con diverse strutture dilettantistiche è sicuramente una scelta che viste le tante agevolazioni è molto competitiva a livello fiscale.
A tal proposito, come ben sai, per l’adesione al regime forfettario è necessario rispettare diversi requisiti. Uno di quelli che spesso si tende a dimenticare o comunque a non considerare è il vincolo di non fatturare prevalente verso il datore di lavoro avuto nei due anni precedenti all’apertura della partita iva.
In tal senso, se stai pensando di cominciare la tua attività e utilizzare la soluzione del contratto CO.CO.CO e poi aprire partita iva dopo qualche mese per collaborare con la stessa ASD o società stai molto attento.
Se il tuo fatturato prevalente fosse nei confronti dello stesso soggetto non potrai utilizzare il regime forfettario.
Se il tuo obiettivo dunque è quello di collaborare con più strutture, viste le tante agevolazioni e la semplicità di utilizzo del regime forfettario è consigliabile valutare da subito l’apertura della partita iva rispetto ad un contratto CO.CO.CO che all’inizio può sembrare più semplice e meno oneroso ma alla lunga potrebbe vincolarti nella crescita del tuo business.
Non viene considerato lavoro sportivo e di conseguenza non potrai godere delle agevolazioni quando, con la tua partita iva, ricevi compensi da soggetti non sportivi.
Per esempio, se fatturi nei confronti di soggetti privati o altri enti non sportivi o comunque non accreditati al RAS, non godi delle franchigie previste dalla riforma sportiva e di conseguenza il tuo rapporto di lavoro è un rapporto normale.
Le regole di tassazione quindi saranno quelle ordinarie e non ci sono agevolazioni.
In tali casi dunque è importante gestire in maniera accurata la fatturazione in modo che tu sappia in ogni momento cosa e quanto tu stia per pagare.
Simuliamo con un calcolo delle tasse per lavoro sportivo in regime forfettario.
Supponiamo tu sia un insegnante di nuoto e che durante l’anno hai effettuato delle prestazioni nei confronti della SSD Delfino per 10.000 € e di 12.000 € per lezioni private.
Per le lezioni verso privati si applicano le regole tradizionali e quindi pagherai l’imposta sostitutiva del regime forfettario e i contributi previdenziali sul reddito calcolato forfettariamente.
Alle prestazioni nei confronti della SSD saranno applicate le diverse agevolazioni e dunque non pagherai alcuna imposta sui 10 mila euro fatturati alla SSD Delfino (poiché sotto la soglia di € 15.000) mentre pagherai i contributi solo sui 5.000 eccedenti la franchigia. Inoltre, i contributi che avranno un’aliquota ridotta del 50%.
Passando ad i numeri dunque abbiamo la seguente situazione.
Lezioni vs privati
Reddito prodotto vs privati (NON SSD o ASD): 12.000 * 78% = 9.360 €
Imposta sostitutiva 5% = 9.360 € * 5% = 468 €
Contributi INPS 26,23% = 9.360 € * 26,23% = 2.455 €
Prestazioni vs associazioni o società sportive dilettantistiche
I compensi percepiti nei confronti della SSD, come detto sopra, sono sotto la soglia e di conseguenza non ci sono imposte da pagare. Il versamento dei contributi INPS invece sarà dovuto sulla parte eccedente la franchigia dei 5 mila euro.
Reddito prodotto vs SSD ai fini contributivi: 5.000 € * 78% = 3.900 €
Aliquota contributiva ridotta: 12,50% + contributi minori 1,23% = 13,73 %
Contributi da versare = 3.900 € * 13,73% = 535 €
Su un totale di incassi di € 22.000 dovrai pagare € 468 di imposte più un totale di € 2990 di contributi previdenziali.
Concludendo, le novità in tema di lavoro sportivo per chi svolge attività di lavoro autonomo hanno creato le condizioni per la proliferazione di nuovi rapporti di lavoro per via della semplificazione dei rapporti tra lavoratori e società/associazioni sportive. Se avessi intenzione di avviare la tua attività e collaborare con delle strutture sportive i vantaggi fiscali e contributivi non sono indifferenti. Hai infatti la possibilità di vederti praticamente quasi azzerate le tasse.
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