Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto sempre più richieste per l’apertura di nuove partite IVA per intraprendere un’attività artigianale.
Cercheremo, nel contenuto odierno, di spiegare passo passo qual è l’iter burocratico per aprire partita IVA per una impresa artigiana e se sono necessari particolari requisiti. Inoltre, porremo sotto la lente di ingrandimento quali sarebbero i vantaggi di aprire in regime forfettario abbozzando un calcolo esemplificativo di imposte e contributi per il primo anno di attività.
Sommario
L’apertura della partita iva per impresa artigiana
I requisiti professionali dell'artigiano
I vantaggi del regime forfettario per l'artigiano
Le semplificazioni in materia di IVA
Un’unica imposta
La contribuzione agevolata
Gli obblighi da rispettare nel regime forfettario
Quanto paga di imposte e contributi un'impresa artigiana in regime forfettario
Esempio di calcolo imposte e contributi 2020
Il primo step per essere in regola come impresa artigiana è l’apertura della partita IVA e la contestuale iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio. Fortunatamente, adesso la procedura di attribuzione del numero di partita IVA e l’iscrizione al registro delle imprese avviene attraverso una procedura unica, chiamata comUnica a cui possono accedere solo gli enti e i professionisti abilitati.
ComUnica (Comunicazione Unica), istituita con la Legge 40/2007 e divenuta obbligatoria dal 1 Aprile 2010, è una procedura telematica che, con un’unica comunicazione, permette di eseguire tutti i principali adempimenti necessari all’avvio dell’impresa ai fini dell’iscrizione al registro delle imprese, dell’iscrizione all’Albo imprese artigiane e ai fini fiscali (IVA), previdenziali (INPS) e assicurativi (INAIL). Con la ComUnica non è più necessario recarsi o rivolgersi alle singole Amministrazioni interessate.
Per l’invio telematico delle pratiche, oltre che una banale connessione internet, è necessaria un’abilitazione al sistema Telemaco, una firma digitale e una casella di posta certificata del titolare della ditta. Ricordiamo che l’iscrizione in camera di commercio richiede dei costi. I predetti, fanno riferimento a spese di istruttoria, diritti e bolli vari che variano da pratica a pratica e che ammontano di solito a circa a 130€. L’apertura della ditta per un impresa artigiana quindi non è gratuita e veloce come nel caso del libero professionista freelance (quest’ultimo infatti per essere in regola non deve iscriversi al registro delle imprese).
Inoltre, è bene fare presente che a seconda della camera di commercio, all’istanza di iscrizione deve essere allegata anche una dichiarazione antimafia sottoscritta dal titolare della ditta e una serie di allegati in base alla tipologia di attività che si è deciso di intraprendere.
Prima di cimentarsi in una nuova attività occorre essere ben informati se siano necessari dei requisiti professionali per intraprenderla. Spesso e volentieri infatti, molti ignorano la necessità di una qualifica professionale per intraprendere una attività imprenditoriale.
Generalmente, oltre ad i requisiti di onorabilità dell’imprenditore, quando vengono richiesti dei requisiti professionali, questi sono in alternativa uno dei seguenti:
Per molte attività artigianali però non è richiesto alcun titolo professionale (ad esempio per il tapezziere, l’aggiustatutto, il manutentore di semplici estintori, il gessista, il pittore, ecc).
Nel momento di apertura della partita IVA anche nel caso delle attività artigianali iscrivibili in camera di commercio è importante il momento della scelta del regime fiscale.
Se si tratta di una nuova attività e non si pensa di dover sostenere degli alti costi per beni strumentali consigliamo di aderire al regime forfettario. Come spesso menzionato, questo regime semplifica molto la vita ai contribuenti e permette un risparmio importante in termini di imposte e contributi. Ma vediamo quali sono le agevolazioni nello specifico per le imprese artigianali.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Le fatture dell’artigiano forfettario saranno esenti IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà l’artigiano nella gestione della partita IVA. L’ assenza di IVA infatti, semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15%. La differenza nell’aliquota dipende dal fatto se il contribuente può essere considerato start-up o meno. Inoltre, la presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse in Italia.
L’INPS per la gestione commercianti e artigiani prevede una agevolazione contributiva pari al 35 % se si aderisce al regime forfettario sia sulla contribuzione fissa che a percentuale.
Ricordiamo che l’agevolazione non è implicita ma deve essere richiesta all’INPS, se si è appena aperta la partita IVA va fatta richiesta immediatamente.
N.B. ricordiamo che per tutti gli artigiani vige l’obbligo dell’iscrizione INAIL (di solito qualche centinaio di euro l’anno in base all’attività svolta e al profilo di rischio).
Se si vogliono mantenere tutte le agevolazioni sopra elencate, e vi assicuriamo che sono molto vantaggiose, si devono rispettare delle condizioni. Quelle più importanti, che spesso portano i nostri clienti a dover uscire dal regime agevolato sono:
Per poter aderire al regime agevolato deve essere rispettato il limite di fatturato di € 85.000 che è stato approvato con la legge di bilancio 2019.
Prima di passare ad un esempio numerico è bene precisare che un artigiano oltre che l’INPS gestione artigiani è tenuto al pagamento dell’assicurazione INAIL che deve essere sommata ai conti effettuati di seguito. Questi importi sono fissi e da pagare a prescindere dal reddito conseguito.
Dopo questa premessa passiamo all’esempio.
Il sig. Bodoni apre una ditta edilizia in regime forfettario start-up nel 2020 ed ha richiesto, in sede di apertura, anche l’agevolazione contributiva del 35%.
Ricordiamo che per poter continuare ad aderire al regime forfettario il suo limite di fatturato annuale sarà di € 85.000 ed il coefficiente di redditività con il quale saranno calcolate imposte e contributi è del 86%.
Ipotizziamo che nel 2020 il fatturato totale (ovvero i ricavi lordi annuali) ammonti a € 12.000.
Il pagamento delle imposte relative al reddito del 2020 sarà a partire da fine Giugno 2021. Mentre, sarà dovuto il versamento dei contributi fissi già nel 2020 a rate.
I contributi fissi generalmente ammontano a € 3.600 ma, con l’agevolazione del 35% scendono a € 2.400. Questi, dovranno essere versati in 4 rate. Nel caso in cui si apra a Gennaio, la prima rata INPS da pagare sarà quella di Maggio in quanto la rata di Febbraio è intesa come a saldo della contribuzione dell’anno precedente. Di seguito riportiamo le scadenze per il versamento dei contributi fissi INPS.
Nel 2020 quindi, il sig. Bodoni verserà solo i contributi fissi per un esborso pari alle rate di Maggio, Agosto e Novembre (1800 € circa)
Il sig. Bodoni sarà tenuto al versamento dei contributi fissi e al versamento delle imposte come saldo 2020 e acconto 2021. Precisiamo che per il calcolo delle imposte possono essere portati in deduzione i contributi.
Procediamo al calcolo.
Fatturato 2020: € 12.000
Contributi versati durante il 2020: € 1.800
Calcoliamo l’imponibile ai fini fiscali:
€ 12.000 x 86% = € 10.320
A questi € 10.320 dobbiamo dedurre i contributi versati che hanno un valore di € 1.800. Facendo la differenza l’imponibile impositivo per il sig. Bodoni sarà di € 8.520.
Imponibile fiscale 2020: (€ 12.000x 86%) – €1.800= € 8.520
Imposta 2020: € 8.520 x 5%= € 426
Ricordiamo che sarà dovuto anche l’acconto per l’imposta del 2021 in termini del 100% del saldo dell’imposta del 2020, nello specifico, altri € 426. L’acconto per il 2020 potrà essere pagato in misura del 40% a Giugno e il restante 60% a Novembre.
Di seguito riassumiamo quanto appena detto in una tabella con le relative scadenze.
Data | Azione | Valore | Rilevanza per il calcolo delle imposte 2018 |
---|---|---|---|
1/1/2020 | apertura | ||
16/05/2020 | versamento prima rata INPS 2020 | € 600 | si |
22/08/2020 | versamento seconda rata INPS 2020 | € 600 | si |
16/11/2020 | versamento terza rata INPS 2020 | € 600 | si |
31/12/2020 | chiusura esercizio, fatturato totale | €12.000 | si |
16/02/2021 | versamento quarta rata INPS 2020 | € 600 | no |
16/05/2021 | versamento prima rata INPS 2021 | € 600 | no |
30/06/2021 | versamento imposta 2020 + 40% acconto imposte 2021 | € 426+170,4 possibile rateizzare tale importo in 6 rate fino al 16/11 | no |
22/08/2021 | versamento seconda rata INPS 2021 | € 600 | no |
16/11/2021 | versamento terza rata INPS 2021 | € 600 | no |
30/11/2021 | versamento 60% acconto imposte 2021 | € 256 non è possibile rateizzare tale importo | no |
31/12/2021 | chiusura esercizio 2021, fatturato totale | € 15.000 | no |
Lascia un commento