Continuando a parlare delle professioni portate alla ribalta dal mondo online, oggi parliamo del copywriter. Il copywriter, è una professione che esiste già da molto tempo, prima ancora che nascessero i blog online e tutti i contenuti che oggi ritroviamo su praticamente ogni sito web. Parlando per etichette, possiamo definire il copywriter come l’artista della comunicazione, colui che riesce a colpire il lettore attraverso le parole. Inquadriamo allora quest’artista dal punto di vista fiscale e contributivo, e vediamo come si fa ad essere in regola svolgendo questa professione.
Sommario
Chi è il copywriter
Partita iva o prestazione occasionale?
Il regime forfettario per il copywriter
L’obbligo di rispettare il fatturato per il copywriter
Come aprire la partita iva online per copywriter
I vantaggi del regime forfettario per il copywriter
Quanto paga di imposte un copywriter
Quanti contributi previdenziali versa un copywriter
Il copywriter o per meglio dire, nella nostra accezione il webwriter, è un professionista che unisce creatività e accortezza per offrire attraverso il suo testo, un’emozione unica. Per essere definito un copywriter di tutto rispetto non è necessario solo saper scrivere, ma si deve avere un bagaglio esperenziale e di formazione importante, soprattutto per coloro che si relazionano con il mondo online. Per esser un buon copy/webwriter infatti, ormai è necessario conoscere quasi a menadito oltre le diverse tecniche di scrittura le logiche della SEO e del social media marketing. Nella nuova logica dell’inbound marketing, il ruolo del copywriter non deve essere per nulla sottovalutato in quanto deve riuscire ad intercettare attraverso la sua scrittura il bisogno del lead per creare la conversione.
Per diventare un copywriter, da un punto di vista prettamente formativo e scolastico non sono previsti particolari percorsi tuttavia è fortemente consigliato seguire un percorso di tipo umanistico che permetta lo sviluppo delle competenze di scrittura e di comunicazione. Ovviamente tutto ciò non basta e mai basterà per definirsi al 100% un copy professionista, ciò che conta in ultima analisi è scrivere, scrivere tanto e mantenersi continuamente aggiornato attraverso corsi pensati e creati appositamente per la propria professione.
Torniamo adesso a ciò che ci compete, il mondo della partita IVA. Per tutti coloro che volessero mettersi in proprio e lavorare come copywriter forniamo una guida su quale sia l’inquadramento fiscale migliore per la propria posizione e quali sono i vantaggi di aprire una partita IVA come copywriter in regime forfettario.
Molti di voi però si chiederanno: “è davvero necessario aprire partita IVA per scrivere dei testi? Non si può usare la classica ricevuta di prestazione occasionale con ritenuta d’acconto?”
Aprire partita IVA per copywriter è obbligatorio nel momento in cui l’attività diventa continuativa ed abituale, a prescindere da qualsiasi sia il livello di fatturato. Il mito che se non si superano i 5000 € di reddito non dovete aprire la partita IVA ma potete lavorare con la prestazione occasionale o il contratto di prestazione occasionale “prestO” è totalmente falso. Come più volte abbiamo visto, il principio che fa sorgere l’obbligatorietà della partita IVA è l’abitualità e la continuità dell’attività.
Finché si svolge una prestazione occasionale, per esempio la collaborazione per la stesura di un contenuto, non c’è l’obbligo dell’apertura della partita IVA.
Se invece l’attività svolta sia costante, anche se si guadagnano meno di 5000 € annui, sorge l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Per il fisco l’attività sarà intesa come abituale ed il principio di occasionalità viene meno.
Il primo passo per aprire una partita IVA come copywriter è quello di individuare il regime al quale il titolare della partita IVA può aderire. Il regime più conveniente per chi decide di avviare un’attività è il regime forfettario. Per poter aderire a tale regime ci sono però dei requisiti da rispettare:
Ricordiamo che fino al 2022 il tetto massimo di reddito era di € 65.000 che è stato innalzato a € 85.000 con l’approvazione della legge di bilancio 2023.
Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico del copywriter:
Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.
I vantaggi di cui parleremo più avanti nel nostro articolo devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante senza dubbio è quello di non superare i 85.000 € di fatturato annuo.
Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”
Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.
Una volta verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta recandosi ad un qualsiasi sportello dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario e consegnarlo all’impiegato che vi rilascerà immediatamente il vostro nuovo numero di partita IVA. In sede di compilazione inoltre, si dovrà scegliere anche il codice ATECO che indica l’attività che si andrà a svolgere.
Ricordiamo che il codice da copywriter appartiene a quella categoria di codici ATECO che fa capo alla gestione separata INPS. Di fatto, considerando che il copywriter rientra nel settore della libera professione ne segue che non dovrà fare iscrizione in Camera di Commercio e di conseguenza all’iscrizione alla gestione INPS commercianti/artigiani.
Sembra tutto facile tuttavia, aprire una partita IVA non è così semplice come appare. Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice Ateco sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli si capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore.
Partiamo subito con il primo vantaggio.
Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del copywriter quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il copywriter nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’unica imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il copywriter è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
Il copywriter in regime forfettario pagherà sul reddito imponibile, determinato moltiplicando i ricavi percepiti con il coefficiente di redditività previsto per il suo codice Ateco, un’imposta in misura pari al 15%.
Ricordiamo che nel caso di start-up, invece, è prevista una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% anziché al 15% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.
Procediamo ad un esempio per essere più immediati.
Ipotizziamo che il nostro copywriter startup abbia un fatturato annuo di € 8.500:
Fatturato € 8.500
Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%
Calcolo delle imposte: (6.000 * 78%) x 0,05 = € 331,5
I contributi INPS saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato nell’esempio del paragrafo precedente. Questi ricordiamo che saranno parti al 25,72% del fatturato e non c’è una quota fissa annuale INPS da pagare. Il copywriter verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.
Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con nostro copywriter che ha un fatturato di € 6.000.
Fatturato € 8.500
Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%
Calcolo dei contributi previdenziali: (8.500 x 78%) x 25,72% = Euro 1.705,24
Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2020, contributi e INPS relativi al 2020 saranno pagati nell’estate del 2021.
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