Oggi nel nostro blog passiamo in rassegna un’altra professione che è nata negli Stati Uniti e che anche in Italia negli ultimi anni sta riscuotendo molto successo. Stiamo parlando della figura del Wedding Planner. Solitamente si utilizza questa espressione anglosassone per denominare la professione dell’organizzatore di matrimoni.
Sommario
Il regime fiscale per il wedding planner
L’obbligo di rispettare il fatturato per wedding planner
Come aprire la partita iva per wedding planner
I vantaggi del regime forfettario per il wedding planner
Quanto paga di imposte un wedding planner
Quanti contributi previdenziali versa un wedding planner
La figura di cui parliamo in questo articolo si occupa di fornire servizi di consulenza per il giorno del matrimonio alle coppie che decidono di sposarsi, curando tutti gli aspetti di quella giornata. Questa professione nel momento in cui non viene più esercitata occasionalmente necessita di essere regolarizzata a livello fiscale. I soggetti che amano organizzare eventi e decidono di svolgere questo lavoro abitualmente devono aprire la partita IVA.
Per fortuna il numero dei wedding planner non è direttamente proporzionato al numero dei matrimoni perché questi sono in diminuzione. Una delle verità che motiva l’incremento di questa figura professionale sicuramente risiede nel fatto che gli sposi odierni hanno sempre meno tempo a causa del lavoro e desiderano che tutto nel giorno del loro Sì sia perfetto.
Per diventare wedding planner si possono frequentare vari corsi professionali oppure frequentare dei corsi di laurea o master in organizzazione degli eventi che negli ultimi anni sono sempre di più. Vi consigliamo comunque di scegliere dei corsi nei quali è prevista anche un modulo pratico affinché possiate toccare con mano cosa andrete a fare nel concreto.
Il primo passo per aprire una partita IVA come wedding planner è quello di individuare il regime al quale il titolare della partita IVA può aderire. Il regime più conveniente per chi decide di avviare una nuova attività è il regime forfettario flat-tax grazie al quale si può avere un carico fiscale più contenuto rispetto agli altri regimi.
Per poter aderire a tale regime ci sono dei limiti e requisiti da rispettare:
Ricordiamo che fino al 2018 il tetto massimo di reddito era di € 30.000 che è stato innalzato a € 65.000 con l’approvazione della legge di bilancio 2018.
Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico del wedding planner:
Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.
Ricordiamo però che entro fine anno con grande probabilità potranno cambiare i requisiti per accedere al regime agevolato, essendo la nuova legge di bilancio in approvazione. Qualora la nuova proposta di legge sulla Flat Tax venisse approvata rivedremo insieme i requisiti per accedervi ed il limite di fatturato che potrebbe aumentare a vostro vantaggio fino a €65.000.
I vantaggi di cui parleremo più avanti nel nostro articolo devono essere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante senza dubbio è quello di non superare i 65.000 € di fatturato annuo.
Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 65.000 € annui cosa succede?”
Non allarmatevi, superando la soglia dei 65.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino a fine anno. Tuttavia, a partire poi dal 1° gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Inoltre, stando alle ultime indiscrezioni, nel 2019 il limite del regime forfettario sarà innalzato a 65.000 €, fino a quella soglia quindi potete rimanere tranquillamente nel regime forfettario.
Una volta verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta entrando sul sito dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario. In questa sede, si dovrà anche scegliere il codice Ateco che indica l’attività che si andrà a svolgere.
Ricordiamo che l’attività del wedding planner appartiene a quella categoria di codici Ateco che fa capo alla gestione separata INPS. Di fatto, considerando che il wedding planner rientra nel settore della libera professione ne segue che dovrà fare l’iscrizione alla gestione separata INPS.
Per aprire una partita IVA puoi rivolgerti a noi che ti offriamo questo servizio gratuitamente. Ti consigliamo vivamente di rivolgerti ad un commercialista perché possono capitare degli errori in sede di apertura nella scelta del regime fiscale o del codice Ateco. La loro scelta è di fondamentale importanza perché dal regime fiscale dipenderà la pressione fiscale a tuo carico.
I vantaggi sono riassumibili in tre voci:
Il regime forfettario flat-tax è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del wedding planner quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA porterà ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni e permetterà di risparmiare per il commercialista che lo seguirà nella gestione della partita IVA perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.
Un altro dei vantaggi del regime forfettario flat-tax è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.
Il regime forfettario flat-tax, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il wedding planner è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.
Il wedding planner in regime forfettario pagherà l’imposta sostitutiva sul reddito imponibile. Questo si determina moltiplicando il fatturato per il coefficiente di redditività previsto per il suo codice Ateco, che nel caso di questa figura professionale è del 78%.
Adesso una volta che abbiamo compreso come si calcola l’imponibile possiamo calcolare l’imposta che si andrà a pagare.
Di solito l’imposta è del 15% ma nel caso di start-up, invece, è prevista una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.
Procediamo ad un esempio per essere più immediati.
Ipotizziamo che la nostra wedding planner startup abbia un fatturato annuo di € 25.000:
Fatturato € 25.000
Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%
Calcolo imponibile: (25.000 * 78%) = € 19.500
Calcolo delle imposte: 19.500 x 0,05 = € 975
I contributi INPS saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato per le imposte. I contributi INPS sono pari al 25,72% dell’imponibile e non c’è una quota fissa annuale INPS da pagare. Il wedding planner infatti verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.
Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con la nostra wedding planner che ha un fatturato di € 25.000.
Fatturato € 25.000
Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%
Calcolo imponibile: (25.000 * 78%) = € 19.500
Calcolo dei contributi previdenziali: 19.500 x 25,72% = Euro 5015,4
Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2020, contributi e INPS relativi al 2020 saranno pagati nel periodo estivo del 2021.
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