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Come aprire la partita iva – 2021

Sta per concludersi il 2020, un anno difficile per chi aveva dei progetti di vita o di lavoro. La pandemia da Covid-19 ha stravolto tutti i programmi che molti si erano prefissati. Adesso è il momento giusto, però, per ripartire da zero e sperare che l’anno venturo possa portare un cambiamento in positivo. Occorre, dunque, reinventarsi o lanciarsi, con cautela, in una nuova attività che potrebbe davvero mutare il proprio destino. Bisogna essere, infatti, pronti una volta usciti dalla terribile bufera del Coronavirus.

Sommario

Cosa è una partita iva?

Il costo di apertura della partita iva

Il codice ateco

Il regime fiscale

Il falso mito del limite di fatturato nelle prestazioni occasionali

La partita iva per professionista

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In questo articolo, spiegheremo come aprire la partita iva nel 2021, necessaria per chi volesse mettersi in proprio, e daremo alcuni consigli utili per non cadere nei tanti tranelli della burocrazia italiana.

Dovete sapere, infatti, che la partita iva è obbligatoria tutte le volte in cui l’attività che si svolge è caratterizzata da abitualità e continuità, ovvero, si effettua un lavoro con regolarità, stabilità e sistematicità.

In particolare, ci occuperemo di approfondire i passaggi essenziali della procedura per l’apertura della partita iva per i liberi professionisti: i c.d. freelance. Prima di accingerci a tale compito, però, dobbiamo fare un passo indietro per illustrare a chi non è edotto sul tema che cos’è la partita iva.

Cosa è una partita iva?

La partita iva identifica un’attività economica svolta da un professionista o un’impresa, così come il codice fiscale identifica le persone fisiche e altri soggetti presenti sul territorio italiano, mediante l’attribuzione di lettere e numeri. 

La partita iva, dunque, è una serie composta da 11 numeri. Le prime 7 cifre indicano il contribuente, le seguenti 3 individuano il codice dell’ufficio dell’Agenzia delle entrate di riferimento, mentre l’ultima cifra ha carattere di controllo.

Il costo di apertura della partita iva

L’apertura della partita iva è apparentemente facile ed ha un costo pari a ZERO.

Se si procede in autonomia sarà necessario: recarsi presso l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate più comodo o vicino; compilare i moduli richiesti dall’impiegato allo sportello per ottenere il proprio numero che viene rilasciato in tempo reale. Purtroppo, questo è possibile soltanto nel caso in cui si è dei liberi professionisti. 

Nell’eventualità di un’impresa, infatti, l’apertura di una partita iva prevede anche l’iscrizione in camera di commercio e al registro delle imprese. Comunque, in entrambi i casi sarà necessaria anche l’iscrizione ai fini INPS.

Ecco un breve video dove si parla dei costi della partita iva e della sua gestione.

Tornando ai costi, se operarete come impresa (commerciante, artigiano, agente di commercio, ecc.) tra le pratiche di inizio attività, oltre a quelle di apertura partita iva, ci si troverà anche davanti alle pratiche ai fini previdenziali (INPS) e nel caso specifico degli artigiani anche ai fini assicurativi (INAIL). Tutte queste pratiche vanno espletate attraverso una comunicazione unica chiamata ComUnica.

Solo nel caso dell’apertura della partiva iva come liberi professionisti non sosterrete alcun costo, in quanto l’Agenzia delle entrate non richiede alcun onere.

Al contrario, nel caso di società o ditte individuali, per l’iscrizione alla camera di commercio dovrete sostenere dei costi aggiuntivi (compenso del professionista + spese per l’istruttoria oltre ai diritti e bolli che le camere di commercio addebitano direttamente al consulente). Inoltre, come capita spesso per le attività di commercio, sarà necessario eseguire degli adempimenti nei confronti del comune: la c.d. SCIA, che comporta ulteriori oneri.

Dunque, se può apparire all’inizio tutto molto semplice, in realtà non è tutto oro quello che luccica. È consigliato avvalersi sempre di un consulente che si faccia carico di tutti gli oneri burocratici amministrativi. 

Gli unici costi da sostenere eventualmente saranno dovuti alla consulenza del professionista che vi seguirà (in fase di apertura della partita iva) e alla tipologia di regime fiscale e sistema contabile prescelto (dal quale derivano adempimenti periodici durante l’anno e costi diversi).

Il codice ateco

All’atto di apertura della partita iva occorrerà stabilire in quale campo di attività si andrà ad operare. I settori di attività sono diversi, infatti, e sono categorizzati in un catalogo di codici: i c.d. codici ATECO

Questo è uno dei motivi per cui è sempre consigliato rivolgersi a degli esperti. Non tutti i codici ATECO, ad esempio, sono adatti per un’attività di libero professionista.

Se non si è abili nel muoversi attorno alla moltitudine di codici legati ai settori più disparati, si potrebbe correre anche il rischio di registrare la propria attività per commercianti o artigiani al posto di quella necessaria per i professionisti! O, peggio, l’INPS non riuscirebbe a iscrivere correttamente il vostro profilo nella gestione previdenziale corretta a causa, per l’appunto, dell’errato codice ATECO scelto.

Per fare un esempio, un fotografo potrebbe essere configurato come artigiano, ma anche come libero professionista. La scelta di una strada piuttosto che un’altra, porta a costi e oneri totalmente diversi durante l’anno. Scegliere il codice ATECO giusto non è facile. Non basta optare per quello che più piace, ma è necessario verificare se questo è compatibile con l’attività che si vuole svolgere. Il “fai da te” può condurre al rischio di pesanti sanzioni inflitte dall’INPS a contribuenti poco attenti o faciloni.

Il regime fiscale

Quale regime fiscale dovete scegliere per la vostra Partita IVA?

All’atto di apertura della partita IVA sarà necessario scegliere anche il regime contabile e fiscale a cui sottoporsi. La scelta è limitata pressoché a 2 modalità: si può optare o per il regime forfettario (in vigore dal 2016) o per il regime fiscale tradizionale (la c.d. contabilità a IVA semplificata o ordinaria). 

Nella fase preliminare d’apertura, un buon professionista può consigliare se conviene o meno il regime forfettario e valutare con voi il possesso dei requisiti per l’accesso al regime. Queste scelte comportano spesso migliaia di euro di risparmi per imposte e contributi.

Il falso mito del limite di fatturato nelle prestazioni occasionali

Uno dei falsi miti più diffusi, quando si parla di aprire o meno una partita iva, è quello legato al limite di fatturato necessario per soddisfare tale condizione. Parliamo del tetto dei c.d. ricavi annui per le prestazioni occasionali, un paletto però del tutto errato!

Infatti, come detto all’inizio della nostra guida, un professionista o freelance è tenuto ad aprire la partita iva ogni qualvolta sta svolgendo un’attività in maniera non occasionale, ma costante nel tempo e anche se guadagna poco. 

Inoltre, occorre precisare che tutte le professioni ordinistiche, ossia quelle che prevedono l’iscrizione a un albo (ad esempio ingegneri, geometri, avvocati, ecc), non possono essere svolte in maniera occasionale, ma esclusivamente con il possesso di una partita iva. Dunque, il famoso limite dei 5000 euro, spesso citato a sproposito, non costituisce neppure la soglia corretta che segna il confine tra le prestazioni occasionali e l’obbligo di aprire partita iva.

Un’altra leggenda metropolitana da sfatare è quella relativa all’esclusione dall’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS per chi sta svolgendo un lavoro occasionale. Infatti, anche per chi effettua un’attività occasionalmente, superato il limite dei 5000 euro di ricavi annui, scatta l’obbligo di iscriversi all’Inps.

Ad esempio, se un’azienda vi contatta per ricevere una consulenza una tantum o la creazione di un sito e-commerce, alla cifra di 7800 euro (nell’ipotesi sempre che si tratti di occasionalità), potrete benissimo emettere una ricevuta di prestazione occasionale per detto importo, nonostante si superino i 5000 euro. Precisiamo, però, che sulla differenza andranno pagati i contributi INPS. 

Ricordiamo, inoltre, che fino a 65000 euro si potrebbe aprire una partita iva in regime forfettario e risparmiare molti soldi in termini di minori imposte e adempimenti contabili e fiscali.

La partita iva per professionista

Se siete dei professionisti o freelance, la procedura per aprire la partita iva, come anticipato, è molto veloce. Basta, infatti, recarsi nell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate più vicino e consegnare il modello AA9/12 adeguatamente compilato e firmato. Il modello AA9/12 è presente in qualsiasi ufficio del fisco, oppure, può essere scaricato, compilato e inviato tramite un software disponibile sul sito web dell’Agenzia delle entrate.

Il modello AA9/12, utilizzato per aprire la partita iva, è formato da 4 pagine e deve essere compilato facendo molta attenzione; eventuali errori, infatti, potrebbero invalidare la vostra pratica. 

I tempi di rilascio del numero di partita iva sono solitamente rapidi. L’Agenzia dell’entrate, infatti, al momento della consegna del modello AA9/12, vi darà il vostro numero di partita iva.

Attenzione però: una volta aperta la partita iva, avrete regolarizzato la vostra posizione fiscale, ma dovrete occuparvi anche della vostra posizione contributiva! Per farlo dovrete rivolgervi all’INPS e solo per via telematica.

Vi precisiamo che bisogna distinguere 2 casi: il caso del professionista con cassa di previdenza e quello del professionista senza cassa.

Il professionista con cassa dovrà alla regolarizzazione della sua posizione contributiva nei modi e nei tempi previsti dalla propria cassa di previdenza (es. biologo, medico, ingegnere, avvocato, ecc).

Il professionista non ordinistico privo di cassa di previdenza autonoma, invece, dovrà iscriversi alla gestione separata INPS

La posizione contributiva INPS dovrà essere aperta entro 30 giorni dalla data di inizio attività presente nel certificato di attribuzione della partita iva. La procedura è completamente telematica.

Tutti i processi appena descritti totalmente gratuiti, in quanto non comportano spese per diritti, bolli e costi di istruttoria; alcuni professionisti, però, fanno pagare il loro onorario per il tempo e l’assistenza fornita.

Per essere ancora più sicuri potete rivolgervi ad una società di consulenza come la nostra, che offre un servizio di orientamento gratuito attraverso una prima consulenza telefonica che potete richiedere cliccando sul seguente link: partitaiva24.it

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 21/12/2020
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