Dichiarazione dei redditi, ci siamo quasi. Sta per arrivare per milioni di italiani, e soprattutto per i titolari di partita iva, il tanto temuto appuntamento. Se per te è la prima volta che ti accingi a farla, sei nel posto giusto. In questo contenuto troverai tutto quello che devi sapere.

COSA È LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI

La dichiarazione dei redditi è uno strumento che ciascun contribuente utilizza per comunicare al fisco l’ammontare dei propri redditi percepiti. Attraverso il suo invio, ogni italiano che percepisce dei redditi durante l’anno, comunica i suoi guadagni e calcola le eventuali imposte dovute all’erario.

Abbiamo utilizzato la parola “eventuali” perché compilare la dichiarazione non implica sempre un pagamento di imposte. A fronte della dichiarazione è anche possibile che sia il fisco in debito con noi e questo è un motivo in più trasmetterla.

Andiamo più nel dettaglio.

COME FUNZIONA LA DICHIARAZIONE

Cominciano con il dire che la dichiarazione dei redditi è una comunicazione unica ed annuale. Unica significa che con un unico documento vengono trasmesse tutte le informazioni circa i redditi prodotti da un contribuente, annuale invece perché si riferisce sempre ad un solo anno d’imposta.

Il periodo di redazione e invio è l’anno successivo rispetto a quello di riferimento. Per esempio, nel 2023 si dichiarano i redditi prodotti nel 2022.

La dichiarazione viene redatta secondo delle regole ben specifiche e seguendo dei modelli ministeriali approvati annualmente. Ci sono quindi dei tempi e modalità specifiche da rispettare per la sua redazione ed invio.

È importante prendere coscienza di tale condizione e non avere premura nella sua redazione poiché il continuo aggiornamento dei software per la compilazione dei modelli può comportare delle modifiche nell’esito della dichiarazione stessa.

Una volta compilata la dichiarazione ciascun contribuente può trovarsi in due situazioni: debito o credito.

La condizione debitoria si manifesta nel momento in cui a fronte dei redditi prodotti durante l’anno il contribuente è tenuto al versamento di una somma.

Credito, quando a fronte dei redditi prodotti durante l’anno è il fisco che deve una somma al contribuente. In tale ipotesi, il contribuente potrà richiedere tale somma a rimborso (in specifiche casistiche) oppure mantenere il credito ed utilizzarlo per debiti futuri.

Visto cosa è e a cosa serve questo documento vediamo chi è tenuto a presentare la dichiarazione, se esistono più modalità, quali sono le tempistiche per la presentazione, chi si occupa di redigerla ma soprattutto cosa serve per una corretta redazione della stessa.

CHI DEVE FARE LA DICHIARAZIONE?

Poco sopra abbiamo detto che la dichiarazione è unica e riporta tutti i redditi percepiti da un contribuente durante l’anno. È lecito pensare quindi che sono tenuti a presentare la propria dichiarazione tutti coloro che hanno prodotto dei redditi durante l’anno. Ecco, non è così.

Ci sono dei casi in cui la dichiarazione va presentata anche in assenza di redditi e casi in cui anche in presenza di redditi si è esonerati dalla presentazione.

In generale, i soggetti obbligati alla presentazione della dichiarazione sono coloro che durante l’anno hanno percepito:

  • redditi fondiari;
  • redditi da capitale;
  • redditi da lavoro dipendente;
  • redditi da lavoro autonomo;
  • redditi d’impresa;
  • redditi diversi (diritti d’autore, prestazioni occasionali ecc..)

Semplificando e personificando coloro che producono tali redditi, possiamo affermare che sono obbligati alla presentazione della dichiarazione tutti i titolari di partita iva, i lavoratori dipendenti che hanno avuto più datori di lavoro durante il corso dell’anno, possessori di immobili, coloro che hanno percepito delle indennità come per esempio la NASPI, chi ha prodotto redditi da trading online o redditi da capitale, chi ha effettuato delle prestazioni occasionali.

Per capire però se siamo obbligati o meno a presentare la dichiarazione può essere molto utile anche definire chi NON è tenuto alla presentazione. Come al solito in Italia le eccezioni sono molte.

Sicuramente non è tenuto alla redazione della dichiarazione chi non ha prodotto alcun reddito. (Ribadiamo a patto che non si tratta di titolari di partita iva. Quest’ultimi sono sempre tenuti a fare la dichiarazione dei redditi a prescindere dal reddito prodotto).

Ci sono dei casi in cui anche i contribuenti che hanno prodotto dei redditi durante l’anno fiscale non sono tenuti all’invio della dichiarazione. Si tratta di:

  • coloro che svolgono attività di lavoro dipendente e che durante l’anno hanno avuto un solo datore di lavoro.
  • nel caso di redditi per i quali è dovuta un’imposta non superiore a 10,33 euro a patto che non si sia titolari di partita iva.
  • quando si possiede solo l’abitazione principale e relative pertinenze e altri fabbricati non locati situati in comune diverso da quello dell’abitazione principale e che sono soggetti all’ IMU;
  • nel caso di rapporti di lavoro dipendente, collaborazione coordinata e continuativa compresi i lavori a progetto, pensione a condizione che siano corrisposti da un unico sostituto d’imposta o conguagliati dall’ultimo sostituto;
  • quando si percepiscono redditi esenti come, ad esempio, le rendite erogate dall’Inail, pensioni di guerra, pensioni, indennità, pensioni sociali;
  • nel caso di redditi soggetti a imposta sostitutiva come, ad esempio, gli interessi sui titoli del debito pubblico;
  • se si possiedono redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta, come per esempio gli interessi sui conti correnti.

Adesso che abbiamo visto chi deve fare la dichiarazione o meno, va da se chiedersi: “ma se non sono tenuto a farla, posso comunque inviarla, ho qualche convenienza?”

La risposta è sì!

Sì, perché nel nostro sistema fiscale esistono delle agevolazioni (deduzioni e detrazioni) che permettono di trovarsi anche in una situazione creditoria. Perché quindi lasciare del denaro al fisco?

Non presentando la dichiarazione, infatti, un eventuale credito verrebbe perso e non si avrebbe più diritto ad alcun rimborso. Nel dubbio quindi meglio presentarla. Non si sa mai.

COME SI PRESENTA LA DICHIARAZIONE?

La dichiarazione dei redditi deve essere compilata attraverso gli appositi modelli ministeriali e inviata tramite i canali messi a disposizione dall’agenzia dell’entrate a quest’ultima.

A tali canali si può accedere attraverso la propria area riservata inviando i modelli precompilati, ci si può rivolgere a dei professionisti (es. società di consulenza, commercialista, CAF, patronati o associazioni di categoria) oppure inviare la propria dichiarazione in formato cartaceo per posta.

Nei casi più semplici, quando non si hanno particolari situazioni personali, utilizzare il modello precompilato può essere un’ottima soluzione.

Nei casi più complessi invece, quando ci sono molti oneri da inserire in dichiarazione o nel caso dei titolari di partita iva dove è necessario durante l’anno gestire anche la contabilità, la consulenza di un professionista può fare la differenza.

I modelli per l’invio della dichiarazione sono abbastanza complessi e i non addetti ai lavori potrebbero fare un po’ di fatica nell’inserimento dei dati.

CHE TIPO DI DICHIARAZIONE PRESENTARE?

Veniamo adesso ad un altro dilemma, in Italia infatti sappiamo come ci si complica la vita.

Al momento per l’invio della dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, infatti, abbiamo due modelli: il modello 730 e il modello Redditi Persone Fisiche.

Dove sta la differenza? Quando si usa il primo e quando il secondo?

Il modello 730 è il modello indicato per i lavoratori dipendenti e i pensionati o comunque per coloro che hanno un sostituto d’imposta (qualcuno che trattenga le imposte e versi per proprio conto durante l’anno). Il grosso vantaggio di questo modello consiste nel fatto che non devono essere eseguiti dei calcoli per eventuali rimborsi. L’eventuale credito infatti viene riportato direttamente nella busta paga del dipendente oppure nella rata della pensione. Lo stesso meccanismo è valido nel caso di imposte da dover versare.

Nel caso in cui comunque si volesse richiedere un rimborso direttamente al fisco, oppure nel caso di debito si volesse procedere in autonomia è comunque permesso. Basta utilizzare comunicare in fase iniziale di compilazione se si vuole compilare il modello con o senza sostituto d’imposta.

Il modello redditi PF (persone fisiche) è il modello utilizzato dai contribuenti che non possono presentare il modello 730 e nello specifico:

  • tutti i titolari di partita IVA (anche nel caso non abbiano prodotto redditi);
  • coloro che hanno percepito redditi da datori di lavoro che non sono sostituti d’imposta (il dipendente di datori di lavoro in regime forfettario);
  • coloro che presentano la dichiarazione per conto di soggetti deceduti;
  • chi ha percepito redditi all’ estero
  • i contribuenti che devono dichiarare plusvalenze, redditi da capitale o redditi finanziari.

QUANDO SI PRESENTA LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?

La possibilità di cominciare a inviare le dichiarazioni dei redditi all’amministrazione finanziaria solitamente ogni anno differisce di qualche settimana. Per l’invio infatti è necessario che siano rilasciate le istruzioni e i software aggiornati per la compilazione.

Solitamente prima di inizio maggio non si hanno ancora le versioni definitive e quindi si è impossibilitati alla redazione delle dichiarazioni.

Inoltre, a seconda del modello scelto, variano anche le tempistiche di presentazione. Il modello 730 infatti deve essere presentato entro il 30 di settembre dell’anno successivo al periodo d’imposta di riferimento. Per esempio, il modello 730 per dichiarare i redditi del 2022 deve essere presentato entro il 30 settembre 2023.

Il modello Redditi persone fisiche invece deve essere presentato entro il 30 di novembre dell’anno successivo al periodo d’imposta di riferimento. Facendo sempre un esempio, il modello redditi persone fisiche per dichiarare i redditi 2022 deve essere presentato entro il 30 novembre 2023.

Un paradosso che si riscontra è che nonostante la scadenze di presentazione siano 30 settembre e 30 novembre (salvo proroghe ovviamente), il versamento delle imposte parte dal 30 giugno.

È possibile dunque procedere all’invio della dichiarazione al fisco dopo aver cominciato con il pagamento delle imposte ed è possibile pagare anche le imposte in ritardo con qualche piccolo interesse.

Per di più, considerando che spesso la documentazione necessaria per la corretta redazione della dichiarazione non è disponibile prima di maggio/giugno, fare la dichiarazione nei tempi previsti per essere in regola con il primo versamento dovuto è sempre una corsa contro il tempo.

Riallacciandoci dunque alla documentazione e terminando, vediamo cosa serve per fare la dichiarazione dei redditi.

COSA SERVE PER FARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?

Prima di accingersi alla compilazione della dichiarazione dei redditi oppure prima di contattare la società di consulenza, commercialista o prendere appuntamento presso un CAF è bene informarsi e avere a portata di mano tutto quello che si renderà necessario a livello documentale.

È importante oltre al reperimento della documentazione anche la conservazione di una copia delle stesse in caso di controlli o richieste da parte del fisco future.

Per prima cosa ovviamente dovremo avere i nostri documenti identificativi e se siamo possessori di partita iva anche avere tutta la contabilità completa e in ordine.

In secondo luogo, saranno necessari anche:

  • le certificazioni uniche dei sostituti d’imposta (datori di lavoro, INPS nel caso di NASPI, committenti, ecc..)
  • contratti d’affitto per eventuali immobili e relativi F24 per il pagamento dell’imposta;
  • gli F24 relativi al versamento degli acconti della dichiarazione precedente;
  • eventuali documenti attestanti redditi diversi (es. prestazioni occasionali, bonifici ricevuti)
  • eventuali documenti attestanti la percezione di redditi dall’estero
  • eventuali fatture, ricevute o documentazione relativa ad oneri deducibili o detraibili.

Parlando di oneri deducibili e detraibili rientriamo nel famoso campo delle cosiddette spese da scaricare. Per tali spese si intendono le spese sostenute durante l’anno che danno diritto a delle agevolazioni fiscali. Di seguito un elenco delle principali:

  • contratti di locazione per persone che vivono in affitto;
  • quietanza di versamento per interessi sui mutui;
  • documentazione per la detrazione delle ristrutturazioni edilizie, operazioni di risparmio energetico;
  • ricevute o versamenti per iscrizioni ad attività sportive dilettantistiche dei figli;
  • spese sanitarie: visite mediche, ticket farmaci, scontrini per acquisto farmaci e dispositivi medici, etc.;
  • acquisto di protesi mediche;
  • spese dentistiche;
  • apparecchi acustici;
  • degenze ospedaliere o in case di cura private;
  • abbonamento trasporto pubblico;
  • spese scolastiche e asilo;
  • spese universitarie;
  • assicurazioni sulla vita.

Aver ben in ordine tutta la documentazione è sicuramente un punto a favore per ottenere il massimo dalla propria dichiarazione e pagare solamente ciò che spetta e non più del dovuto.

 
 
 
 

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