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Regime forfettario 2023 – Cosa cambierà?

Come ogni anno, giunti nei mesi di novembre e dicembre cominciano a circolare le voci possibili cambiamenti fiscali in vista. Spesso si sentono e leggono novità più disparate, alcune con un fondamento di verità altre del tutto inventate e poco verosimili.

È vero che annualmente la legge annuale di bilancio porta con sé novità sul fronte fiscale e quest’ anno soprattutto, con il cambio di timone al governo si hanno delle aspettative del tutto lecite.

Vediamo dunque attraverso questo breve contenuto cosa bolle in pentola e quali sono le novità che possiamo aspettarci con la nuova finanziaria 2023 ponendo come nostro solito il focus sulle nostre partite iva.

Sommario

Cosa può cambiare realmente?

Oltre il regime forfettario

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Cosa può cambiare realmente?

Per il governo Meloni e in più in generale per la destra oggi al timone, le partite iva sono senza dubbio un argomento di dibattito aperto. Uno dei cavalli di battaglia proprio della destra in fase di campagna elettorale infatti sono state le partite iva e la loro, ad oggi, importante tassazione.

L’obiettivo dichiarato del governo è stato proprio quello di dare uno slancio all’economia attraverso i lavoratori autonomi e gli imprenditori che ogni giorno si mettono in gioco e costituiscono il cuore dell’economia del nostro paese. Il punto di partenza sarebbe quello di rimodulare la famosa flat tax che oggi si identifica nel regime forfettario.

Ciò che ci si aspetta è dunque una modifica/cambiamento di questo regime fiscale.

Si tratterà di un cambio radicale oppure di un semplice aggiustamento?

Ad oggi, l’ipotesi più verosimile e accreditata è quella di un ritocco dell’attuale regime che da anni ormai rappresenta la scelta più conveniente per chi si vuole mettere in proprio e ne possiede i requisiti d’accesso.

Se non conosci ancora il regime forfettario qui trovi tutte le informazioni e le regole dell’attuale modulazione dello stesso: Regime forfettario

In ballo al momento non ci sono grosse modifiche nei criteri di accesso e permanenza in tale regime. La novità, non di poco conto certamente, sarebbe quella dell’ampliamento della platea dei beneficiari di tale regime aumentando quello che oggi è il limite di fatturato; portandolo dai 65 mila euro attuali a 85 mila euro. Restano ancora valide le ipotesi che la soglia possa arrivare a 90 o 100 mila ma al momento non ci sono reali conferme.

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Oltre il regime forfettario

Altro argomento di dibattito è rappresentato da cosa ci si aspetta oltre il regime forfettario. Uno dei problemi che puntualmente si ripropone del regime forfettario è la grande differenza in primis in termini di tassazione e, in secondo luogo, di adempimenti fiscali del regime tradizionale una volta persi i requisiti.

La maggior parte dei contribuenti infatti spesso preferisce non superare il limite di fatturato previsto per evitare di andare incontro al nuovo regime. Ci si accontenta dunque di limitare la propria attività con il timore (anche fondato) di non avere un reale guadagno successivamente.

A tal proposito, una seconda via al vaglio degli esperti che è in fase di studio è un regime fiscale transitorio, chiamato flat tax incrementale, exit tax, flat tax di transizione che permetterebbe ai contribuenti titolari di partita di attraversare un passaggio graduale verso il nuovo regime fiscale con una tassazione più lieve sul reddito incrementale prodotto durante l’anno di perdita dei requisiti del regime forfettario.

Quanto riportato nel contenuto ad oggi sono solamente delle ipotesi e di cui al momento non ci sono ancora delle certezze effettive. Come ogni anno infatti l’approvazione della nuova legge di bilancio sarà a fine dicembre e da questo momento fino alla sua approvazione potrebbero rimischiarsi le carte in tavola.

Per questo motivo procederemo ad aggiornare il contenuto con tutte le novità del caso e quindi ti invitiamo a seguirci attraverso il nostro blog e tutti i nostri canali.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 22/11/2022
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