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Aprire partita IVA online per consulente di marketing

Nel mondo del lavoro odierno, le imprese tendono a non assumere più di tanto ma cercano di sfruttare le competenze dei consulenti per lo sviluppo del loro business. Molti giovani laureati ma anche lavoratori con molta esperienza dunque, tentano fortuna cominciando a lavorare come collaboratori e consulenti per le imprese aprendo una partita IVA. Oggi nello specifico, parleremo di una figura che da qualche tempo si è affacciata sulla scena lavorativa italiana: il consulente marketing. Questa figura professionale di supporto alle imprese è sempre più richiesta perché il marketing è diventata una delle funzioni aziendali fondamentali per la crescita del proprio business.

Per tutti coloro che volessero mettersi in proprio e cominciare a lavorare nel fantastico campo del marketing, con il seguente articolo forniremo una guida su quale sia l’inquadramento fiscale migliore per la propria posizione e quali sono i vantaggi di aprire una partita IVA come consulente marketing in regime forfettario.

Sommario

Partita iva o prestazione occasionale?

Il regime forfettario per il consulente marketing

L’obbligo di rispettare il fatturato per il consulente marketing

Come aprire la partita iva online per consulente marketing

I vantaggi del regime forfettario per il consulente marketing

Le semplificazioni in materia di IVA

Un’unica imposta

Nessuna ritenuta d’acconto

Quanto paga di imposte un consulente marketing

Quanti contributi previdenziali versa un consulente marketing

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Partita iva o prestazione occasionale?

Cominciamo subito mettendo le cose in chiaro. Se da amici o conoscenti avete sentito che se non superate i 5000 € di reddito non dovete aprire la partita IVA ma potete lavorare con la prestazione di lavoro occasionale o il contratto di prestazione occasionale “prestO” sappiate che siete totalmente fuori strada. Il motivo per cui l’apertura della partita IVA diventa un obbligo sia per il caso del consulente marketing come per qualsiasi altra professione è l’abitualità e la continuità dell’attività.

Finché si svolge una prestazione occasionale, per esempio la collaborazione per lo sviluppo di un sito web o una campagna marketing di breve periodo, non c’è l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Se invece l’attività svolta sia costante come per esempio la gestione di un blog come il nostro, anche se si guadagnano meno di 5000 € annui, sorgerà l’obbligo dell’apertura della partita IVA. Per il fisco l’attività sarà intesa come abituale ed il principio di occasionalità viene meno.

Il regime forfettario per il consulente marketing

Il primo passo per aprire una partita IVA come consulente marketing è quello di individuare il regime al quale il titolare della partita IVA può aderire. Il regime più conveniente per chi decide di avviare un’attività è il regime forfettario. Per poter aderire a tale regime ci sono però dei requisiti da rispettare:

  1. limite dei ricavi e compensi previsti max 85.000 € annui (da ragguagliare se apertura in corso d’anno);
  2. spese previste per lavoratori dipendenti e assimilati non superiori a € 20.000 lordi;

Attenzione però! Sono previste delle cause di esclusione dal regime forfettario (anche se si è in possesso dei requisiti elencati sopra) ai sensi dell’art. 1, comma 57, legge n. 190/2014. Nel caso specifico del consulente marketing:

Una volta constatato di avere i requisiti per aderire al regime forfettario, si potrà procedere con l’apertura della partita IVA.

L’obbligo di rispettare il fatturato per il consulente marketing

I vantaggi di cui parleremo più avanti nel nostro articolo devonoessere messi in relazione però con gli obblighi per usufruire per le agevolazioni del regime. La più importante senza dubbio è quello di non superare i 85.000 € di fatturato annuo.

Certamente vi starete chiedendo: “E se supero i 85.000 € annui cosa succede?”

Non allarmatevi, superando la soglia dei 85.000 € si potrà continuare ad operare in regime forfettario fino ad un fatturato di 100 mila. In tale ipotesi, a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo si passerebbe automaticamente in regime IVA normale con tutti gli adempimenti conseguenti. Se invece si superassero anche i 100 mila euro nell’anno in corso saranno dolori. Al superamento di tale soglia infatti automaticamente già nell’anno in corso si dovrà adottare il regime di contabilità semplificata con tassazione IRPEF ordinaria e sarà necessario anche applicare l’iva sulla fattura che determinerà il superamento dei 100 mila euro di fatturato.

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Come aprire la partita iva online per consulente marketing

Una volta verificati i requisiti per il regime forfettario, la partita IVA può essere aperta entrando sul sito dell’Agenzia delle Entrate compilando il modello AA9\12 ed indicando in questa fase l’eventuale adesione al regime forfettario. In questa sede, si dovrà anche scegliere il codice Ateco che indica l’attività che si andrà a svolgere.

Ricordiamo che il codice da consulente nel campo del marketing appartiene a quella categoria di codici Ateco che fa capo alla gestione separata INPS. Di fatto, considerando che il consulente marketing rientra nel settore della libera professione ne segue che non dovrà fare iscrizione in Camera di Commercio e di conseguenza all’iscrizione alla gestione INPS commercianti/artigiani.

Sembra tutto facile tuttavia, aprire una partita IVA non è così semplice come appare. Aprirla è solo il primo passo dopo di che questa deve essere anche gestita. Degli errori in sede di apertura come la scelta del regime fiscale o del codice Ateco sbagliato possono costare caro. Consigliamo sempre di affidarsi ad un professionista, egli si capirà la tua situazione e saprà consigliarti la soluzione migliore.

I vantaggi del regime forfettario per il consulente marketing

Partiamo subito con il primo vantaggio.

Le semplificazioni in materia di IVA

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da IVA. Nelle fatture del consulente marketing quindi non sarà presente l’IVA. La mancanza dell’IVA oltre ad una maggiore competitività all’interno del mercato perché permetterà di applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni porterà anche ad un risparmio dal punto di vista del professionista che seguirà il consulente marketing nella gestione della partita IVA. Questo perché l’assenza di IVA semplifica molti adempimenti del commercialista.

Un’unica imposta

Un altro dei vantaggi del regime forfettario è la presenza di un’imposta sostitutiva con un’aliquota molto bassa del 5% o 15% a seconda se si aderisce al regime forfettario start-up o meno. La presenza di un’imposta sostitutiva significa che non si pagheranno né IRPEF, IRAP o altre imposte addizionali. Si dovrà pagare solo un’imposta. Nessun Regime Fiscale prevede tasse così basse.

Nessuna ritenuta d’acconto

Il regime forfettario, oltre ad essere esente IVA, è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Con questo, regime non si dovrà inserire nessuna ritenuta d’acconto in fattura in quanto il consulente marketing è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso. Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.

Quanto paga di imposte un consulente marketing

Il consulente marketing in regime forfettario pagherà sul reddito imponibile, determinato moltiplicando i ricavi percepiti con il coefficiente di redditività previsto per il suo codice Ateco, un’imposta in misura pari al 15%.

Ricordiamo che nel caso di start-up, invece, è prevista una riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà pari al 5% anziché al 15% per i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, dopodiché si passerà all’aliquota normale del 15%.

Procediamo ad un esempio per essere più immediati.

Ipotizziamo che il nostro consulente marketing startup abbia un fatturato annuo di € 15.000:

Fatturato € 15.000

Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%

Calcolo delle imposte: (15.000 * 78%) x 0,05 = € 585

Quanti contributi previdenziali versa un consulente marketing

I contributi INPS saranno calcolati sullo stesso imponibile calcolato nell’esempio del paragrafo precedente. Questi ricordiamo che saranno parti al 25,72% del fatturato e non c’è una quota fissa annuale INPS da pagare. Il consulente marketing verserà contributi solo se avrà conseguito dei ricavi.

Ipotizziamo sempre un calcolo approssimativo con nostro consulente marketing che ha un fatturato di € 15.000.

Fatturato € 15.000

Coefficiente di redditività previsto per questo codice Ateco: 78%

Calcolo dei contributi previdenziali: (15.000 x 78%) x 25,72% = Euro 3009,24

Nota importante! Nel caso in cui il professionista decide di aprire la partita IVA ad esempio nel 2020, contributi e INPS relativi al 2020 saranno pagati nell’ estate del 2021.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 14/11/2017
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    14 commenti
  1. Marilena ha detto:

    Buongiorno, non mi è ben chiara la condizione sui contributi previdenziali.

    Se apro una partita iva come consulente marketing, quindi con gestione separata dell’Inps, non essendo iscritta alla camera di commercio, i 3900,24€ annui di contributi devono essere necessariamente pagati o pagherò l’inps solo in relazione al fatturato totale annuo?

    • Michele ha detto:

      Ciao Marilena,

      se apri partita IVA come consulente marketing, dovrai iscriverti alla gestione separata INPS. Per coloro che sono iscritti a questo trattamento previdenziale i contributi da versare annualmente sono calcolati in base al fatturato e non avrai una quota fissa annuale da pagare.
      Se volessi una consulenza gratuita per l’apertura della tua partita iva scrivici ad info@partitaiva24.it

  2. Fabio ha detto:

    Buongiorno,
    Relativamente al regime forfettario, non mi sono chiare alcune cose:
    Le spese non si detraggono?
    Il calcolo delle imposte va fatto sempre sul fatturato spese escluse?
    Se un fornitore mi fa una fattura con iva, come la recupero?

    • PartitaIva24.it ha detto:

      Le spese non si deducono, l’iva non si detrae
      Esatto, il calcolo per determinare le imposte parte dal fatturato moltiplicato per il coefficiente di redditività. Le spese e gli acquisti in genere non hanno alcun impatto fiscale.
      Se un fornitore fa fattura, la fa normalmente in base al suo regime fiscale, quindi se lui è in regime iva, farà fattura con iva ma Lei l’iva non la potrà recuperare.

      • Criss ha detto:

        …ma allora, se non si puà recuperare l’IVA di una fattura in arrivo, potreste spiegare cosa significa che “non si paga l’IVA, non si liquida, non si versa”? MI sembra una contraddizione.

        • Michele ha detto:

          Buon pomeriggio Criss,

          “non si versa l’IVA” significa che sulle tue fatture emesse non dovrai addebitare al tuo cliente il 22% di IVA e di conseguenza, non essendoci IVA sulle tue fatture, non verserai l’imposta nelle casse dello stato trimestralmente.
          Se volessi ulteriori chiarimenti, ti invito a scriverci ad info@partitaiva24.it.