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Secondo lavoro – quando aprire la partita iva

Capita spesso, a chi ha già un lavoro dipendente, cercare un’entrata extra o sviluppare un progetto personale che porti un giorno a mettersi del tutto in proprio.
La domanda che ci si pone in questi casi è se è possibile svolgere un’attività parallelamente e se si è nella legalità quando, al di fuori del nostro orario lavorativo, riceviamo dei compensi per lo svolgimento di altre attività.
Dobbiamo comunicarlo al nostro datore di lavoro? Serve aprire anche una partita iva?
Vediamo di fare un po’ di chiarezza e vedere quali sono le possibili soluzioni per la nostra seconda attività.

Sommario

Secondo lavoro occasionale

Secondo lavoro con partita iva

Secondo lavoro quale partita iva aprire

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Secondo lavoro occasionale

Se lo svolgimento della nostra seconda attività è del tutto occasionale, diciamo subito che non è necessario aprire alcuna partita iva, ma possiamo incassare il nostro compenso attraverso la ricevuta di prestazione occasionale.

Lo strumento della prestazione occasionale, infatti, può essere utilizzato anche se abbiamo un reddito da lavoratore dipendente. Su come utilizzare tale strumento, quale sarà la tassazione e come deve essere dichiarato, ne abbiamo già parlato in diversi contenuti e video sul nostro canale Youtube.

In questa sede, è utile sapere che il nostro reddito derivante dalla prestazione occasionale si andrà a cumulare con quello da lavoro dipendente, quindi, oltre alla classica ritenuta d’acconto che subiremo nella ricevuta, potremmo dover effettuare un conguaglio in sede di dichiarazione dei redditi.

Veniamo, però, al tema più importante: se l’entrata ricercata è ricorrente o il nostro è un progetto che vogliamo sviluppare seriamente in parallelo, dobbiamo necessariamente aprire una partita iva.

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Secondo lavoro con partita iva

Aprire un e-commerce, svolgere l’attività da freelance sono dei casi che prevedono la possibilità di effettuare contemporaneamente attività di lavoratore dipendente e avere una partita iva. In queste situazioni, a seconda dell’attività che andremo a svolgere, potremo scegliere se aprire la nostra partita iva come lavoratore autonomo, ditta individuale oppure una società.

Se siamo agli albori della nostra attività o siamo da soli a svolgerla, sicuramente, la soluzione della partita iva individuale è la più semplice, veloce e meno onerosa.

Inoltre, se siamo lavoratori dipendenti per un’impresa privata, al 99% dei casi non ci sono problemi, sarà possibile aprire partita iva e svolgere l’attività in proprio. Avremo poche restrizioni. Più complicato è il caso in cui si ha un impiego nel settore pubblico. Sul tema abbiamo realizzato un video per capire quando ciò è permesso.

Vediamo quelle che sono le restrizioni e gli accorgimenti per i lavoratori dipendenti nel settore privato che intendono avviare un’attività in proprio.

La prima condizione, ovviamente, è quella di non essere in concorrenza con l’attività dell’azienda per la quale si lavora come dipendente. Il dipendente che intende aprire partita IVA e operare con un secondo lavoro, infatti, è tenuto a rispettare il cosiddetto “Patto di fedeltà e non concorrenza”.

Questo aspetto non deve essere sottovalutato perché il lavoratore dipendente, che non rispetta il patto di fedeltà con la propria azienda, può essere licenziamento per giusta causa e vedersi richiesto un risarcimento.

Meglio avere da subito le idee chiare ed esserne al corrente.

Inoltre, per i dipendenti del settore privato non vi è alcun obbligo di comunicazione al datore di lavoro in merito all’apertura di partita iva. Questo sia per l’attività di lavoro autonomo di tipo professionale che imprenditoriale. Consigliamo, però, di informare la propria azienda per evitare di incorrere in problematiche di qualunque tipo.

Una volta deciso, quindi, che è arrivato il momento di aprire la partita iva, dobbiamo decidere qual è la soluzione migliore.

Secondo lavoro quale partita iva aprire

In primis, bisogna capire se l’attività svolta è un’attività di tipo imprenditoriale oppure di tipo professionale, e successivamente qual è il regime fiscale che fa per noi.

Nel caso in cui si rispettino i requisiti per il regime forfettario, questo per i lavoratori dipendenti è molto vantaggioso dal punto di vista fiscale. Il reddito prodotto, infatti, con la partita iva forfettaria non farà cumulo con i redditi da lavoro dipendente, poiché tassato con un’imposta sostitutiva e, quindi, avrà una tassazione del tutto separata, senza aumentare le tasse pagate come lavoratore dipendente.

Inoltre, un grosso vantaggio per i lavoratori dipendenti a tempo pieno, che intendono svolgere un’attività d’impresa, come può essere quella di un e-commerce, è quello della totale esenzione dal versamento dei contributi Inps.

Se stai pensando, quindi, di metterti in proprio o hai messo su un’attività che ti porta un reddito extra e devi aprire la partita iva, richiedi subito la tua prima consulenza gratuita.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 27/08/2023
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