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Come si corregge la fattura

Sia per i neofiti della partita IVA che per i più navigati non è raro doversi trovare a correggere una fattura. Sappiamo inoltre, che per molti il momento di emissione di una fattura è molto delicato e capita spesso di commettere degli errori che devono essere prontamente corretti per evitare spiacevoli sanzioni. Oggi cercheremo di aiutare i contribuenti fornendo le linee guida per la correzione degli errori in fattura. Prima di tutto però, vediamo quali sono le tipologie di errori più comuni.

Sommario

Tipologie di errori in fattura

Errori nella parte descrittiva della fattura

Gli errori nella parte numerica

Errore in aumento dell'imponibile

Errore in diminuzione dell'imponibile

La fattura elettronica errata

Le violazioni dell'obbligo di fatturazione

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Tipologie di errori in fattura

Anticipiamo subito che i classici errori che si commettono durante la compilazione della fattura possono essere corretti senza alcun tipo di sanzione prima della consegna al cliente.

La situazione cambia nel momento in cui questa sia stata consegnata al cliente.

Prima di elencare gli errori, facciamo la distinzione tra le parti della fattura:

Dopo questa precisazione, vediamo quali sono gli errori possibili nelle due parti della fattura.

Errori nella parte descrittiva della fattura

Come detto in precedenza la parte descrittiva della fattura è quella dove sono riportati i dati qualitativi. Quando si commette un errore in questa sezione è possibile correggerli contattando il cliente e chiedendogli la correzione degli stessi.

Ricordiamo che ciò è possibile solo se il cliente non ha ancora effettuato la registrazione della fattura nel registro acquisti.

Inoltre, facciamo presente che il soggetto ricevente la fattura ha tempo per la registrazione fino alla presentazione della dichiarazione IVA dell’ anno successivo a quello in cui è stata emessa la fattura. Se invece la fattura è già stata registrata da parte del nostro cliente, l’unica via percorribile per rimediare all’errore è emettere una nota di variazione. In questo modo si crea uno storno della fattura errata e successivamente verrà emessa una nuova fattura con i dati corretti.

Gli errori nella parte numerica

Gli errori nella parte numerica, senza dubbio, sono quelli più gravi e preoccupanti. Questo tipo di errori infatti possono portare a delle sanzioni amministrative. Gli errori numerici riguardano, per esempio, il valore dell’imponibile oppure dell’IVA.

Anche in questo caso, come nel precedente, l’errore può essere corretto facendo una nota di variazione in aumento o in diminuzione. Vediamo quali sono le situazioni più frequenti di errori nella parte numerica in fattura.

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Errore in aumento dell’imponibile

Se è stato fatturato un importo più elevato di quello effettivo, va da sé che anche l’IVA che vi è stata applica è superiore a quella dovuta. In questo caso, per sanare la situazione, dovrà essere emessa una “nota di credito” per la variazione in diminuzione della fattura emessa in maniera scorretta. La produzione della nota di credito, a correzione della fattura errata, è possibile entro un anno dall’emissione della fattura scorretta in questione.

Facciamo un esempio. Se il 1/01/2018 viene emessa una fattura da 100 € + IVA, ma l’importo effettivo è di 80 €,  entro il 31/12/2018 potrà essere emesso dal contribuente una nota di credito per stornare i 20 € + IVA a correzione della fattura originaria.

Errore in diminuzione dell’imponibile

Poniamo il caso inverso; l’importo fatturato è inferiore rispetto a quello effettivo. In questo caso, anche l’IVA ad esso applicata è inferiore a quella dovuta. Di solito per regolare tale omissione si emette subito una fattura integrativa fatturando l’importo mancante e quindi sanando subito la problematica. Nella prassi raramente si assiste all’emissione di note di debito data la complessità delle situazioni in cui ci si può venire a trovare o le sanzioni che si potrebbero ricevere.

La fattura elettronica errata

Passiamo adesso al caso di errore di una fattura elettronica (non stiamo parlando della fattura in PDF allegata ad una mail). Ricordiamo che oggi, la fattura elettronica è la sola modalità di emissione della fattura che è accettata dalla Pubblica Amministrazione. Questo modo di fatturare coinvolge una terza parte, il sistema di interscambio, esso ha il compito di controllare che il file fattura sia corretto. Il soggetto che emette la fattura può effettuare un primo controllo attraverso l’utilizzo dell’app “controlla fattura PA”, sul sito fatturapa.gov.it. Il sito permette il controllo del file telematico.

Il controllo successivo, come scritto in precedenza, viene effettuato dal sistema di interscambio. In questo caso se il controllo viene superato, si riceve una ricevuta di notifica sull’esito positivo dell’emissione della fattura. Se dal controllo invece emerge qualche errore, la fattura viene inviata all’emittente che dovrà correggerla e rinviarla. Nel caso in cui nemmeno il sistema di interscambio riesca a verificare l’errore, anche gli uffici della PA destinatari hanno la possibilità di richiedere la modifica della fattura qualora sia presente un errore attraverso l’emissione di una nota di credito o debito.

Le violazioni dell’obbligo di fatturazione

Gli errori nella fatturazione possono portare a delle sanzioni di tipo amministrativo in materia di IVA. Queste sanzioni, in merito all’obbligo di fatturazione ai fini IVA, le ritroviamo nell’art. 6 del decreto legislativo 471/97 e si dividono in tre fattispecie

L’omissione della fattura o la non registrazione contabile delle operazioni imponibili ai fini IVA viene sanzionata con una sanzione amministrativa che va dal 100% al 200% dell’imposta dovuta. La sanzione minima è di 516 €.

La sanzione può essere ridotta del 10 % se la violazione viene sanata entro il termine della dichiarazione IVA annuale, relativa all’anno in cui si è commessa la violazione.

Inoltre facciamo presente che la medesima sanzione viene applicata al contribuente fattura un’imposta inferiore a quella dovuta.

L’omissione della fattura o la mancata registrazione contabile delle operazioni non imponibili o esenti da IVA viene sanzionata con una sanzione amministrativa che va dal 5% al 10% del valore dell’operazione, con un minimo di 516 €. In questo caso la sanzione non si calcola sull’imposta dovuta in quanto si tratta di operazioni esenti da IVA (parliamo per esempio dei contribuenti che abbiano aderito al regime forfettario).

Infine come anticipato, anche l’emissione con dati inesatti della fattura è sanzionabile. Per questa violazione viene applicata una sanzione che va dai € 258 ai € 2.065. Questo tipo di sanzione può essere ridotta del 10 % se la violazione viene sanata entro il termine di presentazione della dichiarazione IVA annuale, riferita all’anno in cui è stata commessa la violazione.

Se il contribuente effettua ripetutamente delle violazioni in materia di IVA è suscettibile di applicazione dell’istituto della continuazione. Quest’istituto prevede che l’eventuale sanzione sia calcolata sulla violazione più grave che può essere aumentata da un quarto al doppio.

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Autore: Michele (Partitaiva24.it)
Pubblicato il: 03/01/2018
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