Se hai appena aperto la tua impresa e hai deciso di mantenerla inattiva devi sapere che non puoi ancora effettuare delle vendite o erogare servizi fintanto che non verrà dichiarato l’inizio dell’attività.
Con la ditta inattiva hai infatti la possibilità di effettuare operazioni passive (acquisti) ma non anche operazioni di vendita. Il periodo di inattività infatti, solitamente, viene sfruttato dalle imprese per cominciare a mettere in moto la macchina organizzativa (es. sottoscrivere contratti, acquistare merce, opere di ristrutturazione dei locali, attivare le utenze, ecc…) con tutte quelle operazioni per le quali viene richiesta la partita iva.
Le pratiche che si effettuano per aprire una ditta e mantenerla inattiva sono: iscrizione come INATTIVA in Camera di Commercio e richiesta di attribuzione delle partita iva. Non si procede alla comunicazione d’iscrizione vs INPS e con la SCIA comunale.
Durante il periodo di inattività dunque non si è iscritti ad INPS e di conseguenza non dovrai versare dei contributi INPS.
Dal punto di vista fiscale invece, la posizione è già attiva a tutti gli effetti e di conseguenza sono dovuti tutti gli adempimenti annuali, su tutti le liquidazioni IVA periodiche e la dichiarazione dei redditi. Va da se, che non espletando operazioni attive, l’impresa non produce reddito e di conseguenza non avrà delle imposte da pagare o dell’iva da versare.
Per attivare la ditta, dovrai comunicare circa 15 giorni prima dell’inizio dell’attività, la tua volontà in modo che si proceda a espletare le pratiche di attivazione vs CCIAA, INPS e Comune.
Una volta ricevuto l’ok dal tuo consulente e la visura camerale potrai procedere ad iniziare la tua attività e scatterà l’obbligo contributivo.
E’ anche possibile passare dallo status di attivo a inattivo tuttavia, questa pratica dovrai valutarla accuratamente con il tuo consulente. Non è una pratica da prendere sottogamba.